Andy Roddick Italian Fans Forum - Tennis passion

Posts written by Giaguaro

CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 22:56     Jannik Sinner - ATP PLAYERS BOX
Manca poco meno di un’ora all’esordio di Jannik Sinner al Mutua Madrid Open, quando sul Campo11, per una volta senza il solito bagno di folla, l’altoatesino finalizza il suo riscaldamento prepartita con il 20enne spagnolo Enrique Garcia. Dopo qualche veloce foto e autografo con i tifosi presenti, Jannik ringrazia Enrique per avergli fatto da sparring e resta ancora un po’ in campo insieme a Simone Vagnozzi, che gli propone tante palle diverse su dritto e rovescio e con cui lima gli ultimi dettagli, sempre alla ricerca della perfezione. Il battesimo del n°2 del mondo a Madrid, nel derby contro Lorenzo Sonego, filerà poi via liscio con una rapida vittoria in due set.

“Forse Sinner era un pochino teso visto che ci siamo scaldati prima della sua partita, però è sempre carino e disponibile, ci siamo fatti una foto. È stato bello“ – ci ha raccontato il giovane Garcia, che per questa settimana ha messo momentaneamente da parte l’università. Il tennis resta il suo sogno e sta facendo di tutto per arrivare tra i professionisti, ma nel frattempo continua a studiare al CAFYD, facoltà spagnola di impronta sportiva, equivalente all’ISEF italiano.

“Non è stato lunghissimo, circa mezz’oretta, però è stato bello. In questi giorni non ho giocato solo con Sinner, ma anche con Rune, con cui starò tutta la settimana, e Rublev“ – ha detto Garcia, al suo primo anno da sparring nel Masters 1000 di casa. “Penso che con Sinner ci alleneremo ancora nei prossimi giorni, mi sembra che io gli sia piaciuto!”.

Il madrileno ha poi ammesso ciò che lo ha impressionato di più dei vari giocatori con cui ha palleggiato: “mi hanno colpito tantissimo i dritti di Rune e Sinner, anche più del suo rovescio. È molto bello vederlo giocare. Quando Jannik lascia andare il dritto è impressionante, così come Holger… madre mia! In una partita sarebbe impossibile fare qualcosa!” – ha scherzato Enrique.

Garcia ci ha poi svelato come gli sparring vengono associati ai giocatori, spiegandoci che ad inizio torneo avevano la possibilità di scegliere con chi allenarsi. Il 20enne spagnolo non ha avuto dubbi: “mi hanno detto che avrei dovuto scegliere il mio giocatore preferito, colui con il quale mi sarei voluto allenare. Siamo un po’ di ragazzi a fare da sparring, ma io non ho esitato a dire Jannik, anche prima di Nadal e Alcaraz. Carlitos piace tanto al mio amico Luis, gliel’ho lasciato, mentre Rafa lo vedo già più grande. Poi c’è Marc Lopez che già si allena con lui, quindi ho preferito Sinner“.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 22:52     Carlos Alcaraz - ATP PLAYERS BOX
Dopo il primo round finito in parità, continua il confronto a distanza tra Alcaraz e Sinner. Contro Seyboth Wild, lo spagnolo ha fatto il suo dovere e adesso la palla torna a Jannik che lunedì (alle 20) affronterà Pavel Kotov per raggiungere anche lui gli ottavi di finale. Fin qui entrambi sono parsi a dir poco centrati nonostante un condiviso atteggiamento da profilo basso alla vigilia del torneo. Da un lato i dubbi sul recupero dall’infortunio al braccio destro, dall’altro l’apparente intento di usare il 1000 di Madrid quasi solo come preparazione ai prossimi impegni. Ma c’è poco da fare: sulla carta (e anche sulla terra) i favoriti restano loro. È ancora presto però per scoprire definitivamente le carte ed ecco allora che Alcaraz, in conferenza stampa dopo il doppio 6-3 rifilato a Seyboth Wild, non ne vuole sapere di sbottonarsi: “Cercherò di giocare il mio miglior tennis e di non far vincere a Jannik altri titoli, ma è difficile in questo momento. Se gioca su questi livelli è il favorito in ogni torneo che disputa”.

Insomma, Carlitos non sembra fidarsi del poco feeling di Sinner con questo torneo nelle scorse edizioni: “Non è troppo abituato a giocare qui a Madrid. L’anno scorso ha saltato il torneo. Non so come sarà il suo gioco con l’altitudine, ma il suo primo turno è stato impressionante”. Quanto alle sue condizioni, il murciano appare soddisfatto e sereno proprio come dopo l’esordio contro Shevchenko: “Penso di essere in buona forma ora. Non sento nulla all’avambraccio e ho giocato un buon tennis. Ovviamente non sto tirando il dritto al 100% ma mi sto concentrando sul colpire nella maniera più rilassata possibile. Sono davvero felice di essere competitivo senza dolore ma sono ancora molto attento alla gestione dell’avambraccio”.

Infine gli è stata chiesta una riflessione su cosa abbia dato al suo tennis il fatto di essere cresciuto giocando prevalentemente sulla terra: “Si imparano cose diverse giocando su ogni superficie. Io sono cresciuto su campi in terra e probabilmente i miei colpi si adattano bene qui. Ma se gioco sull’erba o sul cemento cerco comunque di calibrare il mio gioco, il mio stile e i miei colpi a quella superficie. Probabilmente guardando le mie partite o il mio tennis, non sembra che io sia uno specialista della terra. Mi piace andare a rete, colpire forte senza troppo top spin, ma mi sento davvero a mio agio quando gioco su questa superficie”.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 22:51     Jasmine Paolini - WTA PLAYERS BOX
È sempre contagioso il sorriso di Jasmine Paolini e vederlo dal vivo è ancora più bello. Dopo la fantastica vittoria contro Caroline Garcia, la n°1 d’Italia si è presentata raggiante in zona mista, dove si è concessa alle domande dei pochi giornalisti presenti, scherzando con tutti e regalando ad ognuno un sorriso. Di seguito le sue dichiarazioni.

D: Come ti sei sentita in campo? Hai giocato davvero una grande partita!
Jasmine Paolini: “Mi sono sentita molto bene, ho disputato un’ottima partita con pochi errori gratuiti. Con Garcia non è mai semplice, i precedenti non erano positivi anche se nelle ultime sfide era andata un pochettino meglio. Sono riuscita a sbagliare poco, giocando profondo e muovendo la palla appena potevo“.

D: Agli ottavi troverai Mirra Andreeva, come vedi questa partita?
Jasmine Paolini: “Sarà un match complicatissimo, lei è molto giovane ma ha già fatto risultati molto importanti, anche negli Slam. L’anno scorso a Madrid ha giocato molto bene, sicuramente questo è un torneo che le piace. Ci ho giocato contro in doppio, ha una palla molto pesante, serve bene e si muove bene. Sarà difficile, però cercherò di dare il massimo e vedremo come andrà”.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: sai che domani è il suo compleanno?
Jasmine Paolini: “Me l’hanno appena detto! (ride, ndr). Alla fine cambierà poco, io cercherò di fare il mio e darò il massimo sperando di poter vincere“.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: Sei virtualmente n°12 del mondo e n°7 nella race, ti immaginavi un inizio del genere e di poter arrivare a questo punto?
Jasmine Paolini: “No, sinceramente non me lo aspettavo. Tuttavia, mi sto godendo il momento e mi sto divertendo, è stimolante giocare a questo livello, mi piace tanto”.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: secondo tennisabstract.com, contro Garcia è stata la tua seconda miglior prestazione in carriera per punti vinti con la prima di servizio (la prima contro Errani un paio di settimane fa a Stoccarda, ndr).
Jasmine Paolini: “Non lo sapevo! (ride, ndr). Sono molto contenta, sto giocando un buon tennis. Il servizio mi sta dando sicuramente di più rispetto al passato, anche se non è sempre semplice servire bene. A volte mi rendo conto di servire peggio e altre meglio, ma è normale, non si può servire sempre al massimo. Con Garcia però è stata una giornata particolarmente buona, fa solo che piacere”.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: anche in risposta però sei andata alla grande, nonostante lei abbia toccato picchi di 180 o 190km/h con la prima di servizio. Qual è stata la chiave?
Jasmine Paolini: “Ho trovato una posizione giusta rispondendo un pochettino più dietro, perché da vicino credo che avrei fatto più fatica. Da parte sua arriva comunque sempre una palla pesante, anche con la seconda, però sono riuscita a rispondere spesso profondo e questa forse è stata la chiave del match”.

D: Se avessi un desiderio da esprimere, con chi vorresti giocare una finale qui a Madrid?
Jasmine Paolini: “Va bene chiunque guarda! (scoppia a ridere, ndr). Ogni avversaria sarebbe molto difficile, non mi sento di fare nessun nome in particolare”.

Giovanni Pelazzo, Ubitenns: ti piacerebbe giocare in doppio misto alle Olimpiadi con Sinner? Glielo hai chiesto?
Jasmine Paolini: “Sì ovvio, mi piacerebbe molto. Vedremo un po’ come andrà e quali saranno i nostri obiettivi. Ci sarà da giocare in singolare e spero in doppio con Sara, penso che lo decideremo in seguito”.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: tu saresti comunque disposta, eventualmente, a giocare tutte e tre le competizioni?
Jasmine Paolini: “Al momento mi viene da dire di sì, sarebbe una bella opportunità. Sarebbe una cosa diversa e credo molto divertente, non l’ho mai fatto se non forse una volta sola, in una competizione a squadre in Under 16. Però non so nemmeno che cosa aspettarmi, quindi al momento non ci sto pensando“.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 13:30     Aryna Sabalenka - WTA PLAYERS BOX
"Preferisco guardare il tennis maschile piuttosto che quello femminile. Sento che c'è più logica ed è interessante da osservare": con queste parole Aryna Sabalenka ha dato inizio a una polemica decisamente rilevante sui social fra gli appassionati.

La giocatrice bielorussa è tornata a far parlare di sé per via di alcune dichiarazioni piccanti e non scontate, che hanno creato molto dibattito sul web su un argomento sempre attuale nei circuiti Atp e Wta.

A seguito della vittoria ottenuta in tre set sulla polacca Linette, la 25enne di Minsk si è presentata in conferenza stampa e ha nuovamente citato la questione, ritrattando in un certo senso le precedenti affermazioni e provando a spiegare meglio il concetto che intendeva mettere in evidenza: "Non volevo denigrare il tennis femminile. Voglio dire, stiamo facendo del nostro meglio, è fantastico e nel tour ci sono tante belle partite. Non mi piace guardarlo solo perché gioco già contro tutte ogni settimana: non voglio essere monotona, visto che per lavoro guardo un sacco di tennis femminile prima di arrivare al match che mi riguarda: studio le mie avversarie, cerco di capire come giocare".

Poi ha aggiunto sempre davanti ai media: "Non è che non mi piaccia o che cerco di offendere quello che faccio. Stavo solo cercando di dire che è troppo per me, così guardo il tennis maschile. Per me è più divertente che probabilmente analizzare i miei futuri avversari nel torneo".

Sono ben 1000 i punti che Aryna dovrà difendere nel corso della competizione: il motivo è la vittoria ottenuta lo scorso anno nella città spagnola. Dopo il buon esordio, sabato la numero 2 del mondo affronterà la 19enne statunitense Robin Montgomery.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 13:29     Novak Djokovic - ATP PLAYERS BOX
Il sito “Sportklub” riporta in data 27 aprile la notizia che Gebhard Phil-Gritsch sta seguendo l’allenamento di Novak Djokovic in vista degli Internazionali di tennis del Foro Italico. Il sessantasettenne professionista austriaco ha già collaborato con l’asso di Belgrado dal 2009 al 2017 e nel 2018 ancora vicino a Marian Vajda e “dovrebbe sostituirsi a Marco Panichi, che lavora a stretto contatto con Nole dal 2019”.

Phil-Gritsch – prosegue la nota del sito – può contare su una vasta esperienza in campo tennistico; ha anche collaborato con le rappresentative nazionali di Indonesia e Filippine ed è “considerato una delle persone del suo entourage che ha avvicinato il campione ad un approccio di tipo olistico alla professione”. Prima di approdare nello staff di Djokovic quindici anni or sono, Phil-Gritsch ha seguito il connazionale Thomas Muster, ex numero uno del mondo e vincitore di 44 tornei, tra cui il Roland Garros nel 1995.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 13:28     Alizé Cornet - WTA PLAYERS BOX
Alizé Cornet ha annunciato la decisione di ritirarsi dal tennis professionistico, al termine del prossimo Roland Garros: “Voglio decidere come e quando smettere, non essere costretta a farlo“. La trentaquattrenne giocatrice francese, classe 1990, giocherà l’ultimo torneo della carriera nello Slam di casa: abbandona le scene con un Best Ranking di numero 11 del mondo ed un palmarès che vanta 6 titoli WTA in bacheca. Il miglior risultato a livello Major rimangono i quarti di Melbourne del 2022: nelle altre tre prove Slam ha comunque raggiunto almeno una volta gli ottavi di finale, in due circostanze a Parigi (2015 – 2017) e Wimbledon (2014–2022).

Tra i traguardi più prestigiosi ottenuti da Alizé in vent’anni di professionismo – debuttò infatti nel mondo pro nel lontano 2004, prendendo parte all’ITF di Amiens – ci sono sicuramente le due finali perse: agli Internazionali d’Italia del 2008 per mano di Jelena Jankovic e quella del 2014 a Dubai da Venus Williams. I colori azzurri non le hanno poi portato molta fortuna, dato che è stata sconfitta da tenniste italiane in due delle sue prime quattro finali disputate nel circuito maggiore: si arrese infatti a Flavia Pennetta ad Acapulco 2008 e contro Francesca Schiavone a Strasburgo 2012, si è successivamente presa una parziale rivincita superando Camila Giorgi a Katowice in Polonia nel 2014 alzando che fu il quarto trofeo della carriera. Nelle competizioni a squadre con la Francia è stata due volte finalista in Fed Cup: nel 2016 le transalpine persero dalla Repubblica Ceca, tre anni dopo invece vinse a discapito dell’Australia al fianco di Caroline Garcia, Kristina Mladenovic e Pauline Parmentier.

Il record in Era Open per partecipazioni consecutive negli Slam, le due vittorie contro n.°1 del mondo a Wimbledon
E’ sempre stata una giocatrice poco costante ma in grado di generare picchi incredibili nelle grandi partite. Non a caso il suo soprannome è ammazza-grandi, un appellativo che si rispecchia anche nei dati numerici visto che concluderà la sua epopea sportiva avendo messo a segno in totale la bellezza di 25 successi contro Top Ten, di cui 5 negli Slam e tre di essi sui sacri prati londinesi. Scalpi clamorosi: su tutti quello sulla n.°1 mondiale Serena Williams per 1-6 6-3 6-4 al 3°T di Wimbledon 2014, sempre al terzo turno superò Agnieszka Radwanska (n.°10) al Roland Garros del 2017; più recentemente l’allora n.° 7 del mondo Bianca Andreescu all’esordio di Church Road 2021, Garbine Muguruza – allora n.°3 al mondo, anche lei da poco ritiratasi ufficialmente – al 2°T dell’Australian Open 2022 e soprattutto fermò dopo 37 vittorie consecutive Iga Swiatek a Wimbledon 2022.

Un altro record che la nizzarda potrà custodire con orgoglio, sono i 64 – che diventeranno 65 a Parigi – tabelloni principali dei Major a cui ha partecipato consecutivamente: un record assoluto a livello femminile nell’Era Open, dietro lei ci sono a 62 la giapponese Ai Sugiyama e al terzo posto a 61 la nostra Leonessa Schiavone.

Ricordiamo infine che Cornet ebbe anche una carriera juniores di altissimo profilo con due finali Slam disputate, una in singolare e una in doppio. Nel 2007 batté in rimonta la colombiana Mariana Duque Marino sulla terra rossa di Bois De Boulogne.

Bon voyage nella vita dopo la racchetta Alizé.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 13:27     Ons Jabeur - WTA PLAYERS BOX
Ons Jabeur si è qualificata per gli ottavi del Mutua Madrid Open battendo, al termine di un match estremamente lottato, Leylah Fernandez. Ora incrocerà la racchetta con la lettone Jelena Ostapenko.

Di seguito, l’interessante conferenza stampa post partita della giocatrice tunisina che ha spaziato tra le nuove leve del tennis arabo – con Shelbayh, svezzato da Nadal, condivide coach Verdasco – e il sempre attuale sportswashing con l’assegnazione delle WTA Finals 2024 all’Arabia Saudita.

D. Quanto sono rassicuranti le tue ultime due prestazioni nell’ottica di ritrovare con costanza un alto livello di gioco?
Ons Jabeur: “E’ certamente bello vincere finalmente due partite di fila (sorride). Penso che però l’aspetto più importante sia il modo in cui abbia vinto queste partite. Sento che il mio livello di gioco stia crescendo sempre di più, giorno dopo giorno. Mi diverto a giocare, e sto ritrovando il divertimento in campo anche durante i momenti duri e difficili di un match. Naturalmente poi sono estremamente felice per come ho chiuso l’incontro, visto che è sempre molto difficile concludere un match quando ce l’hai in pugno ma vieni da un periodo di scarsi risultati. Spero di ottenere traguardi sempre più importanti, man mano che si va avanti nella stagione. Devo però alzare ancora di più l’asticella del mio tennis, se vorrò proseguire nel torneo“.

D. Riguardo al tuo livello di oggi, di cui ti dici soddisfatta, ti senti più vicina al tipo di tennis istintivo o stai diventando più organizzata nel giocare la tua tattica e i tuoi colpi? Dove ti senti su questa scala?
Ons Jabeur: “Sinceramente, non entro in queste partite con una tattica precisa. Scendo in campo e vedo come va il gioco, seguo il ritmo e l’andamento. Sento di voler recuperare creatività ed intuizione, so che sono caratteristiche che mi si addicono, mi sento più a mio agio, sento di giocare meglio. Ovviamente è molto importante avere una tattica, ma sento che a volte mi mette troppa pressione. Se voglio giocare una palla corta in risposta al servizio, lo faccio. Non voglio pentirmene, non voglio che qualcuno mi dica -Perchè l’hai fatto? Scelta sbagliata-. Si, è stata la mia scelta. L’ho fatto. Ma so che mi servirà. Una volta fatto, sento che la mia mente sta lavorando nel modo giusto. Nell’ultimo game mi sono sentita cosi, come se stessi gestendo io: ok voglio essere aggressiva ora, sarò aggressiva. Ok voglio fare una palla corta, farò una palla corta. Aiuta molto. Metti il tuo avversario nelle condizioni di non poter sapere cosa farai al prossimo colpo“.

D. È giusto quindi affermare che stai cercando di concentrarti meno sul momento, considerando come sono andate le cose nell’ultimo periodo, per seguire il flusso degli eventi in maniera istintiva?
Ons Jabeur: “Direi che è più complicato di così perché è necessario pensare a diversi aspetti tutti molto articolati, però certamente allo stato attuale delle cose riesco ad essere maggiormente intuitiva su quello che mi accade rispetto al recente passato. E questo inevitabilmente non fa che dare spazio alla parte migliore del mio essere tennista, cioè lasciare che il mio talento semplicemente fluisca come desideri. Inoltre, questo tipo di approccio mi permette di divertirmi e stare bene in campo con me stessa, ossia un elemento imprescindibile per come sono fatta. Quando in campo penso troppo, finisco per commettere tanti errori. Devo giocare guidata dall’istinto“.

D. Qui a Madrid ci sono stati tre giocatori arabi che hanno disputato le qualificazioni maschili: Abdullah [Shelbayh, ndr] che era nel tuo angolo durante la partita, Benjamin [il libanese-tedesco Hassan, ndr], e Reda [Bennani, 17enne marocchino classe 2007 – ndr]. Poi ci siete tu e Mayar [Sherif, ndr] nel femminile. Non ricordo un torneo con cinque tennisti arabi. Che cos’è significa per te vedere ragazzi come Reda e Abdullah che si stanno affacciano al Tour, o come Mayar che è ritornata a vincere partite importanti. Come ci si sente, che cosa si prova dinanzi a tutto questo da simbolo del tennis arabo?
Ons Jabeur: “E’ qualcosa di fantastico. Conosco Mayar [Sherif, ndr] ovviamente da più tempo, ma la prima volta che ho visto Reda giocare dal vivo sono rimasta impressionata dal suo livello. Gli ho parlato e gli ho detto di continuare su questa strada, perché è bello vedere un giocatore arabo giovanissimo che sta crescendo così in fretta e che possiede tutto il potenziale per salire in alto in classifica. Per quanto mi riguarda, e penso di poter parlare a nome dell’intero tennis arabo, guardare giovani talenti che si affacciano al professionismo è motivo di grandissimo orgoglio. Io sono sempre pronta a fare il primo passo, sono a loro completa disposizione, quando vorranno parlare o avranno bisogno di qualsiasi cosa io ci sarò. Anche con Abdullah ho un bellissimo rapporto, ci conosciamo da un po’ ed un ragazzo divertentissimo, di grande simpatia. Mi piace molto il suo modo di essere, il modo che ha di relazionarsi con gli altri. In questo momento condividiamo l’allenatore, Fernando [Verdasco, ndr] ci segue entrambi ed è per questo che era nel mio box. È bellissimo averlo lì mentre gioco, poi lo prendo sempre in giro perché scherziamo continuamente su chi di noi due abbia la migliore smorzata“.

D. Qual è stata la tua reazione alla notizia dell’assegnazione delle prossime WTA Finals all’Arabia Saudita e cosa risponderesti a coloro che sono stati particolarmente critici al riguardo?
Ons Jabeur: “Devo essere onesta, io sono chiaramente di parte in questa discussione e non posso che essere inevitabilmente felice per la decisione presa. Come donna araba, sono molto orgogliosa che alcuni tra gli eventi più importanti del mondo verranno ospitati dall’Arabia Saudita. Ovviamente è lecito che le persone possano avere opinioni diverse. Quello che però mi dà fastidio è che alcune di queste parlano a sproposito, senza conoscere effettivamente cosa stia succedendo lì. Quindi, come ha dichiarato la principessa Reema, dovresti venire in Arabia Saudita e giudicare in prima persona. Perché se vivi in un altro Paese e non ha mai visitato l’Arabia Saudita, prima di esprimere giudizi di qualunque tipo dovresti vedere con i tuoi occhi quella che è la reale situazione. Perciò invito chiunque abbia voglia, ad andare in Arabia Saudita e toccare con mano. Se davvero a quel punto riscontrasse cose che reputa negative, condividerei la sua opinione perché sarebbe il frutto di un’onesta presa di coscienza. Noi arabi non stiamo chiedendo il consenso ad ogni casto, anche se è chiaro che ci piacerebbe vedere commenti migliori. Per me, è sempre stata semplicemente una questione di possibilità e andarci non significa solamente giocare delle partite di tennis ma dare l’opportunità, in particolar modo alle donne più giovani, di ammirare dal vivo i loro modelli sportivi e credere di poter sognare qualsiasi cosa, capire che nulla gli sia precluso“.

D. Hai detto che ti è piaciuta molto la partita. Che ti piace in generale riguardarti, perché ti godi i colpi difficili che esegui e comprendi tanti aspetti tecnici e tattici che in campo possono esserti sfuggiti. Leylah [Fernandez, ndr] è un’avversaria tosta da superare. In attesa del prossimo match con Jelena [Ostapenko, ndr], cosa ti passa per la mente?
Ons Jabeur: “La partita contro Leylah, anche per le sue caratteristiche, è stata una delle partite che ho disputato nell’ultimo periodo in cui mi sono divertita di più. In campo, avevo voglia di vincere tutti i punti, forse anche perché ultimamente ho giocato talmente poco che certe vibrazioni agonistiche mi erano mancate. E mi manca tutt’ora quella sensazione di macinare gioco, vincere tante partite una dopo l’altra. Di sicuro, adesso mi godo ogni attimo in campo, ogni secondo. Sono davvero carica, mi sto sentendo sempre meglio dal punto di vista fisico e non posso che essere molto felice di questo dopo i tanti problemi che ho avuto negli ultimi mesi. Per quanto riguarda il prossimo match, contro Jelena sarà certamente durissima. Una sfida non facile anche da interpretare dal punto di vista strategico. Soprattutto perché lei è in grado di trovare moltissimi vincenti da ogni angolo del campo, inoltre va sempre in spinta e non ti dà quasi mai ritmo. La chiave sarà accettare che lei giochi in quel modo e che si esprima con quella qualità, io dal canto mio spero di poter inserire nei suoi ingranaggi un po’ della mia magia“.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 00:17     Stefanos Tsitsipas - ATP PLAYERS BOX
“Questo è il tennis”, afferma Stefanos Tsitsipas a margine della sconfitta contro Thiago Monteiro all’esordio del torneo di Madrid, 1000 che era sicuramente fra i suoi obiettivi dopo i grandi percorsi a Montecarlo (vittoria) e Barcellona (sconfitta in finale). Qui nella capitale il greco ha già fatto finale (nel 2019) e difendeva i quarti dell’anno scorso. Alla domanda su come si possa digerire un ko improvviso arrivato dopo settimane alla riscossa, su quella che è la sua superficie preferita, Tsitsipas fa spalluce, ricordando prima che “avevo di fronte un avversario molto forte. Mi ha punito ogni volta che ho giocato corto…e ho fatto molta fatica a trovare la profondità. È stato molto aggressivo e continuo, e ha mantenuto un’alta percentuale di prime (Tsitsipas cita l’86 o l’82 per cento, ma la percentuale di Monteiro si assesta addirittura all’89, ndr). Mi sono sentito fuori ritmo e sbilanciato nel rispondere. Avrei voluto riuscirci come ho fatto nell’ultimo game fin dall’inizio del match. Ho commesso sicuramente alcuni errori: il mio avversario era pronto al 100 per cento, io non del tutto. Lui è stato semplicemente più presente durante tutto il corso del match, e alla fine ha prevalso. È questo il tipo di avversari con cui bisogna stare più attenti: quelli che hanno più fame di batterti.”

La fame, Monteiro, l’ha avuta per tutta la carriera; questa, è una delle vittorie più prestigiose. Per il greco, invece, si tratta di uno stop inatteso, nonostante il suo obiettivo dichiarato sia “raccogliere più punti possibili dei 6000 a disposizione nella stagione sulla terra. Con questa sconfitta sono 1000 punti sotto al massimo, ma posso sempre fare bene. Alla fine è di questo che si tratta, è per questo che lavoriamo: la continuità. Per riuscire, devo continuare a lavorare con l’umiltà degli ultimi mesi e concentrami sul processo. E’ comunque un gran bell’obiettivo poter giocare per vincere tutti questi tornei: sento che quei punti mi appartengono, devo lavorare per andare a prendermeli.”

Le elucubrazioni di Tsitsipas sanno spaziare a volte anche su dimensioni più generali di quelle del campo su cui si trova tutti i giorni. A volte, il greco azzarda anche riflessioni filosofiche, con cui spiega il suo approccio alla sconfitta: “Mi concentro sulle bellezze della vita. So che il tennis è lì, e che nei prossimi 15 anni – si spera – vivrò altre esperienze del genere.” Chi invece è ai titoli di coda è Rafa Nadal, cui Stefanos deve molto: “Credo che molti dei grandi titoli sulla terra che ho vinto siano merito suo. Provo a selezionare alcune delle cose che ha fatto con grande efficacia sulla terra e ad applicarle al mio gioco: è stato un esempio di come si giochi sul rosso, il più grande nel nostro sport. È un peccato che non lo rivedremo più a Madrid.”

Dalla vecchia guardia, infine, una chiosa per le nuove leve. Nello specifico, per Abdullah Shelbayh, il giovane giordano che si sta affacciando sulla scena mondiale e che è stato lo sparring del numero 7 del mondo in questi giorni: “Se si allena per i suoi obiettivi e se punta sempre a migliorare, non vedo perché non debba riuscire ad entrare in top 100, forse anche top 50. Sarei contento di vederlo raggiungere quel livello, anche perché supporto quelle piccole nazioni che riescono a ottenere grandi risultati nel tennis, un po’ come la mia. Apprezzo molto che sia sempre desideroso di imparare, anche da un giocatore average, medio – e, dicendo questo, Tsitsipas sorride – come me”.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 00:13     Alex De Minaur - ATP PLAYERS BOX
Rovente sconfitta per l’australiano Alex de Minaur, battuto in due lottati set dall’eterno campione e padrone di casa, Rafael Nadal. Partita che, per lo spagnolo, sapeva di grande rivincita: la sconfitta al secondo turno del torneo di Barcellona aveva lasciato non pochi dubbi sulle condizioni fisiche dello spagnolo. Ora, almeno all’apparenza, tutto sembra funzionare meglio: solidità da fondo campo e ottimo ordine di gioco, a condire una prestazione di certo non perfetta.

L’australiano non ha espresso il proprio miglior tennis, in nessun momento del match, ma Rafa è stato bravissimo a non smettere mai di lottare, come suo solito. Partite come queste sono fondamentali per il ritorno ai vertici della competizione.

De Minaur ci ha provato, il tentativo è indiscutibile, ma oggi non è bastato. Troppo poco pesava la sua palla, troppo poco profondi rimbalzavano i suoi colpi: ricetta perfetta perchè Nadal possa comandare. Sorprende, il grande divario fra le due prestazioni a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. Influiscono ovviamente le condizioni differenti, su una terra rossa più veloce e complicata, ma la prestazione del numero 11 al mondo non è stata all’altezza della sfida.

Ecco le parole di Alex de Minaur in conferenza stampa.

D: La pressione è stata un fattore?
Alex de Minaur: “Il livello che ha espresso lui oggi è stato piuttosto alto. Mi sarebbe piaciuto giocare un po’ meglio, è vero, ma questo è il tennis. Cerchi di dare tutto: ci sono giorni in cui ci riesci e altri in cui fatichi“.

D: Quali sono state le differenze con la partita di Barcellona?
Alex de Minaur: “Le cose viste oggi sono esattamente quelle che ci aspettavamo. A Barcellona non era pronto per giocare e si vedeva, oggi l’ho visto più vicino al livello di una volta. Per me oggi ha giocato a un livello altissimo, ad altissima intensità, dal primo all’ultimo punto“.

D: Come ti ha influenzato il precedente di Barcellona?
Alex de Minaur: “La partita a Barcellona è stata molto difficile. Entri in campo, giochi, riesci a vincere e la settimana dopo devi rimettere in campo di nuovo lo stesso livello. La settimana successiva si sapeva che avrebbe avuto un livello molto più alto, eppure le aspettative erano tutte su di me. È il tennis, è normale. Devo imparare a giocare meglio anche in giorni in cui le cose sembrano non funzionare“.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: Rafa, prima del match, ha detto che non sarebbe sceso in campo da favorito alla vittoria. Tu sei entrato in partita pensandoti favorito, o no?
Alex de Minaur: “Questo è quello che succede: tu scendi in campo e sai che la pressione di tutti e tutto è su di te. Si danno le cose per scontate. Penso che oggi sia stata una partita difficile, che avrei potuto giocare meglio e che se avessi espresso il mio miglior livello, avrei magari portato a casa la partita. Ma non lo sapremo mai, perché non ho espresso quel livello“.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 00:08     Flavio Cobolli - ATP PLAYERS BOX
Per la prima volta in carriera Flavio Cobolli approda al terzo turno di un Masters 1000, sconfiggendo un altro cileno dopo Tabilo al primo turno. Questa volta ad inchinarsi è Nicolas Jarry, già sconfitto quest’anno al primo turno dell’Australian Open e contro cui il romano ci ha preso gusto. Nonostante due ore e un quarto nel gelo di Madrid il furore di Flavio ha la meglio su tutto: dalla tarda ora al tifo contro, fino ad un match point apparentemente concretizzato e invece da ripetere. Di questo e di altro il n°64 del mondo ci ha parlato in esclusiva dopo la partita (non in zona mista, bensì all’ingresso dell’area giocatori, dove faceva decisamente più caldo!). Di seguito le sue dichiarazioni.

D: Che gran vittoria Flavio, complimenti. Prima volta al terzo turno in un Masters 1000, come ti senti?
Flavio Cobolli: “Sono molto contento, ho vinto una grande partita. Giocare con Jarry in altura, una condizione che secondo me in alcuni momenti lo ha aiutato, specialmente al servizio, era davvero difficile. È un gran servitore e da fondo comunque spinge sempre. Dall’altro lato, giocare di sera credo mi abbia avvantaggiato, la palla era un po’ più lenta. Vincere contro Jarry al secondo turno di un ‘1000’ è comunque sempre un’impresa, sono felicissimo. Ho giocato una partita buona, anzi molto buona, una delle migliori di quest’anno. Ora vedremo come va, non so neanche contro chi gioco”.

D: Non hai visto il tabellone?
Flavio Cobolli: “Non ancora…”

D: Vuoi saperlo?
Flavio Cobolli: “Khachanov?”

D: Sì, e dopo?
Flavio Cobolli: “Dopo… facciamo Khachanov, poi Sinner vediamo più tardi! Scherzi a parte, non vedo l’ora di scendere in campo di nuovo. Sicuramente giocherò in un campo un po’ più grande e penso che questo mi potrà aiutare. Vedremo come andrà, poi prepareremo Roma”.

D: In che modo la sfida con Jarry in Australia ti ha aiutato a preparare questa partita? Che cos’hai cambiato?
Flavio Cobolli: “Sapevo un po’ dove andare a scavare nei momenti chiave della partita, però tante volte con lui è un terno al lotto. Può fare ace ma anche sbagliare due o tre palle di fila: bisogna sempre stare lì, penso di averlo fatto bene. Ho avuto un piccolo passaggio a vuoto nel secondo set, ma nel complesso sono molto contento. Ora testa alla prossima”.

D: Sul 5-2 c’è stato quell’episodio sul match point… Jarry mette la prima, tu rispondi vincente e il pubblico esulta, però il servizio di Jarry risulta poi fuori. Come hai vissuto quegli attimi?
Flavio Cobolli: “Io a dire la verità non ho trovato il segno, quindi subito pensavo fosse buona la sua palla e che si fossero sbagliati. Per un momento ho pensato di aver vinto, infatti mi sono un po’ deconcentrato nei 2/3 punti dopo. Tuttavia sono riuscito a resettare al meglio dopo il game perso e nell’ultimo gioco ho avuto l’atteggiamento giusto”.

D: Da questa partita sono nati anche i Cowbollis, ti piace questa atmosfera? Anche con il tifo contro?
Flavio Cobolli: “È dal primo giorno che mi stanno sostenendo, spero non se ne vadano per continuare questo torneo insieme. Mi fa molto piacere avere delle persone a cui piaccio, spero di trovare anche altri tifosi oltre a quelli che ho già. Anche il tifo contro mi piace, è solo che un bene per il nostro sport e l’atmosfera che si crea. Ovviamente deve essere corretto, però a me non cambia niente. A volte mi piace anche più avere il tifo contro che a favore!”.

D: Durante la partita, direi verso la fine del secondo set, Jarry si è lamentato con l’arbitro perché è partita la musica dietro al vostro campo. Tu come l’hai vissuta? Ti ha dato fastidio o non ci hai fatto caso? Secondo te si potrebbe giocare anche con qualche rumore in più o con il pubblico che si muove sugli spalti?
Flavio Cobolli: “Credo che il tennis sia uno sport molto elegante, quindi il silenzio è fondamentale. Ovviamente però noi dobbiamo essere pronti a tutto e quando accadono queste cose dobbiamo cercare di accoglierle positivamente, pensando più a noi stessi. Capisco che a lui possa aver dato fastidio, ma io non ci ho pensato più di tanto, sono andato per la mia strada e questo alla fine ha fatto la differenza“.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 00:04     Jannik Sinner - ATP PLAYERS BOX
Due anni dopo il suo ultimo match nella capitale spagnola Jannik Sinner torna al Mutua Madrid Open e vince comodamente all’esordio il derby contro Lorenzo Sonego, confermandosi bestia nera per gli altri italiani. Al termine del suo match l’altoatesino si è presentato in conferenza stampa, dove ad attenderlo non c’erano tanti giornalisti. Jannik ha risposto prima in inglese e poi in italiano alle ultime due domande della conferenza, di cui riportiamo i passaggi principali.

D: Tutto il successo che stai ottenendo ha influito in qualche modo sui rapporti con le altre persone?
Jannik Sinner: “Direi di no, almeno non da parte mia. Non sono cambiato per via del successo. La persona che sei è molto più importante di tutto il resto, io cerco sempre di circondarmi di brave persone, che mi possano dare qualcosa di positivo. Per me è la cosa più importante. Poi certo, sogno e sogno in grande. Sogno di vincere quanti più titoli possibili, ho fatto tanti sacrifici, primo su tutti l’essere andato via di casa a 14 anni: me lo ricordo ancora. L’obiettivo però è sempre lo stesso, diventare un giocatore migliore ogni giorno”.

D: Tra i tuoi tanti sponsor c’è anche Gucci. Quando hai iniziato la tua carriera, era qualcosa che, anche lontanamente, pensavi sarebbe potuta accadere? E adesso che è accaduta, che effetto fa?
Jannik Sinner: “Non ci avevo mai pensato quando ero più giovane, cercavo solamente di diventare un giocatore professionista. Non avrei mai pensato di diventare come sono adesso, n°2 del mondo… Per il luogo e la famiglia umile da cui provengo io, è molto bello. Non ho mai pensato però a grandi marchi e tutt’oggi non ci penso. Adoro far parte di queste famiglie e conoscere persone nuove, che possano darti un punto di vista diverso che ti fa crescere come persona. Con tutti i miei sponsor ho un ottimo rapporto, che viene prima di tutto il resto. Poi hai tante responsabilità, perché quando giochi li rappresenti in campo. Devi mostrare il massimo rispetto per tutti”.

D: Potrebbe essere l’ultima partita di Nadal a Madrid, in che modo ti ha ispirato a migliorare il tuo gioco, specialmente su terra?
Jannik Sinner: “Rafa ha dato tantissimo al nostro sport: una mentalità diversa, un miglior approccio ad allenamenti e partite, come emergere da situazioni difficili. Sono sempre molto felice di vederlo. Ora è un po’ diverso da com’era in passato: è diventato papà, ha una famiglia al suo seguito. Gli auguro il meglio, sperando il suo corpo possa assisterlo il più a lungo possibile. Batterlo sulla terra è una delle imprese più complicate nel tennis, se non la più difficile in assoluto“.

D: Cambia qualcosa per te giocare con il tetto chiuso? In questi giorni ti sei allenato parecchio, ti aspettavi una partita così? Come ti sei sentito?
Jannik Sinner: “Stiamo lavorando tanto atleticamente. Il preparatore è andato via venerdì: finora abbiamo lavorato tanto in palestra, ora gli do un attimino di stop perché poi tra Roma e Parigi è tutto di fila. È giusto che anche lui abbia dei momenti di pausa, anche se ovviamente continua a mandarmi le cose da fare. Ci stiamo preparando non per questo torneo ma in parte per Roma e soprattutto per Roland Garros e Wimbledon, stiamo provando a mettere dentro un po’ di benzina per questa parte di stagione abbastanza lunga.
Per quanto riguarda il tetto chiuso, giocare in queste condizioni è completamente diverso. Il campo è meno scivoloso e riesco a muovermi meglio, anche se sento che faccio ancora un po’ fatica a muovermi. Tutti i giocatori scivolano un po’ di più, è un tipo di gioco diverso. Oggi mi aspettavo una partita difficile, ma forse sono riuscito a mettere un po’ meglio da parte l’amicizia in campo. Non è sempre facile, ma sono già stato tante volte in questa situazione, forse sono riuscito a gestirla un po’ meglio di lui. Lorenzo non ha giocato al suo massimo, ma gli auguro il meglio per il resto della stagione“.

Giovanni Pelazzo, Ubitennis: Sonego ha detto che farà ovviamente il possibile per esserci alle Olimpiadi, però attualmente è indietro nella Race. Nel caso in cui Lorenzo non riuscisse ad esserci a Parigi, hai in mente di giocare il doppio con qualcun altro oppure no?
Jannik Sinner: “Non ci ho ancora pensato. Dovremo vedere bene le varie coppie, l’obiettivo è quello di formare la coppia con la più alta possibilità di vincere una medaglia. Probabilmente non farò nessun doppio prima delle Olimpiadi, forse solo ad Halle, ma sarà un po’ diverso essendo su erba”.
CAT_IMG Posted: 28/4/2024, 00:02     Rafael Nadal - ATP PLAYERS BOX
Rafael Nadal torna a vincere due partite consecutive, non accadeva dal primo torneo stagionale, non accadeva da gennaio. Rafa, a Brisbane, aveva lottato mostrando lampi del vecchio campione, battendo Thiem e Kubler prima di arrendersi a testa altissima a un ispiratissimo Thompson. Oggi, dopo 4 mesi, torna a trionfare in un secondo turno: a Madrid, nel master 1000 di casa, davanti ai propri tifosi, sconfiggendo chi lo aveva estromesso da Barcellona solo una settimana prima. Due set rifilati ad un Alex de Minaur non al meglio delle condizioni, mai in grado di esprimere il proprio miglior tennis.

Il campione spagnolo, non autore di una prestazione perfetta o paradisiaca, è meritevole di lode per la capacità di lottare su ogni palla, come da sempre fa. Le palle dell’australiano erano fin troppe leggere, le difficoltà di de Minaur sul dritto in topspin di Nadal hanno contribuito a unificare il comando degli scambi.

Rafa, adesso, ha un terzo turno con il ritrovato Pedro Cachin da affrontare, in vista degli impegni più importanti: Roland Garros ed Olimpiadi.

Ecco le sue parole in conferenza stampa.

D: Quanto è stato importante per te giocare così e stare sul campo per più di due ore? Come ti senti rispetto alla scorsa settimana contro di lui?
Rafael Nadal: “E’ stato molto importante per me poter competere per tutta la partita ad un buon livello di tennis. Il fisico ha retto bene, questo è importante“.

D: A inizio settimana hai detto che se ti fossi sentito cosi, probabilmente non avresti giocato il Roland Garros. Manca ancora tanto tempo, ma la prestazione di oggi ti incoraggia a pensare di poter essere pronto?
Rafael Nadal: “Non ne ho idea. Penso che negli ultimi due giorni il mio corpo sia migliorato, ma non ne sono ancora sicuro. Capisco che per voi, per chi non fa parte del mio team, sia complicato capire alcune cose, ma per me il Roland Garros è il torneo più importante della mia carriera, e tutte le cose che ho vissuto li resteranno nel mio cuore per sempre. Quindi non è questione di vincere o perdere, ma di poter scendere in campo sentendo di poter lottare e competere, di poter sognare. Quindi se non sono in grado di andare in campo e sognare, anche se bassissima percentuale di poter realizzare quei sogni, per me non ha senso scendere in campo, no? Preferisco tenere i miei bei ricordi. Voglio esserci, anche perdendo, ma potendo scendere in campo e sognare qualcosa di importante. Se questo accadrà, sarò in campo. Se non ci sarà neanche la più piccola, minuscola speranza, probabilmente non giocherò. Queste sono le sensazioni. Ed è al meglio dei cinque, tutt’altra cosa“.

D: In questo momento senti molto dolore in campo per i tuoi precedenti infortuni?
Rafael Nadal: “No, oggi no. Le ultime settimane non sono state facili, ma negli ultimi giorni solo piccoli problemi. Ma questo non significa che le cose andranno bene fra due giorni. Devo vedere come mi sveglierò domani mattina, analizzeremo. Ogni giorno è un test. Sto vivendo cose che non ho quasi vissuto negli ultimi due anni. In qualche modo, questo è uno dei motivi per cui non posso essere sempre super positivo. Se oggi il mio fisico starà bene, sarò felicissimo, perchè sarà stato un grande passo in avanti, e i passi avanti sono sempre importantissimi. Ma per me è più importante capire se domani sarò in grado di lottare e stare bene allo stesso modo. Non posso esserne sicuro, oggi è stato il test più importante da quando sono tornato“.

D: E’ una delle partite più emozionanti giocate a Madrid?
Rafael Nadal: “Ovviamente è emozionante, ma devo dire che ho avuto la fortuna di vivere momenti migliori qui a Madrid: dalla finale con Ljubicic nel 2005 fino ad oggi. E’ la fine. Le finali sono sempre emozionanti“.

D: Hai problemi al servizio?
Rafael Nadal: “Il servizio è stato il miglioramento più significativo della settimana. Non ho limitazioni. Certo, non riesco ad allenare 100 servizi al giorno, ma sto riabituando i muscoli ai carichi di lavoro, progressivamente. Oggi ho servito bene, come nella scorsa partita. Almeno ho un peso in meno a cui pensare“.
CAT_IMG Posted: 27/4/2024, 14:31     Rafael Nadal - ATP PLAYERS BOX
Rafa Nadal aveva pensato di smettere più di 10 anni fa. Quella del tennista maiorchino è stata una carriera di trionfi e successi che l’hanno portato a diventare uno dei tennisti più forti della storia. A 38 anni però, e con gli infortuni che continuano a tormentarlo, il 22 volte campione slam ha annunciato già da tempo che con ogni probabilità il 2024 dovrebbe essere il suo ultimo anno nel circuito.

Toni Nadal, zio ed ex allenatore di Rafa Nadal, ha raccontato che questo momento sarebbe potuto arrivare molto tempo fa. In un’intervista rilasciata a Relevo, Zio Toni ha rivelato come ci sia stata una fase in cui il fisico del tennista di Manacor non rispondeva più come esso volevo, spingendo a pensare di dare l’addio al tennis.

L’ex allenatore di Rafa ha raccontato di quando nel 2009 i piani del nipote fossero di ritirarsi nel giro di due anni. “Un giorno ci allenavamo a Monte Carlo contro un argentino, Juan Ignacio Chela, nel 2009, credo che fosse quell’anno.

E l’allenatore dell’argentino ha chiesto a Rafael durante una pausa: “Quanti anni firmeresti prima di lasciare il tennis?”. E Rafael disse: “Altri due e me ne andrò in pace". Perché Rafael aveva sempre la spada di Damocle sulla testa per via della questione del piede, sapevamo che era una situazione complicata.

Nonostante gli infortuni, per 17 anni è stato tra i migliori al mondo” ha dichiarato Toni. Il sogno del 38enne iberico è quello di “ritirarsi giocando”. “Vorrebbe ritirarsi dentro un campo da tennis.

Io gli ho detto: “Guarda Federer, non ha potuto farlo”. Ovviamente quando uno arriva ai numeri che ha raggiunto c’è una parte di ossessione, ma lui ha una vita fuori dai campi da tennis e una vita abbastanza soddisfacente. Pertanto, sa che è vicino alla fine. Gli anni ci sono, sta per compiere 38 anni, ma è ancora emozionato e ha voglia di salutare alla grande” ha commentato l’ex allenatore.

Sulla fame di Nadal. «A tutti piace essere al top. Certo, sai che devi pagare un prezzo, sai che per farlo devi essere motivato. Poi ovviamente ci sono momenti nello sport in cui hai problemi, momenti di frustrazione, non tanto per le sconfitte ma per gli infortuni, e a volte devi trarre forza dalla debolezza, ma la cosa normale è essere motivati ​​quando si è fortunati abbastanza per fare quello che fai e che ti piace fare».

L’ossessione nello sport è fondamentale? “Il mondo non finisce su un campo da tennis, né finisce smettendo di fare quello che hai fatto per anni. Puoi sempre trovare motivazioni e sogni altrove. Penso che ci sia un po’ di letteratura, un po’ di montaggio in ogni cosa. Alla fine ho vissuto la realtà di Rafael Nadal, che è stato un ragazzo che ha vinto molto, non odiava perdere, anche se ovviamente non gli piaceva. Ci sono persone che sono ossessionate e altre che non lo sono. Guardate Ancelotti ha vinto quattro Champions League eppure non è ossessionato dalla vittoria. Credo che per avere successo nello sport ciò che bisogna avere è l’ambizione di volersi costantemente migliorare” ha spiegato Zio Toni.

L’allenatore spagnolo ha infine concluso: “Rafael dà il 100% in campo, ma fuori mantiene una vita quotidiana normale, perché non credo che faccia molta differenza. Più tardi, quando sei al livello più alto, è diverso. Djokovic, ad esempio, ha curato molto di più la sua alimentazione. Non l’ha fatto Rafael, né Federer. Ma la questione non è chi vuole essere il migliore, ma piuttosto chi è disposto a pagare un prezzo più alto per essere il migliore".
CAT_IMG Posted: 27/4/2024, 14:27     Richard Gasquet - ATP PLAYERS BOX
Recentemente Richard Gasquet ha festeggiato le 1000 partite in carriera nel circuito maggiore. Un grande traguardo che purtroppo non è coinciso con una vittoria. Il tennista francese si è infatti arreso a Lorenzo Sonego nel primo turno del Masters 1000 di Madrid.

Il veterano transalpino ha fatto il suo ingresso in un club di veterani, che hanno già raggiunto prima di lui questo grande passo. In un'intervista a L'Equipe, Gasquet ne ha parlato, denotando una grande umiltà nel non paragonarsi ad alcune leggende: “Con Fernando Verdasco sono il peggiore del gruppo. Ivan Lendl, Jimmy Connors, Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic, sono tutti mostri. Noi siamo dietro di loro, ma è comunque un risultato enorme. Sono 50 partite a stagione per 20 anni. Un numero altissimo”, ha ammesso.

Poi ha proseguito: “Ovviamente il livello è più complicato a 38 anni. Non avrei mai pensato di poter giocare a questa età e disputare 1.000 partite. È quasi miracoloso che io sia ancora qui a questo punto. Cercherò di godermela ancora per un po”.

L’ombra del ritiro diventa per lui sempre più insistente. Richard ha già un’idea precisa di quando possa accadere: “A fine anno o a metà dell'anno prossimo, tutto è possibile. Cerco di non pensarci, ma di giocare, vincere qualche partita e divertirmi. È così dall'inizio della stagione. Non lo so, è un discorso che va fatto mese per mese, non penso molto al lungo termine, guardo torneo dopo torneo a quello che succede, ai risultati, al fisico, è una combinazione di tante cose”, ha dichiarato.
CAT_IMG Posted: 27/4/2024, 14:25     Sara Errani - WTA PLAYERS BOX
È già terminato il cammino di Sara Errani al Mutua Madrid Open 2024, ottenendo tre vittorie consecutive e fermandosi però, al secondo turno, con Haddad Maia. In una breve intervista rilasciata a Fernando Murciego per Puntodebreak, la trentasettenne italiana spazia tra un presente motivante e un futuro tutto da scrivere.

Madrid: il match contro l’ex numero 1 danese, caroline Wozniacki, rivela molto della sensibilità di Sara, che asserisce di esser emotivamente coinvolta quando affronta una giocatrice di grande calibro. Ammette di non esprimere il suo miglior tennis, come se si sentisse schiacciata dal peso specifico dell’atleta danese: “È Wozniacki, è molto brava, non sei in grado di batterla”. Superare questo freno, più psicologico che altro, è stato fondamentale per l’atleta azzurra. Per molte altre giocatrici, è più semplice scontrarsi con un’avversaria superiore, poiché spesso consentono loro di scrollarsi da dosso la pressione e giocare sciolti. Tutto cambia per lei, quando entra in campo da favorita. Consapevole della sua superiorità, lotta col 100% dei mezzi a sua disposizione: ”Se devo alzare il livello allora lo alzo, dentro di me non accetto di perdere”.

Riepilogo dell’anno: Mesi di grande intensità per Errani, che ha registrato un’attività non indifferente nel circuito, disputando un numero considerevole di incontri. Aspetto che possa rivelarsi talvolta controproducente per il fisico, come ammette lei stessa. La trentasettenne di Bologna conferisce maggior priorità al doppio, nonostante molti match di singolare, con l’obiettivo di raggiungere i giochi olimpici insieme alla compagna Jasmine Paolini. Il segreto per essere competitivi a quest’età? “La passione per questo sport”. Non è facile metter sempre il 200%, ma l’amore per il tennis, abbatte gli ostacoli dinanzi a Sara.

Sguardo al passato: la carriera tennistica di un professionista non è fatta solo di scroscianti applausi, trofei e fama; nel bel mezzo del cammino vi sono salite ripide, che spesso sembrano insormontabili e queste, non sono di certo mancate nella vita sportiva di Sara. I drammi col servizio, per esempio, sono stati anche uno stimolo per l’italiana, per acquisire consapevolezza di tutti i mezzi a disposizione, e quindi migliorare altre parti del suo gioco, limitando i danni alla battuta: “È come un equilibrio: posso avere meno di una cosa ma la compenso con qualcos’altro”.

Jasmine Paolini: Un rapporto speciale, quello mostrato con l’attuale giocatrice numero 1 d’Italia. Le similitudini dentro e fuori dal campo, la voglia di migliorare e scambiarsi consigli. Come Sara, anche Jasmine non adora stare al centro dell’attenzione; è solare, sorridente e ama trasmettere energia positiva. “Ci sono giorni in cui sono distrutta, ma lei arriva e ti regala un sorriso, o fa una battuta”.

Il sogno olimpico e futuro: Vincere una medaglia alle olimpiadi è il sogno di tutti gli atleti. Non è da meno Errani, che firmerebbe per una medaglia, anche se quella fosse la sua ultima partita. Spesso l’anno delle olimpiadi, corrisponde anche a grandi addii e Sara, si concede ancora un po’ di tempo per pensarci e non sa quando arriverà l’esatto momento di smettere. “Continuerò a giocare e quando vedrò che è il momento, sarà così.” Futuro? “Amo il padel, ma dovrei avere un grande apprezzamento per il giocatore, come nel caso di Jasmine. Non ci ho ancora pensato”.
38389 replies since 6/11/2007