BASSA STAGIONE – Botta e risposta tra un giornalista ed un preoccupato Roger Federer, riguardo al nuovo calendario: “Non ci sarà più una pausa tra Parigi e Londra. Ti preoccupa?” “Intendi Parigi e Londra, la striscia invernale, vero? Perché sai, c’è una striscia Parigi-Londra, in estate, che è piuttosto importante…”.
POESIE DI PAES - Quanti giocatori hanno dovuto rispondere, nell’arco della loro carriera, alla classica domanda ‘Come ti prepari prima di un match’? Tanti, praticamente tutti. Ma quanti sono riusciti a trasmettere nella propria risposta le reali emozioni, il pathos che attraversa l’avvicinamento alla partita? Forse nessuno, prima di Leander Paes. “Prima di un incontro, fondamentalmente cancello dalla mia mente qualsiasi pensiero, qualsiasi stato d’animo, qualsiasi cosa sia successa durante il giorno o la notte prima. Tutto ciò che mi è capitato rimane negli spogliatoi, fuori dalla mia mente. E dopo, lascio semplicemente i miei pensieri in bianco, c’è solo qualche idea sulla tattica da adottare in campo. E poi, lascio reagire la mia mente. Lascio che la mia mente sia istintiva. Lascio che la mente controlli il mio corpo. E lascio che tutta quella memoria muscolare prenda avvio. Respiro l’aria lentamente, inspirando gli aromi del campo. Sento delle gocce di sudore scendere su di me e lascio andare i miei muscoli. E so che una volta che avrò trovato il mio ritmo, che alla fine è tutto ciò che cerco, se troverò il mio ritmo, in quel certo giorno, allora sarà dura per chiunque battermi”. Cacchio, ragazzi: un poeta.
IVO NEGATIVO – Ivo Karlovic dalla tribuna elettorale di twitter: “Penso che la vicenda Wikileaks possa solo rendere il mondo un posto migliore e aiutarci a capire chi siano i veri terroristi.” (Scritto il 3 dicembre. Però poi l’ha cancellato! L’hanno messo a tacere? È uno di loro? Gli hanno impiantato una microcamera in fronte per controllare tutto dall’alto?)
GRAZIE AL CIELO – Il croato è particolarmente attivo su twitter. Di sicuro più che sul campo: “Avevo allenamento alle 7 di mattina. ALLE 7 DI MATTINA, RAGAZZI! Voglio dire, chi si allena alle 7 di mattina? Però anche il cielo si è sentito dispiaciuto e ha cominciato a piangere alle 7.20. Per fortuna non c’erano campi indoor”.
MOVIDA - Ancora Ivo: “Adesso mi faccio un giro per le strade di Bradenton. Ieri ho incrociato due persone giovani, rispetto alla media del paese. Per giovani intendo di 60 anni”.
INGENUO - Ahia. Forse tocca già rivedere la nostra neonata stima per Leander Paes. Il campione indiano, ottimo doppista e frequentatore di podi olimpici, nonché dello stesso salone da parrucchiere di Elvis, racconta divertito un aneddoto che a noi ha solo fatto venir voglia di regalargli qualche cassetta dei film di Lino Banfi ed Edwige Fenech. Giudicate voi: “Ero un piccolo, impacciato 17enne in giro per il Tour. Diventai professionista molto giovane, nel’91. In uno dei miei primi incontri stavo giocando a Ponte Vedra Beach, in Florida. Ricordo che per l’intero terzo set c’era una signora che continuava a dirmi qualcosa, ma io non riuscivo a capire cosa, dal momento che ero concentrato sul mio gioco. Quando uscii dal campo, dopo una lunga battaglia al terzo set, lei mi venne incontro e mi disse: ‘Non mi hai sentito?’, ‘ Cosa stavi dicendo?’, le chiesi. Lei mi rispose: ‘Ti stavo gridando che hai i pantaloncini strappati! Perché non me li dai, così che io li possa cucire per te?’ E così, mi misi a ridere e lei mi cucì i pantaloncini, li lavò ed io potei giocare il giorno dopo. Fu molto divertente”. Divertente? Cioè, questo si è levato i pantaloncini, li ha dati a lei e… se n’è andato?! Ma in che lingua te lo doveva dire?? Aaah, Leander, Leander…… Continua a scrivere poesie, va’.
SVEGLIA - Anche in esibizione alle Bahamas, gli agenti dell’antidoping fanno visita ad Andy Murray: “Certo che deve essere un lavoro strano, svegliare persone a caso al mattino, guardare mentre fanno pipì e poi andarsene… Deve esistere, una legge che lo vieti!”
ANELLO DI CONGIUNZIONE - E chiudiamo questa piccola agiografia indiana con una scoperta, compiuta mercè l’imprescindibile Wikipedia: la bellezza del primo racconto di Paes che abbiamo riportato non è casuale. La poesia, infatti, il tennista indiano ce l’ha nel sangue, essendo il pronipote del grande poeta bengalese Michael Madhusudan Dutt. Di cui neanche noi supponevamo l’esistenza fino a cinque minuti fa, tranquilli. Però c’è un aneddoto che ci pare interessante: a un certo punto del suo vagabondare, l’impronunciabile poeta, nonché avo del nostro, si trovava in Francia durante il 600.mo anniversario della nascita di Dante Alighieri, che pare fu festeggiato un po’in tutta Europa. Per l’occasione, egli compose e tradusse un poema in memoria del sommo, facendolo recapitare alla corte di Re Vittorio Emanuele II; questi gli rispose entusiasta: “Questo sarà un anello che congiungerà l’Oriente con l’Occidente”. Insomma, c’è materiale per convocare Paes nel doppio italiano di Davis, no?
NON GIRARE, SCENDO QUI - Dice che se non sei nei Top 100 fatichi a guadagnarti da vivere. Ma se sei il numero 1… aaah, se sei il numero 1… Sentite cosa scrive Lindsay Davenport: “Sto tornando a Los Angeles con Pete Sampras. È stato così gentile da darmi un passaggio. Sul suo aereo”. (Aaaah, se sei il numero1…)
SAGGEZZA DA TWITTER - “Non sottovalutare il potere di persone stupide riunite in grandi gruppi.” (Dmitry Tursunov)
ZITTITO - Come si fa a riconoscere se un dominio twitter sia tenuto realmente da un vip o se si tratti di un impostore? Si indaga. Ad esempio: la tennista russa Anastasia Pivovarova ha cinguettato così dopo la finale del Masters: “Oh no, Rafa ha perso! Spero che almeno Cristiano, domani, mi dia una gioia!” Cristiano sarebbe Ronaldo, e ‘domani’ era il giorno della partita tra il suo Real Madrid e il Barcelona. Ma l'utente 'Cristiano', su twitter, corrisponderà al vero Ronaldo? Ecco l’indagine: messaggi inviati via twitter da ‘Cristiano’ il 25 novembre: 5; il 26 novembre: 5; il 28 novembre: 4; il 29, giorno della partita: 2, verso mezzogiorno, con tanto di “Forza Real”. Messaggi inviati nella settimana successiva al 29 nov.: zero.
MARCIA INDIETRO - Ricordate le impietose dichiarazioni rilasciate alcuni giorni fa da Mats Wilander a proposito della ‘presunta’ grandezza di Roger Federer, dichiarazioni che avrebbero portato allo scorso numero di questa rubrica circa centomila commenti (meno di mille per la questura)? Beh, Sua Coerenza Svedese deve essere rimasto davvero abbagliato dal nuovo Roger versione-Masters: “A parte il secondo set, Federer ha fatto di Nadal ciò che aveva fatto in precedenza di Ferrer, Soderling, Murray e Djokovic. Questo suo nuovo modo di giocare rende i prossimi 18 mesi davvero interessanti, fino alle Olimpiadi di Londra, perché quello è il torneo che Roger desidera di più. Perciò grazie, Roger e Rafa, per quest’anno, un altro grande anno del tennis maschile, e per il futuro. Potreste, tutti voi scienziati che state lavorando alla macchina del tempo, fare per favore molto in fretta, prima che tutti noi perdiamo questi due ragazzi e la più grande rivalità nella storia di questo sport?” Non c’è che dire, una decisa e ispirata marcia indietro!
EMOZIONI - Sorpresi dall’emotività del Tipsarevic da Coppa Davis? Neanche lui. “Nel mio caso, le emozioni sono o bianche o nere” – ha dichiarato – “Generalmente, odio emozionarmi in campo. Ci sono giocatori che riescono a ricavare solo energia positiva dalle emozioni, e la usano per vincere. Invece, quando io gioco contro un tennista dal ranking medio, come la 30.ma, 40.ma o 50.ma posizione, come me, e se sto vincendo, la mia concentrazione improvvisamente svanisce. Mi ritrovo non più in campo, ma a lèggere, a fare snowboard o ad ascoltare musica, ed è una cosa veramente negativa e indisciplinata. Può darsi che da qualche parte, nella mia testa, io pensi che possa comunque vincere anche se mi assentassi per un paio di giochi. Ma quando gioco invece contro un top 10, sebbene abbia perso molti match di questo tipo, in ogni caso il solo fatto che un top 10 sia lì, impedisce alla mia mente di andarsene vagabondando”.
Martina Navratilova ha iniziato la scalata del monte Kilimanjaro, in Tanzania, organizzata per raccogliere fondi a favore della “Laureus Sport for Good Foundation”, che si occupa di riscatto giovanile attraverso lo sport in alcune delle zone più problematiche del pianeta. La Navratilova terrà un blog quotidiano in cui condividerà questa esperienza e racconterà l’ascensione della verso il picco piú alto del continente africano. Pare che il tempo per ora sia inclemente, così Martina racconta nel suo “Day 1” che non ha ancora potuto apprezzare i paesaggi africani a causa delle nuvole, ma sembra ottimista e per niente preoccupata dello sforzo necessario per scalare una montagna del genere. Martina Navratilova ha 54 anni.
Brutta botta per Pete Sampras: gli hanno rubato il trofeo dell'Australian Open 1994, quarta delle sue quattordici vittorie nei tornei del Grande Slam. Durante un trasloco, "Pistol Pete" ha spostato coppe e cimeli in un deposito di sicurezza, ma questo non ha scoraggiato i ladri che sono riusciti a portargli via anche anelli, coppe di cristallo, medaglie, targhe e ritagli di giornale. Affranto per questa perdita, Sampras si è rivolto al Los Angeles Times: "Avere quel trofeo, pensando ai miei bambini, non avrebbe prezzo. Spero solo che la coppa non sia giá stata distrutta, ecco perché parlo pubblicamente. So che è un tentativo disperato, ma devo comunque provarci: forse qualcuno sa qualcosa, posso solo sperare. Non sono uno che si vanta per i trofei o mostra le coppe. Volevo solo che i miei figli potessero vederli: non mi hanno mai visto giocare, volevo che vedessero questi oggetti". Non è la prima volta che si parla delle coppe di un ex campione: nel 2006, Bjorn Borg aveva messo all'asta coppe e racchette d'epoca. Dopo una viva campagna promozionale, in cui si ventilò di sue presunte difficoltà economiche, lo svedese lasciò perdere e decise di tenersi tutto.