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LA PIAGA DEL MATCH FIXING NEL TENNIS

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CAT_IMG Posted on 11/2/2023, 15:22     +1   -1
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135 partite a conteggio, un numero da capogiro. È la storia assurda di Younes Rachidi, ex tennista marocchino, classe 1986, che ha deciso di scrivere (in negativo) la storia del tennis e dello sport in generale. Il giocatore è stato squalificato per aver truccato 135 incontri: questa la decisione dell’ITIA, l'International Tennis Integrity Agency.

Quest’ultima ha optato per una sentenza severa nei confronti di quello che oramai può essere definito un ex professionista: multa, squalifica e non potrà nemmeno allenarsi o partecipare a eventi autorizzati ufficialmente da ATP o ITF.

Una risposta forte da parte dell’organizzazione, che non ha visto altre opzioni se non quella della squalifica per il giocatore che ha truccato il numero maggiore di incontri nella storia del tennis e dello sport, segnando un vero e proprio record.

“L'International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha confermato oggi che Younes Rachidi, un ex tennista marocchino, è stato bandito dallo sport a vita dopo essere stato giudicato colpevole di 135 partite truccate. Questo è ora il numero più alto di reati da parte di un individuo mai rilevato dall'ITIA o dal suo predecessore, l'Unità per l'integrità del tennis. La sanzione significa che a Rachidi, che aveva un punteggio di doppio ATP più alto di 473, è permanentemente vietato giocare, allenare o partecipare a qualsiasi evento di tennis autorizzato o sanzionato dagli organi di governo del tennis.Il caso è stato giudicato dall'ufficio udienza anti-corruzione indipendente, Janie Soublière, che ha ritenuto tutte le accuse provate, le 135 violazioni "enormi" e ha imposto una multa di $ 34.000 oltre all'ergastolo.

Rachidi è stato coinvolto in partite truccate con due giocatori algerini recentemente banditi dall'ITIA con i casi scoperti a seguito delle indagini delle forze dell'ordine in collaborazione con l'ITIA in Belgio. L'ITIA è un organismo indipendente istituito dagli organi direttivi internazionali del tennis per promuovere, incoraggiare, migliorare e salvaguardare l'integrità del tennis professionistico in tutto il mondo”, si legge nel comunicato ufficiale che ha rilasciato l'ITIA sul ban del giocatore marocchino.
 
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CAT_IMG Posted on 29/7/2023, 13:41     +1   -1
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La International Tennis Integrity Authority (ITIA) ha fatto sapere di aver notificato una violazione del TACP (Tennis Anti-Corruption Programme) a Mark Philippoussis, ex Top-10 di singolare , finalista allo US Open 1998 battuto da Pat Rafter e di nuovo finalista a Wimbledon nel 2003 quando venne sconfitto da Roger Federer in quello che sarebbe stato il primo successo Slam del campione svizzero.

Philippoussis ha ricevuto un’ammenda di 10.000 dollari (circa 9.000 euro) e una squalifica di quattro mesi. La squalifica è tuttavia sospesa e non dovrà essere scontata se non ci saranno altre violazioni nei prossimi quattro mesi.

La violazione contestata a Philippoussis è quella di aver prestato la sua voce per promuovere dietro compenso le offerte di un’agenzia di scommesse. In base a quando stabilito dal TACP, nessuna “persona interessata” dal programma (“Covered Person”) può essere coinvolta, direttamente o indirettamente nella facilitazione delle scommesse sul tennis.

Il programma definisce “persone interessate” (Covered Persons) tutti i “giocatori, le persone a loro collegate e tutto il personale di supporto dei tornei”. Queste persone sono autonomamente tenute a conoscere e rispettare le regole del TACP fino a quando non cessano di essere “persone interessate”. Philipooussis è stato considerato una “persona interessata” in quanto coach accreditato ai tornei.

Philippoussis non ha contestato la violazione e pagherà la multa come richiesto, così come era già accaduto alla fine dello scorso anno a Mardy Fish e Bob Bryan, cui era stata comminata la stessa pena per lo stesso motivo in relazione a un’attività promozionale che avevano svolto quando ancora avevano un ruolo nella squadra USA di Coppa Davis, e quindi potevano definirsi “persone interessate”.

Il rapporto tra le scommesse e il tennis negli ultimi anni è diventato un argomento molto delicato, soprattutto da quando l’attività bettistica è stata legalizzata in molti stati degli Stati Uniti d’America, spalancando un mercato immenso che prima era solamente confinato al sottobosco della illegalità oppure ai grandi casino di Las Vegas.

Forse non molti dei nostri lettori sapranno che come condizione per ottenere gli accrediti ai tornei, Ubitennis deve impegnarsi a rinunciare a qualunque pubblicità da parte di agenzie di scommesse per tutta la durata dei tornei in corso, cosa che per Ubitennis significa di fatto dovervi rinunciare per la maggior parte dell’anno e comunque in ogni caso durante i periodi di più elevato traffico. Tutto questo nonostante ci siano alcuni tornei che vengono sponsorizzati da agenzie di scommesse, come si può facilmente vedere dai teloni di fondo dell’Hamburg European Open in corso questa settimana.

Il motivo è abbastanza chiaro: chi è presente dietro le quinte di un torneo vede e sente parecchie cose, molte delle quali possono fornire informazioni preziose per chi vuole prevedere l’esito di una partita. Ragion per cui, come probabilmente avrete notato, i nostri pezzi che si occupano di scommesse non possono riportare solamente le quote di un operatore, ma devono offrirne diverse, e soprattutto non possono fornire indicazioni di alcun tipo ai lettori-scommettitori sui giocatori o sui risultati su cui scommettere.

Il fatto di ricevere un accredito sembra che qualifichi immediatamente qualunque individuo (quindi anche un giornalista) come “persona interessata”, e quindi soggetta al TACP.

Tuttavia ci sono personaggi che hanno fatto esattamente ciò che è stato contestato a Philippousis, Fish e Bob Bryan, ma per il momento non pare abbiano ricevuto ancora alcuna sanzione.

Durante il National Bank Open 2022 tenutosi in agosto a Toronto e Montreal, l’agenzia bettistica BetRivers ha lanciato una campagna pubblicitaria televisiva nel corso della trasmissione del torneo sulle reti canadesi che vedeva l’ex tennista James Blake protagonista dello spot pubblicitario.

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Infatti nell’autunno del 2021 James Blake, che al momento ricopre la carica di direttore del Miami Open, è brand ambassador di BetRivers, con tanto di comunicato stampa diramato alle agenzie e campagne social per celebrare qualche evento particolare.

Sulla carta sembra una violazione piuttosto chiara, perpetrata per parecchi mesi nel corso del 2022, per cui ci si chiede se questa sia stata una colossale svista dell’ITIA, oppure se magari la figura di direttore del torneo gode di un profilo particolare dal punto di vista della TACP.

Il direttore del torneo ha un ruolo ovviamente molto importante nel corso delle manifestazioni tennistiche: oltre ad essere il responsabile ultimo di tutto quello che succede, ha tra i propri compiti quello di finalizzare l’ordine di gioco di tutte le giornate. Di conseguenza è colui (o colei) che decide se un giocatore è impegnato in sessione diurna o in sessione serale, se debutta nel torneo lunedì o martedì o mercoledì (a seconda del tipo di torneo), quanto riposo ha tra un turno e l’altro. E come si può ben capire si tratta di decisioni che possono avere un impatto non trascurabile sull’esito dei match. Che una persona con questo tipo di potere abbia un legame ufficiale alla luce del sole con un’agenzia di scommesse è con ogni probabilità contro i regolamenti, ma anche se non lo fosse sarebbe certamente di dubbia opportunità.

Il tennis, come tutti gli altri sport e tutte le altre attività la cui fonte di sopravvivenza si basa sulla “vendita di visibilità”, non può fare a meno di “accettare caramelle dagli sconosciuti”, ma deve decidere di volta in volta quali sono “gli sconosciuti” con i quali può sopportare di essere associato.

Prima si è partiti con le sigarette (fu il marchio Virginia Slims della Philip Morris che consentì al tour femminile delle “Original Nine” di prendere forma e di evolversi in quella che è diventata la WTA), per poi passare attraverso l’alcool e arrivare ora alle scommesse ed evenualmente alle criptovalute.

A parte i vincoli legali presenti nei vari Paesi (qualcuno di voi si ricorderà l’ex partner ATP della birra Corona, il cui marchio dovette essere aggiunto elettronicamente ai lati della rete del torneo di Montecarlo perché in Francia è proibita la pubblicità agli alcoolici), sarebbe auspicabile che i comportamenti da tenere fossero chiari, uniformi e uguali per tutti. Solo così si può sperare di mantenere la credibilità di uno sport che si appresta a giungere ad un altro bivio importante rappresentato dalle offerte milionarie provenienti dall’Arabia Saudita, dopo che a suo tempo si sono accettati soldi importanti dalla Cina. Ma questo è un altro argomento per un altro giorno.
 
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CAT_IMG Posted on 19/8/2023, 13:46     +1   -1
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Alexis Musialek è stato radiato dal tennis. Al francese trentacinquenne, che era arrivato alla posizione 255 della classifica ATP, non sarà più consentito disputare incontri ufficiali, allenare, né partecipare a qualsiasi evento ufficiale e autorizzato. La sanzione, che decorre dal 5 agosto 2023 e che comprende una multa di 50.000 dollari, è stata confermata dall’ ITIA, International Tennis Integrity Agency, organo indipendente istituito dall’ International Governing Bodies of Tennis, con lo scopo di mantenere e salvaguardare l’integrità del tennis internazionale a livello professionistico.

Il risultato dell’indagine valutata dall’ AHO (Anti-Corruption Hearing Officer) ha determinato la sentenza secondo cui Musialek, che ha negato le accuse, avrebbe truccato l’esito di nove partite e trattenuto le prove, non collaborando con l’ITIA. Questo caso è solo l’ultimo in ordine di tempo emerso da una serie di investigazioni condotte dall’ITIA insieme alla forze dell’ordine del Belgio. Diversi i tennisti coinvolti in uno schema il cui capo è stato condannato a cinque anni di reclusione.
 
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CAT_IMG Posted on 13/9/2023, 14:08     +1   -1
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“Lo sport più manipolato al mondo”. È stato definito così il tennis da inquirenti ed enti regolatori delle scommesse sportive nell’ambito del processo ai danni di Grigor Sargsyan e della sua organizzazione criminale, giudicata tale dal Tribunale di Oudenaarde in Belgio a fine giugno. Lo scorso 11 agosto, poi, Sargsyan ha iniziato a scontare la sua pena di 5 anni. Eppure, nonostante tutto quello che quest’uomo è stato in grado di architettare nel mondo del tennis, non si può dire di lui che sia “tristemente famoso”. Sì, è vero… il giro di scommesse e match-fixing in questione è rimasto ben lontano dai tornei e dai giocatori d’élite, ma le sue proporzioni rimangono spaventose. E proprio per questo, dovrebbe spaventare il fatto che di questa vicenda si sia parlato relativamente poco, in un tentativo – umano e per questo comprensibile ma comunque impossibile da ignorare – del nostro sport di nascondere le sue fragilità. O forse sarebbe meglio dire il suo lato oscuro, perché di questo si tratta.

Il Washington Post, rispettando a pieno il suo slogan “Democracy dies in darkness” e la sua inclinazione investigativa, ha sviluppato un’inchiesta attorno a questi fatti per farne conoscere finalmente i dettagli e generare quindi consapevolezza della loro gravità. Ubitennis, dopo aver riferito della vicenda giudiziaria a marzo, quando è iniziato il processo (dopo un rinvio di ben 5 anni), ha così deciso di fare, per quanto possibile, da cassa di risonanza dell’inchiesta “The Maestro”, firmata da Kevin Sieff. Questa è stata pubblicata nelle scorse ore in due parti che potete trovare ai seguenti link: parte 1 e parte 2. In questo nostro pezzo cercheremo di selezionare alcune tappe della vicenda e alcuni particolari in grado di ricostruire i fatti e di dimostrarne l’importanza: il tennis, infatti, non può e non deve sfuggire al confronto con i propri demoni.

Chi è Grigor Sargsyan
Questo nome vi dirà molto poco, eppure secondo un ex tennista francese coinvolto nella vicenda – Mick Lescure, best ranking #487 – “chiunque nel mondo del tennis sapeva che il Maestro faceva match-fixing”. Maestro è il soprannome con cui Sargsyan era chiamato con ammirazione e affetto dai suoi scudieri ma con cui era conosciuto, a quanto pare, anche da chi non aveva mai avuto rapporti diretti con lui. Grigor Sargsyan, a lungo intervistato dopo la condanna dal giornalista del Post, ha oggi 33 anni, è nato in Armenia ma ha vissuto la sua adolescenza in Belgio, nel quartiere più povero di Bruxelles popolato dalla sua e da tante altre famiglie di immigrati. A 16 anni, dopo aver dimostrato grande talento con gli scacchi, ha avuto il suo primo incontro con il tennis e un incredibile segno premonitore ha voluto che tale incontro avvenisse in un centro scommesse.

Grigor, però, non fu attratto dalla possibilità di guadagnare qualche soldo scommettendo sulle partite del Roland Garros in corso, ma unicamente dai match. Così inizio a giocarci anche lui. Il suo talento, però, era negli scacchi e capì piuttosto presto che non sarebbe stato il tennis giocato a farlo diventare ricco. I suoi amici intanto parlavano sempre e solo di scommesse sulle partite di calcio: perdevano praticamente sempre. Grigor allora pensò che puntare sul tennis potesse essere più remunerativo e scoprì che si poteva scommettere anche su match non trasmessi in televisione: partite disputate in luoghi sperduti, che non interessano a nessuno, in tornei con montepremi molto bassi, con giocatori che cercano di scalare la classifica e che a malapena riescono a sostenere le spese per viaggiare e pagare un allenatore. Insomma, Grigor non pensò nemmeno per un attimo di scommettere come facevano i suoi amici: voleva scommettere sapendo di vincere dopo essersi accordato con chi scendeva in campo.

La rete di scudieri
Dopo aver studiato e ragionato a lungo, Grigor decise di passare all’azione per la prima volta. Aveva 24 ed era ancora uno studente di giurisprudenza. Ad Arlon, una città belga vicina al confine con il Lussemburgo, era in programma un torneo da 25 mila dollari di montepremi. Così Grigor si recò nell’albergo dove alloggiavano i giocatori e, nella hall trasformata in una sorta di spogliatoio, avvicinò un ragazzo sudamericano. Non ci fu bisogno di spiegargli chissà cosa: evidentemente le proposte di match-fixing a quei livelli non sono così rare. Grigor gli chiese di perdere il secondo set 6-0 in cambio di 600 dollari (lui, invece, ne avrebbe vinti e ne vinse 4 mila). Le cose andarono come dovevano e Grigor chiese al suo primo scudiero di dargli qualche nome di suoi colleghi che avrebbero potuto essere altrettanto interessati. Così, uno tira l’altro, iniziò a formarsi la “più grande rete di match-fixing nella storia del tennis”.

Uno step importante in questo sviluppo arrivò dopo l’avvio della collaborazione con l’egiziano Karim Hossam, ex numero 11 del mondo a livello junior. La carriera di Hossam sembrava aver raggiunto un punto morto dopo gli ottimi risultati da giovanissimo (in più il sostegno finanziario della famiglia non poteva più essere quello di prima visto che al padre era stato da poco diagnosticato un tumore) e così l’egiziano cadde in tentazione. Ma non solo, perché, una volta conosciuto di persona Sargsyan, Karim fu catturato dal suo charme, dalla sua sicurezza e dall’affidabilità che trasmetteva tanto da accettare di diventare il suo principale intermediario nel reclutare altri giocatori, altri scudieri, altre pedine da inserire nella sua scacchiera (ovviamente in cambio di un’importante ricompensa).

A fare la differenza rispetto ad altri “match-fixers” più occasionali e a permettere la costruzione di una rete così fitta fu infatti la cura per i dettagli e l’attenzione che Grigor mostrava ai suoi giocatori più fedeli. Così scrive Kevin Sieff nella sua inchiesta: “Sargsyan era diverso. Pagava rapidamente in contanti o con bonifici MoneyGram. Rispondeva ai messaggi istantaneamente, non importava quando erano stati inviati. Sembrava conoscere tutti”. Ma soprattutto, conosceva le esigenze e i desideri dei suoi scudieri e così in alcune occasioni pagava i loro voli, forniva appartamenti o comprava regali per le loro mogli. A volte pagava anche più di quanto promesso o consegnava la cifra pattuita anche se la combine non era andata buon fine. Non si fa quindi fatica a credere alle parole del francese Lescure che, interrogato dalla polizia francese, disse che Grigor era diventato a tutti gli effetti uno dei suoi amici più stretti.

Karim Hossam portò diversi giocatori nel giro di Sargsyan, a partire da suo fratello di quattro anni più piccolo Youssef. Secondo gli inquirenti, Karim e Youssef Hossam hanno truccato almeno 20 partite dall’agosto del 2016 e il maggio del 2018 seguendo le indicazioni del Maestro: entrambi sono stati squalificati a vita (così come Lescure). Un altro apporto fondamentale all’espansione della rete arrivò dall’allenatore cileno Sebastian Rivera che lavorava con il figlio di Nick Bollettieri a Newport. Tra il 2017 e il 2018, secondo le autorità belghe, Rivera avrebbe portato a Sargsyan 34 giocatori del club di Bollettieri ricevendo almeno 90 mila dollari di commissioni. Bannato anche lui a vita dal tennis professionistico, il cileno ha cercato di giustificare il suo rapporto con Grigor – documentato da pagine su pagine di messaggi – spiegando che in realtà stava lavorando da insider sotto copertura per un giornalista della BBC di cui però non ricordava il cognome. La testata inglese ha prontamente smentito.

In totale la rete del Maestro raggiunse la quota di oltre 180 “affiliati” per un totale di circa 400 partite truccate.

La fine del gioco
I primi alert segnalati dalla commissione di controllo sulle scommesse belga alle autorità risalgono al 2016: troppe vincite consistenti, per lo più contro pronostico nei circuiti minori e non tanto sugli esiti finali ma su singoli set o addirittura game. Fu l’investigatore Nicolas Borremans, della stazione di polizia di Oudenaarde nelle Fiandre, a prendere in mano il caso. Rintracciò inizialmente gli account di quattro scommettitori armeni piuttosto sospetti e dopo aver intercettato alcune loro telefonate capì che lavoravano per conto di terzi. In relativamente poco tempo, Borremans ricostruì una rete di 1671 account sparsi per l’Europa su vari siti di scommesse che sembravano legati tra loro. Bisognava però risalire ai vertici dell’organizzazione, ma sembrava non esserci verso.

La svolta al caso fu data dall’investigatrice dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency) Dee Bain che, nelle sue indagini sul match fixing, aveva cerchiato in rosso il nome di Karim Hossam. Gli indizi sulla sua colpevolezza si moltiplicavano costantemente e allora Bain entrò in azione: raggiunse Hossam dopo una partita e gli chiese di consegnarle il suo smartphone (tutti i tennisti professionisti firmano un contratto in cui si dichiarano pronti a fornire il proprio cellulare agli investigatori dell’ITIA quando richiesto). Karim, che non aveva cancellato i messaggi incriminati per troppa sicurezza, ammise immediatamente di essere coinvolto nel giro del match fixing, mentre disse poco o nulla su quel Gregory (così era memorizzato Grigor Sargsyan nella sua rubrica) con cui scambiava ripetutamente messaggi e telefonate. L’ITIA condivise le informazioni con le autorità belghe e in particolare con Borremans che a partire dal numero salvato sul cellulare di Hossam riuscì a rintracciare l’uomo che avrebbe riempito la casella ancora vuota al vertice del suo diagramma, dove campeggiava la scritta “Maestro”. Era lui che organizzava le combine con i giocatori per poi far piazzare ai suoi scagnozzi le scommesse dai vari account attivati.

Scoperto nome e cognome del Maestro, le prove si accumulavano una dietro l’altra in poco tempo e così durante la notte 5 giugno del 2018, sotto la supervisione a distanza di Borremans, la polizia belga fece irruzione nella casa dei genitori di Grigor dove sapevano che avrebbero trovato anche lui con i suoi vari cellulari. In dieci mesi di carcere preventivo, Sargsyan non ha mai negato quanto fatto: piuttosto per lui non si trattava di un crimine ma semplicemente di intelligenza e scaltrezza. Il processo è stato poi rimandato fino a quest’anno e la sentenza di condanna è stata emessa a fine giugno: 5 anni per aver guidato un’organizzazione criminale, riciclaggio di denaro e frode. Una pena che ha piacevolmente sorpreso l’accusa, che temeva una mano più leggera da parte del giudice.

Alcuni punti ancora poco chiari
Dopo l’udienza dello scorso 27 aprile, a cui oltre a Sargsyan erano presenti 27 tra tennisti e scommettitori appartenenti al suo network, Grigor rilasciò queste dichiarazioni a un giornalista del Washington Post: “Se il pubblico ministero sapesse quello che so io, ci sarebbero molte più persone sotto processo”. Le autorità belghe si sono concentrate sulla parte della rete sviluppatasi in Belgio per l’appunto, ma è evidente che si tratti solo del nucleo originario, cresciuto poi a dismisura. Molti giocatori, tra cui quelli nominati, sono stati squalificati a vita (per nessuno, invece, ci sono state conseguenze penali, almeno per il momento) ma molti altri probabilmente sono riusciti a farla franca. Inoltre, non è ancora chiaro se al di sopra di Sargsyan ci fosse qualcun altro: secondo gli inquirenti belgi sì. Alcuni pagamenti ai giocatori provenivano infatti da un tale Andranik Martirosyan che, soprattutto, riceveva da Grigor una parte consistente dei suoi profitti (circa 9 milioni di dollari in due anni).

Quello che le autorità belghe non si spiegano è come i due potessero tenersi in costante contatto dal momento che Martirosyan è stato in carcere a Yerevan (la capitale armena) dal 2015 al 2020 e se vi fosse o meno un’associazione criminale transnazionale con sede in Armenia. Gli inquirenti hanno comunque assicurato al Post che ci saranno sviluppi.

Restano negli archivi di questa vicenda, infine, le parole del francese Mick Lescure secondo cui il fenomeno del match-fixing avrebbe riguardato anche giocatori classificati tra i primi 50 al mondo all’epoca degli ipotetici fatti.

Il ruolo del governo del tennis
In conclusione, è doveroso fare riferimento alle possibilità in mano agli organi di governo del tennis professionistico per arginare la piaga del match-fixing. Innanzitutto, c’è da riportare un fatto: nel 2016 la ITF ha firmato un accordo di cinque anni (poi esteso per altre tre stagioni) e da 70 milioni di dollari con la Sportradar, società svizzera che raccoglie e analizza dati che fornisce, tra gli altri, ai bookmaker. Proprio dal 2016 al 2022, le scommesse sul tennis hanno avuto un’impennata non riscontrabile negli altri sport: +30% per un business ormai da oltre 50 miliardi di dollari. Questi sono i fatti, mentre la spiegazione più plausibile – riportata anche da una commissione indipendente creata per volontà delle federazioni internazionali – è che l’accordo con Sportradar, fornendo accesso ad aggiornamenti in tempo reale su partite non trasmesse in televisione, abbia permesso a persone come Grigor Sargsyan di scommettere anche sui match collocati nell’ombra più scura del panorama tennistico. D’altro canto, questi accordi ufficiali hanno il vantaggio di limitare l’emergere di mercati neri delle scommesse, più difficili da monitorare. Resta però incontrovertibile il seguente dato riportato dal Post: il tennis professionistico riceve circa 100 alert di possibili casi di match-fixing all’anno da parte delle autorità di regolamentazione delle scommesse, più di quelli che riguardano qualsiasi altro sport.

Come spiegato, uno dei motivi che più portano i giocatori a cadere nella rete dei match-fixer sta nella loro precarietà finanziaria. Anche per questo, l’ATP ha creato il programma “Baseline” che dall’anno prossimo introdurrà il salario minimo per i primi 250 giocatori al mondo (qui i dettagli). Ai tennisti compresi tra la posizione n. 176 e la n. 250 spetteranno almeno 75 mila dollari. Kyrgios ha commentato dicendo che è “ancora troppo poco”, ma forse non è la cifra assicurata il vero problema. Gran parte dei giocatori reclutati da Sargsyan, infatti, si trovava ben al di sotto della 250esima posizione in classifica: sono questi i tennisti più facilmente corruttibili e rimarranno tali visto che Baseline non li considera affatto. Insomma, il rischio è che il gap tra chi può vivere di tennis e chi invece non riesce a sostenere le spese per continuare a giocare a livello professionistico si allarghi. Per gli ultimi le alternative resteranno sostanzialmente le stesse: smettere o aspettare la chiamata giusta da qualche nuovo Maestro.
 
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CAT_IMG Posted on 12/11/2023, 14:45     +1   -1
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È un mese di novembre movimentato per quanto riguarda l’attività dell’International Tennis Integrity Agency, nota a tutti con l’acronimo ITIA. L’agenzia anti corruzione del mondo tennistico ha, infatti, nel mese di novembre sanzionato ben 10 giocatori per match-fixing.

In data 1 novembre l’ITIA ha confermato di aver sanzionato e multato tre tennisti per violazioni del programma anti-corruzione (TACP). I tre giocatori colpevoli di match-fixing sono il kazako Timur Khabibulin, l’uzbeko Sanjar Fayziev e l’israeliano Igor Smilansky. I tre erano stati provvisoriamente sospesi nel mese di agosto e adesso è arrivata la conferma ufficiale delle sanzioni nei loro confronti.

La decisione è stata presa da un giudice indipendente, il cosiddetto AHO (Anti-Corruption Hearing Officer), che ha confermato quanto segue. Timur Khabibulin è stato bandito a vita e multato di 60.000 dollari. Il kazako è stato ritenuto responsabile di 21 violazioni legate al match-fixing tra il 2014 e il 2019.

Cinque le accuse relative a due match truccati nel 2018 per quanto riguarda l’uzbeko Fayziev. Il tennista ex 154 del ranking ATP di doppio è stato bandito per tre anni e sei mesi (6 dei quali sospesi) e multato di 15 mila dollari. Smilansky è stato bandito per due anni con una multa di 4.000 dollari (con 1.000 dollari sospesi). Tutte le sanzioni partono dal 25 luglio 2023 data di sospensione.

Pochi giorni dopo ecco un nuovo comunicato dell’ITIA riguardante ben sette tennisti provenienti dal Belgio. Le sanzioni sono collegate a un filone di indagini svolte dalle autorità belghe in merito al match fixing. Collaborazione tra ITIA e autorità belga che hanno portato all’arresto di colui che orchestrava le file di questa rete di corruzione, Grigor Sargsyan.

Le sanzioni dell’ITIA ai danni dei sette giocatori seguono le condanne inflitte dal tribunale belga che ha seguito il caso. I sette giocatori sono: Arnaud Graisse, Arthur de Greef, Julien Dubail, Romain Barbosa, Maxime Authom, Omar Salman e Alec Witmeur.

Witmeur, de Greef and Barbosa erano stati sospesi in maniera provvisoria già dal lontano maggio 2021 in seguito alla formalizzazione delle accuse da parte delle autorità belghe. Witmeur ha ammesso sei violazioni del TACP, mentre de Greef e Barbosa hanno entrambi ammesso di aver commesso nove violazioni del programma anticorruzione.

Il nome che fa più rumore è sicuramente quello di Arthur De Greef. Quello che ormai possiamo definire ex tennista belga, ha fatto parte della squadra di Coppa Davis nella stagione 2017, giocando in singolare contro la Germania e in doppio nella semifinale contro l’Australia. Il belga vanta anche due titoli Challenger nel suo palmares. Best ranking alla posizione 113 nel 2017, De Greef è stato sospeso per tre anni e nove mesi, oltre ad una multa di 45 mila dollari (31.500 dei quali sospesi).

Witmeur è stato sospeso per due anni e sette mesi mentre Barbosa per tre anni e nove mesi. Anche per loro due vi è una sanzione pecuniaria associata. Le sanzioni scattano dalla data di inizio della sospensione provvisoria, pertanto Witmeur finirà la sua sospensione il 26 dicembre 2023. De Greef e Barbosa nel febbraio 2025. La sanzione più pesante è stata inflitta a Graisse, 4 anni e 10 mesi. Dubail e Authom sono stati sospesi per 3 anni e 9 mesi, Salman per due anni e sette mesi. Le loro sanzioni partono dal mese di ottobre 2023, mese nel quale è stata loro notificata la sospensione.

Durante il periodo di sospensione, ai giocatori è vietato qualsiasi contatto con il mondo del tennis. Nel dettaglio è vietato loro giocare, allenare o partecipare a qualsiasi evento di tennis autorizzato o svolto sotto l’egida delle entità che sono membri dell’ITIA: ATP, ITF, WTA, Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open, o qualsiasi altra associazione nazionale.
 
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CAT_IMG Posted on 25/11/2023, 15:19     +1   -1
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L’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha comunicato la squalifica per 10 anni e 6 mesi del giudice di sedia sloveno Marko Ducman per aver violato il Programma anticorruzione del tennis (TACP). 

Ducman ha ammesso quattro violazioni del TACP, comprese le scommesse su partite di tennis e la manipolazione dei dati delle partite in cui era arbitro per facilitare le scommesse.

Ducman ha collaborato pienamente con le indagini dell’ITIA e ha accettato una sanzione concordata ed è stato anche multato per 75.000 dollari, di cui 56.250 sospesi. Lo sloveno aveva arbitrato tornei ITF, ATP e WTA nella sua carriera.

L’ufficiale di gara, bronze badge, era già stato provvisoriamente sospeso dall’8 settembre 2023 e tale periodo rientrerà in quello ricevuto per la squalifica che terminerà il 7 marzo 2034.

Fino ad allora Ducman non potrà arbitrare o partecipare a qualsiasi evento di tennis organizzato dai membri dell’ITIA: ATP, ITF, WTA, Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open, o qualsiasi altra associazione nazionale. 
 
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CAT_IMG Posted on 13/1/2024, 15:57     +1   -1
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L’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha confermato di aver squalificato per dieci anni il tennista francese Leny Mitjana per 11 violazioni del Programma anticorruzione del tennis. Per lui anche una multa di 20.000 dollari.

La sanzione è collegata a un procedimento penale recentemente concluso in Belgio per alcune partite di tennis truccate. La collaborazione tra l’ITIA e le autorità belghe ha portato a una pena detentiva di cinque anni per colui che era a capo di un gruppo di truffatori, Grigor Sargsyan.

Mitjana è stato n. 458 nel ranking ATP nel 2018, best ranking in carriera. Ha negato tutte le accuse relative alle combine di gare disputate nel 2017 e nel 2018.

Nell’udienza davanti all’Anti-Corruption Hearing Officer, Mitjana è stato ritenuto colpevole di aver agevolato le scommesse, match-fixing, aver persuaso altri tennisti a non impegnarsi al massimo e non aver riportato i tentativi di corruzione.

La sospensione decorrerà dalla data della sentenza, 22 dicembre 2023, fino alla mezzanotte del 21 dicembre 2033.

Durante il periodo di squalifica, al giocatore è vietato giocare, allenare o partecipare a qualsiasi evento di tennis autorizzato dai membri dell’ITIA (ATP, ITF, WTA, Tennis Australia, Federazione francese di tennis, Wimbledon e USTA) o di qualsiasi associazione nazionale.
 
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CAT_IMG Posted on 6/2/2024, 13:48     +1   -1
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Il lato marcio dello sport. Anche se molto più raramente e con un clamore minore, anche nel tennis si verificano casi di combine, giri di scommesse che compromettono l’essenza del gioco. Negli ultimi anni l'International Tennis Integrity Agency (ITIA), organismo indipendente istituito dai suoi membri per promuovere, incoraggiare, migliorare e salvaguardare l'integrità del tennis professionistico in tutto il mondo, ha spesso smascherato alcuni giri di partite truccate che hanno coinvolto tennisti del circuito Atp.

Il caso più importante è quello che ha portato alla squalifica di un gruppo di giocatori capitanati dal “Maestro Sargsyan”, armeno che aveva messo in piedi il più grande impero di match combinati nella storia del tennis.

Tra i giocatori più noti invece, anche il russo Aslan Karatsev e il georgiano Nikoloz Basilashvili sono stati indagati nel 2022 per alcune partite sospette in momenti poco felici delle loro carriere. L’ultima condanna in termini temporali è arrivata in questi giorni, con la squalifica per sette anni di Maxence Broville, tennista francese il cui best ranking è stato la posizione 708 nel 2023, per non aver cooperato con un'indagine dell'ITIA. Al tennista francese è stata combinata anche una multa di 5 mila dollari.

Le accuse di combine all’atleta transalpino risalgono al 2017 e al 2018. Broville è stato ritenuto responsabile di violazioni dei punti F.2.b e F.2.d della TACP, che riguardano la mancata collaborazione con un'indagine dell'ITIA, compreso il rifiuto di sottoporre a esame i dispositivi personali quando gli investigatori dell'ITIA ne hanno fatto richiesta scritta.

Accuse negate da Broville, il quale è stato condannato ad una sospensione di 7 anni durante l’udienza del 5 gennaio 2024 davanti al funzionario indipendente dell'Anti-Corruption Hearing Officer (AHO) Charles Hollander.

Broville è stato sospeso provvisoriamente dal 20 giugno 2023, quindi la sua squalifica terminerà il 19 giugno 2030. Durante il periodo di ineleggibilità, al giocatore è vietato giocare, allenare o partecipare a qualsiasi evento tennistico autorizzato o sanzionato dai membri dell'ITIA (ATP, ITF, WTA, Tennis Australia, Federazione Francese di Tennis, Wimbledon e USTA) o da qualsiasi associazione nazionale.
 
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CAT_IMG Posted on 24/2/2024, 15:27     +1   -1
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Continua il lavoro dell’International Tennis Integrity Association, nota a tutti con la sigla ITIA, nel suo processo di salvaguardia dell’integrità del panorama tennistico mondiale.

Nelle scorse settimane era finito nella rete dell’agenzia anticorruzione il tennista francese Maxence Broville, con una sanzione di sette anni per match fixing. Sempre nelle mire dell’ITIA vi era finito l’ex tennista statunitense James Blake per tematiche collegate a sponsorizzazioni, visto il suo ruolo di direttore del torneo di Miami (qui i dettagli).

Nella giornata di venerdì 23 febbraio, l’ITIA ha comunicato l’emanazione di un periodo di sospensione di 15 mesi per il tennista italiano Andrea Rita. Rita ha ammesso di essere colpevole di diverse violazioni del programma di anticorruzione, il Tennis Anti-Corruption Program (TACP).

Nel dettaglio il ventitreenne Andrea Rita ha ammesso di aver commesso quattro violazioni del TACP tra il 2018 e il 2020. Il tennista italiano ha dichiarato all’ITIA di aver scommesso su incontri di tennis. Inoltre Rita ha ammesso di non aver riportato alle autorità competenti degli approcci legati a tentativi di corruzione.

Non solo periodo di sospensione ma per Rita è arrivata anche una sanzione pecuniaria. Infatti, al tennista italiano è stata comminata una multa di cinque mila dollari, quattro dei quali sospesi. Rita ha accettato in pieno la sanzione, avendo collaborato con l’ITIA, rinunciando a qualsiasi appello.

Il periodo di ineleggibilità di Rita ha come data di inizio lo scorso 26 gennaio. Il tennista italiano dovrà rimanere lontano dai campi sino al 25 aprile 2025. Durante il periodo della sanzione a Rita sarà vietato giocare, allenare o partecipare a qualsiasi evento che si svolgerà sotto l’egida dei membri dell’ITIA ossia ATP, ITF, WTA e le quattro autorità che organizzano i tornei del Grande Slam. La sanzione si applica anche agli eventi organizzati da qualsiasi federazione nazionale.

Ricordiamo che in carriera Andrea Rita non è mai riuscito a conquistare un posto nel ranking ATP. Il ventitreenne italiano come best ranking la posizione 1712 nel ranking ITF, raggiunta nel Giugno 2023.
 
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