Andy Roddick Italian Fans Forum - Tennis passion

Lorenzo Sonego

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CAT_IMG Posted on 17/10/2018, 13:25     +1   -1
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Si dice che le condizioni fondamentali per il successo nel tennis, come in tutti gli sport, siano il talento, la testa e l’avere le persone giuste intorno. Lorenzo Sonego, uno dei migliori prospetti italiani del momento, le possiede tutte. La sua esplosione ad alti livelli è arrivata in maniera inaspettata. Basti pensare che l’anno scorso, di questi tempi, gravitava attorno al numero 440 del mondo mentre ora si trova abbondantemente dentro la top 100. Merito del talento indubbio del ragazzo, ma anche dell’apporto silenzioso dei genitori, Federica e Giorgio, e di coach Gianpiero “Gipo” Arbino, con il quale abbiamo avuto occasione di parlare durante un piovoso sabato al Challenger di Firenze.

Avvicinatosi al tennis come autodidatta all’età di 18 anni, “Gipo” avrebbe potuto intraprendere una strada completamente diversa. Era infatti stato selezionato dalla Scala di Milano come giovane tenore, ma non se l’è sentita di proseguire col canto. “Ho lasciato perché non avevo troppa fiducia in me stesso e credevo che sarebbe stato troppo difficile. La passione per il tennis mi ha spinto a fare il maestro e me ne sono innamorato subito”. Dopo cinque anni come direttore tecnico al Circolo Tennis Le Pleiadi di Torino e altri quattordici passati al Circolo della Stampa, ha fondato un proprio team al Green Park di Rivoli dove allena svariati giocatori tra cui Sonego. Affezionatissimo a questo progetto, Gipo lo segue costantemente, anche quando è in giro per tornei con Lorenzo. “Mando giornalmente i programmi e anche la suddivisione dei campi. È impegnativo ma per ora ci riesco. Ovviamente sto cercando di trovare sempre più collaboratori che mi aiutino e mi sollevino da qualche responsabilità”.

Il rapporto tennistico, ma anche umano, con Lorenzo affonda le sue radici indietro nel tempo. Sin da quando il ragazzo si è avvicinato, un po’ tardivamente, a questo sport. “Praticamente gli ho messo in mano la racchetta. Lui ha iniziato molto tardi, a 11 anni, facendo un paio di lezioni con un altro maestro, mio amico, che ha intravisto del potenziale e lo ha mandato da me. In pochissimo tempo riusciva già a fare delle partitelle”.

A differenza di molti altri suoi coetanei professionisti, Sonego ha saltato quasi completamente il percorso giovanile. Un po’ perché si è approcciato tardi al tennis e un po’ perché contemporaneamente giocava anche a calcio, ad alto livello. Questo mancato bagaglio di esperienze potrebbe sembrare un handicap, ma invece è uno dei punti di forza di Lorenzo. “Non ha esperienza under perché fino a 13 anni giocava ancora a calcio nelle giovanili del Torino. Poi ha deciso di smettere perché, essendo piccolino e magro, prendeva solo tante botte. Il fatto di aver iniziato tardi e di non avere questo background da under, da una parte è negativo perché ovviamente gli mancano delle esperienze che i suoi coetanei invece hanno, dall’altra invece gli ha permesso di mantenere una certa ‘verginità agonistica’ che gli toglie pressioni”.

Proprio l’aspetto mentale è una delle migliori qualità di Sonego e lo si è visto anche durante il torneo fiorentino. Nella semifinale persa contro Andujar, in due occasioni ha annullato palla break con una smorzata e un rovescio lungolinea, due colpi che nel resto della partita non erano mai andati a buon fine. Tanta personalità dunque e soprattutto grande serenità, come non manca di sottolineare anche coach Arbino. “Ha la fortuna di amare il tennis e di giocare per divertirsi. Riesce ad affrontare allo stesso modo sia la vittoria che la sconfitta e soprattutto ha imparato ad analizzare le partite come mezzo per crescere, senza esaltarsi troppo o abbattersi quando le cose vanno male. Lui gioca e basta. Sembra che gli scivoli tutto addosso, anche adesso che inizia a giocare sempre più partite da favorito. Io cerco di aiutarlo, dicendogli che la classifica dell’avversario non conta perché il livello è altissimo. Tennisticamente tra il numero 50 del mondo e il 400, le differenze sono pochissime e ci sta di perdere”.

Da un punto di vista tecnico invece, c’è ancora da lavorare. Il dritto e il servizio sono già di livello altissimo, mentre il rovescio è ancora troppo ballerino. I miglioramenti da quel lato sono stati comunque evidenti, così come nella tendenza a verticalizzare di più, a dispetto di un certo qual “virus da terra rossa” che ogni tanto salta fuori nei momenti di maggior difficoltà. “Lorenzo è un giocatore a tutto campo, ma essendo nato come rematore perché non aveva troppa forza, ogni tanto ricade in queste abitudini. Se si rende conto di poter vincere lo scambio da dietro, arretra e non è propositivo. Sono io che lo costringo ad andare avanti e a prendersi dei rischi, anche perché inevitabilmente quello sarà il suo futuro. Serve bene, ha una buona volée, specialmente dalla parte del dritto, e smasha bene. In Australia contro Haase è andato molte volte a rete. Se vede che l’altro non ha un gran passante e non risponde in maniera fulminea, allora prende coraggio e diventa davvero un giocatore a tutto campo molto pericoloso. Viceversa se l’avversario lo passa con discreta continuità e risponde bene, si spaventa e arretra”.

Il percorso di crescita di Sonego è stato favorito anche dalla FIT, in particolar modo attraverso il progetto Over 18. “Tre anni fa, al momento del “clic”di Lorenzo, ho telefonato a Tirrenia dove è stato ospitato per tre giorni. Ha palleggiato con Travaglia e altri ragazzi, facendo subito colpo. La Federazione ha quindi deciso di dargli 25,000 euro per aiutarlo a sostenere le spese di viaggio per i torneip. Io dal canto mio non mi sono fatto mai pagare, se non le spese vive, per potergli permettere di fare più esperienza possibile”. Parole al miele anche per il coordinatore del progetto Umberto Rianna. “Umberto è stato importantissimo per la programmazione e la costruzione della professionalità del ragazzo. Ancora oggi decidiamo insieme la programmazione”.

Nonostante tutti questi salti in avanti, Sonego e coach Arbino rimangono realisti e non vogliono bruciare le tappe. “L’obiettivo è rimanere nei 100 per poter poi partecipare agli Australian Open. Fino alla fine dell’anno giocheremo ancora essenzialmente Challenger. Andremo a Ortisei e a Ismaning, dove Lorenzo difende un titolo e una finale. A seconda dei risultati di questi prossimi tornei, potremmo poi decidere di tentare gli ATP 500 di fine anno. I margini di miglioramento sono tanti e io sono convinto che possa ancora fare un salto di qualità prima di gennaio. Ad ogni modo non bisogna avere fretta e io sono convinto che il suo anno sarà il 2020”.
 
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CAT_IMG Posted on 24/12/2018, 15:29     +1   -1
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Premiato durante i “Supertennis Awards”, il giovane azzurro Lorenzo Sonego ha parlato della repentina ascesa compiuta quest’anno, che lo aveva visto partire addirittura dalla posizione numero 446 del ranking ATP. Il talento piemontese proverà a fare ancora meglio nel 2019, sempre sotto la guida di Gipo Arbino.

“E’ stato un anno molto positivo, in cui ho potuto vivere tante preziose preziose. Mi sono confrontato con avversari di valore assoluto. Per la prima volta mi sono misurato con i tornei più importanti e prestigiosi del calendario e sono anche riuscito a rompere il fatidico muro della Top 100. Mi sento insomma arricchito sia dal punto di vista tecnico sia atletico. Per tutte queste ragioni, se dovessi dare un voto alla mia stagione, sento di meritare un bel 10, soprattutto per la crescita. Tanto più se ripenso al fatto che alla fine di agosto 2017, a causa di un infortunio al polso, che mi aveva frenato nella parte cruciale della stagione, ero sceso in classifica mondiale fino al numero 446″ – ha spiegato infatti Sonego.

Lorenzo ha proseguito: “E’ stata davvero una bellissima soddisfazione, anche perché inaspettata per quanto presto è arrivata. Io e il mio coach Gipo Arbino, che mi segue da quando avevo 11 anni, ci eravamo dati infatti almeno due-tre anni di tempo per puntare ad un obiettivo del genere. Però, sinceramente, sono altri due i momenti che più mi sono rimasti impressi per il contenuto emotivo che li ha accompagnati. Ovvero la prima partita vinta in uno Slam, agli Australian Open, con quell’incredibile rimonta sull’olandese Haase e il successo d’esordio a Roma, sul Centrale del Foro Italico, contro il francese Mannarino, il mio primo in un “1000”, qualcosa di indimenticabile soprattutto per l’atmosfera che si respirava in campo. La delusione maggiore, invece. è legata al finale di stagione: speravo di poter chiudere il 2018 dentro i top 100, per garantirmi un posto nel tabellone principale a Melbourne, e invece non ci sono riuscito.”
 
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CAT_IMG Posted on 23/3/2019, 16:32     +1   -1
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Qualche rimpianto per Lorenzo Sonego che ha avuto comunque l’opportunità di esibirsi nel gigantesco Hard Rock Stadium contro il padrone di casa John Isner. “Sto giocando molte partite di alto livello. Mi sento davvero migliorato rispetto all’anno scorso, ho lavorato tanto e devo continuare a farlo, i risultati arriveranno di conseguenza. Nel frattempo sto facendo molte esperienza, era la prima volta che giocavo qui e non avrei potuto chiedere di meglio” – ci ha confidato il torinese subito dopo la fine del match. Sonego non ha grossi rimpianti sul set point nel secondo set: “Lui ha fatto ace, quindi non c’è stato nulla da fare. Mi aspettavo che avrebbe servito sul mio rovescio, invece è andato al centro.”

Le enormi dimensioni dello stadio non hanno messo in soggezione il piemontese: “In queste situazioni io mi gaso. Più è grosso lo stadio, più mi sento bene. Non è facile giocare in uno stadio così grande, peraltro contro un americano, mi sono divertito un sacco e penso di non aver nulla da recriminare.”

L’evoluzione di Lorenzo negli ultimi dodici mesi è sotto gli occhi di tutti. Dietro c’è un lavoro costante: “Sono migliorato moltissimo dal punto di vista fisico, prima ero indietrissimo rispetto agli altri. Confrontarmi con giocatori di questo livello mi ha spinto a migliorare e a lavorare con sempre maggiore intensità. Anche i Challenger mi hanno aiutato, perché lì il livello è altissimo e non puoi permetterti la minima distrazione.”

Adesso arriva la terra: “In realtà mi trovo bene sia sul rosso che sul cemento, quindi sono abbastanza tranquillo. Adesso vedremo se disputare il Challenger di Marrakech prima di Montecarlo. In generale l’obiettivo è quello di giocare il maggior numero possibile di tornei ATP e ridurre i Challenger.”
 
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CAT_IMG Posted on 19/4/2019, 13:49     +1   -1
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D. Lajovic b. [Q] L. Sonego 6-4 7-5

Quasi non ci crede, Dusan Lajovic. A 28 anni, il serbo (n. 48 del mondo), centra la sua prima semifinale in carriera in un Masters 1000 battendo il bravissimo Lorenzo Sonego. Purtroppo l’azzurro, nonostante la grinta inesauribile e il tennis sempre propositivo, non è riuscito ad arginare a sufficienza gli angoli dell’avversario e a controllare al meglio le raffiche di vento. In una giornata sferzata dal maestrale, è il serbo a prevalere con un tennis sempre offensivo. Ma Lorenzo si aggrappa con le unghie e i denti e, con un guizzo d’orgoglio, si procura un setpoint sul 5-4 del secondo parziale. Niente da fare. Con pazienza e precisione, Lajovic va a prendersi anche il secondo set chiudendo 6-4 7-5 per la gioia della torcida serba presente sugli spalti. Ma non sono stati da meno neanche i tifosi azzurri, che hanno sostenuto il loro “Sonny” fino alla fine.

Onde increspate all’orizzonte e un forte vento che soffia dal mare. Sul Centrale del Country Club gli scambi tra il nostro Lorenzo Sonego e Dusan Lajovic sono fortemente condizionati dalle raffiche del maestrale.

Il primo ad approfittarne è il serbo che, sul 3-3, riesce a destabilizzare Lorenzo infliggendogli il primo break del match. Dusan spinge, cerca gli angoli, non sbaglia. Sonego gli resta attaccato nello score; ma, alla fine, il più falloso è lui e dopo 46 minuti, il primo parziale è appannaggio di Dusan per 6-4.

Martellante il tennis di Lajovic. Il n. 48 del mondo per ora non sbaglia e, con i piedi dentro il campo, spinge indietro l’azzurro che è costretto a rincorrerlo. Dusan allunghe le distanze ad inizio secondo set staccando l’avversario sul 2-0. Eppure, Lorenzo non ci sta a subire ed è bravo a reagire con grinta, intascando il suo game di battuta. “Sonny! Sonny! Sonny!” urlano i tifosi italiani dagli spalti, non lasciando mai l’azzurro da solo. Ma non scherzano neanche gli spettatori serbi che scoppiano in un boato ad ogni punto di Lajovic.

Nonostante lo svantaggio, Lorenzo mette in campo un ottimo tennis e si procura una palla break; ma il serbo è pronto a sorprenderlo con l’ennesimo incrociato di dritto; l’azzurro non riesce ad essere sufficientemente aggressivo e Lajovic allunga il passo sul 3-1.

Il torinese si procura un’altra possibilità per strappargli il servizio sul 2-3 e questa volta non se la lascia sfuggire. Lorenzo lotta negli scambi, inducendo all’errore l’avversario per impattare sul 3-3. Si esalta adesso Sonego che passa in vantaggio 4-3. Insomma, il torinese si ricorda di essere un “vichingo”, spinge ed entra dentro il campo per andarsi a prendere il 5-4. Si procura un setpoint ma purtroppo viene tradito da un rovescio che lungo. Lajovic ne approfitta e, giocando centrale per togliergli gli angoli, lo obbliga ad andare a cercare le geometrie più estreme. Il serbo non solo pareggia i conti sul 5-5 ma sale 6-5. Entrambi continuano a spingere a più non posso. Ora ci sono due matchoint per Lajovic; Lorenzo aggredisce ancora e ne salva una ma il secondo è quello buono. A 28 anni, Dusan Lajovic realizza il miglior risultato in carriera issandosi per la prima volta in semifinale in un Masters 1000. Ma Sonego non smentisce la sua signorilità, maturità e sportività: “Bisogna riconoscere i meriti del mio avversario che ha giocato una partita incredibile; io ho disputato un ottimo match ma lui ha meritato la vittoria. Parto da qui con un’esperienza meravigliosa e ora voglio continuare a progredire, ho ancora tanto margine di miglioramento“.
 
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CAT_IMG Posted on 20/5/2019, 14:22     +1   -1
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Lorenzo Sonego ha perso il suo match di primo turno agli Internazionali BNL d’Italia contro Karen Khachanov. In conferenza stampa, il tennista italiano ha espresso tutto il proprio rammarico per la sconfitta ed ha parlato di uno dei suoi sogni.

“Sono molto dispiaciuto per come è andata la partita. Nel primo set ho giocato male, nel secondo ero molto vicino e mi sentivo bene, avrei potuto vincere. Lui è stato bravo a gestire i momenti difficili. Il mio obiettivo è quello di giocare contro i grandi campioni nei tornei più importanti del mondo. Affrontare Roger Federer sarebbe un sogno”.

Sonego dovrà lavorare molto sia dal punto di vista fisico che tattico per raggiungere un elevato livello di gioco. Parlando proprio dei miglioramenti necessari per il definitivo salto di qualità, Sonego ha spiegato: “Bisognerà lavorare soprattutto dal punto di vista fisico, poi ci sono ovviamente momenti della partita in cui devo fare la scelta migliore. Solo continuando a giocare partite di questo livello capirò come superare i momenti difficili”.

Sui fischi rivolti dal pubblico del Foro Italico a Khachanov, Sonego ha infine detto: “Ero triste per questo, Karen non meritava questo tipo di trattamento".
 
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CAT_IMG Posted on 29/6/2019, 17:41     +1   -1
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L. Sonego b. M. Kecmanovic 6-7(5) 7-6(5) 6-1

Fino ad un paio di settimane fa l’unico titolo vinto da un giocatore italiano su erba era quello di Andreas Seppi ad Eastbourne 2011. Adesso a otto anni di distanza i trofei “verdi” sono diventati tre. Dopo lo splendido successo di Matteo Berrettini a Stoccarda, arriva anche l’importantissima vittoria di Lorenzo Sonego sui prati (invero un po’ riarsi) di Antalya. In finale il 24enne di Torino ha avuto la meglio su un caparbio Miomir Kecmanovic, anch’egli all’esordio in una finale ATP e che per due ore e mezzo lo ha fatto dannare parecchio, arrivando anche a match point, prima di subire un vistoso calo fisico nel terzo set. Primo titolo dunque per Lorenzo Sonego, proprio sulla superficie meno attesa viste le note inclinazioni “terraiole” dell’azzurro. Per tutta la settimana invece Lorenzo ha dimostrato di adattarsi molto bene all’erba, per quanto lenta, traendo il massimo dal proprio servizio e aggiustando la preparazione dei colpi. Un’iniezione di fiducia davvero importante in vista di Wimbledon, dove si presenterà con un nuovo best ranking di numero 46 del mondo e un altro bel risultato per il tennis italiano in questo 2019. Per la prima volta nell’era Open infatti quattro tennisti diversi hanno vinto almeno un titolo nello stesso anno (prima di lui Cecchinato a Buenos Aires, Fognini a Montecarlo e Berrettini a Budapest e Stoccarda).

Sonego ha servito in maniera eccellente per tutta la partita (25 ace, 76% di prime e 86% di punti vinti con la prima in campo) e ha saputo far girare con tre dritti strepitosi un match che rischiava di venire derubricato come “sfortunato”. Nel primo set infatti Lorenzo aveva avuto ben sei palle break, senza concederne nessuna, e ben quattro di queste erano set point (tre nel decimo game, uno nel dodicesimo). Kecmanovic però è rimasto attaccato alla partita rispondendo colpo su colpo con i suoi fondamentali molto fluidi. Nel momento del bisogno, quando i punti si facevano delicati, il serbo se ne usciva spesso con un vincente, sovente col rovescio e sovente in lungolinea. Giunti al tiebreak, Kecmanovic è andato in vantaggio quasi subito e non si è più fatto riprendere.

Nel secondo set, i servizi sono tornati a farla da padrone. Entrambi hanno espresso un buon livello di gioco e hanno concesso pochissimo all’avversario quando è in risposta. La prima occasione vera, ha rischiato di essere anche l’ultima, quella che decide il match. Sonego, che non aveva ancora concesso nemmeno una palla break in tutta la partita, si è ritrovato sotto 30-40 nel decimo gioco, il che equivaleva ad un match point per Kecmanovic. Una gran prima lo ha cavato di impiccio e sempre il servizio lo ha portato sul 5-5. Manco a dirlo, si è tornati a giocare un tiebreak. Qui Lorenzo ha serviro benissimo, ma Kecmanovic ha risposto altrettanto bene, riuscendo quasi sempre a far partire lo scambio. Nel palleggio, agevolato e allo stesso tempo ostacolato dal manto (non più) erboso del torneo turco, Sonego ha fatto la differenza con due dritti lungolinea da spellarsi le mani che lo hanno portato sul 6-4. Il primo set point, con servizio a favore, è scivolato via, ma il secondo è stato quello buono. Un set pari dopo quasi due ore e mezza di gioco.

Il set decisivo è iniziato con un forte odore di terzo tiebreak: i primi tre giochi sono stati tutti vinti a zero dal giocatore al servizio. Invece Sonego si è inventato un altro dritto inside-in che ha lasciato fermo Kecmanovic, procurandogli due palle break. Sulla seconda Sonego finalmente è riuscito a strappare la battuta al proprio avversario. Andare 4-1 non è stato particolarmente difficile, anche perché Kecmanovic ha iniziato a manifestare evidenti difficoltà fisiche e a rincorre a stento le palline ribattute da Sonego. Praticamente fermo, il serbo si è consegnato senza ribellioni ad un ingeneroso 6-1.

Sonego-Kecmanovic
 
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CAT_IMG Posted on 30/6/2019, 13:29     +1   -1
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Lorenzo Sonego è al settimo cielo dopo aver conquistato per la prima volta un titolo Atp. Lo ha fatto ad Antalya, Turchia, battendo in finale con tanto di match point salvato il serbo Miomir Kecmanovic col punteggio di 6-7 (5) 7-6 (5) 6-1.

"E' il primo titolo e sono contento per la mia famiglia, il mio allenatore, per tutte le persone che mi sostengono. Mi piace tanto giocare su erba, è stato divertente e ora sono pronto per Wimbledon. E' una buona possibilità perchè ho buone sensazioni ora e darò il massimo", ha detto il 24enne di Torino. "E' stato un grande torneo col mare e il sole. C'è stato tanto caldo ma ho vissuto una settimana splendida".

lorenzo-sonego-settimana-splendida-a-wimbledon-daro-il-massimo-
 
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CAT_IMG Posted on 9/12/2019, 15:30     +1   -1
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Nel corso di un’intervista concessa a SuperTennis TV, Lorenzo Sonego ha parlato dell’ultima edizione della Coppa Davis, che ha visto il team di Corrado Barazzutti uscire sconfitto nel girone con Canada e Stati Uniti. “Sono onorato di essere stato lì, anche se il nuovo formato non ci entusiasma” ha dichiarato il torinese. “Spero di essere capace, in futuro, di far nuovamente parte del team e di dare così il mio contributo”.

Per Sonego è stata una stagione indimenticabile, con il primo titolo ATP conquistato ad Antalya. “Non mi sarei mai aspettato di ottenere un risultato così importante su erba come vincere l’Antalya Open” ha ammesso il classe ’96. “Venivo da due sconfitte al primo turno, perciò non è che avessi grandi aspettative. Ma raggiungere i quarti di finale a Monte Carlo e giocare bene contro Roger Federer al Roland Garros mi hanno dato molta fiducia”.

Sull’esplosione del tennis italiano, con gli exploit stagionali di Sinner, Berrettini, Fognini e dello stesso Sonego, è intervenuto anche Diego Nargiso: “Questi sono tutti ragazzi che rappresentano l’Italia non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano. Da ragazzino, tifavo per Adriano Panatta e per il team azzurro di Davis. Mi sento ancora orgoglioso di loro”.
 
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CAT_IMG Posted on 27/12/2019, 14:22     +1   -1
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“Lo sai che la tachipirina 500, se ne prendi due, diventa 1000…”. Questi versi non memorabili del cantautore laziale Calcutta (ascoltatelo, è in gamba), chissà perché, ci fanno venire in mente Lorenzo Sonego. E che ci azzecca, direbbe un noto ex magistrato molisano? Beh, per similitudine con la estrema banalità di un concetto a quegli riferito, che più o meno recita: molto meglio vincere, che perdere… Fermi tutti: prima che possiate pensare, in maniera del tutto lecita per carità, che il vostro cronista sia andato completamente fuori di testa proverò a spiegarmi.

Prendiamola larga: l’idea è sempre stata che Matteo Berrettini e il Lorenzo di cui sopra, da quando si sono affacciati sul circuito principale con i primi probanti risultati, fossero da considerare come i gemelli diversi del tennis italiano. Entrambi ben strutturati fisicamente (forse il romano più potente, il torinese più agile), bella botta di servizio – in assenza del quale oggi è difficile far molta strada -, maturazione un po’ più lenta degli altri in perfetto stile tricolore (hanno cominciato a dar segni importanti di sé oltre i 20 anni abbondanti), solerti lavoratori al fine di limare alcuni difettucci.

Insomma, molti elementi lasciavano presumere che entrambi, da gennaio 2019 in avanti, avrebbero compiuto un percorso ulteriormente virtuoso nel corso della stagione, tale da condurli al ‘game over’ di dicembre se non all’interno dei primi 20 del mondo, quantomeno tra i primi 40.

Già, gemelli ma un po’ diversi almeno per ora, stante il fatto che l’allievo di Santopadre appariva comunque più avanti del compare, a dispetto dell’anno in meno di età: non a caso a fine 2018 Berrettini era già n. 54, Sonego appena sopra i 100, dopo essere stato 86. Uno dei due ha superato – per clamoroso difetto – le aspettative, entrando addirittura nei top ten, e uno le ha mancate per leggere eccesso (solo 53). La forbice insomma si è allargata, ma c’è stato un momento preciso, l’estate passata, in cui il destino del pupillo di Arbino ha preso una piega differente da quel che poteva essere, e che sembrava.

SLIDING DOORS – Già, le classiche ‘sliding doors’, quelle porte girevoli che, a seconda di dove esci, ti fanno finire in un posto piuttosto che un altro: e non è mai la stessa cosa… Riavvolgiamo il nastro della memoria: Lorenzo è appena reduce dall’aver pescato l’omonero al Roland Garros, sotto le sembianze di un Federer al ritorno dopo un bel po’ al Bois de Boulogne, pertanto tutt’altro che in vena di elargire concessioni a chicchessia. Si va sull’erba, e parte maluccio a ‘s-Hertogenbosch ed Halle (zero successi), prima di portarsi in Turchia: ad Antalya, torneo di recente costituzione, finalmente vince la prima partita sull’erba della carriera, vittima Joao Sousa!

Ci prende gusto evidentemente, e diventa… una pecora tutto d’un botto, perché pascola in tranquillità sino alla finale – facendo fuori Gunneswaran, Mannarino, Carreno Busta. Atto conclusivo, dinanzi Miomir Kezmanovic: non si mette benissimo, perde il primo, salva un match-point nel secondo, ma poi prende il largo. Insomma, per farla breve, primo titolo ATP, e numero 46 nel ranking… Wow, che sballo! Festa, canti balli et similia, come è giusto, ma moderati, dato che incombe Wimbledon: e arrivarci avendo guadagnato un titolo sull’erba è proprio un bel biglietto da visita. Però… eh già, qui casca l’asino.

WIMBLEDON AMARO – Sì, perché un sorteggio da un lato benevolo, dall’altro beffardo, gli para difronte Marcel Granollers: lo spagnolo è in fase calante, poteva capitare molto di peggio, quindi ok. Ma Lorenzo è finito nella metà di tabellone che gioca subito, di lunedì, e la cosa rischia di diventare un problema mica da ridere… E lo diventerà, secondo la famigerata legge di Murphy (“Se una cosa può andar storta, di sicuro ci andrà”…): il nostro soccombe al tie-break nel primo, e non trova più la forza di opporsi validamente.

Ci sono insomma abbondanti indizi che lasciano ritenere come il 24enne piemontese non sia riuscito a ricaricare appieno le batterie, fisiche ma soprattutto mentali: in Turchia ha chiuso a sabato pomeriggio inoltrato, bagagli in fretta e furia per portarsi a Londra, solo la domenica di tregua. Ma probabilmente non sufficiente, fra umano rilassamento, adrenalina ancora in circolo, qualche acciacchino che ci sta sempre quando giochi una settimana di fila… et voilà signore e signori, il gioco è fatto!

Stiamo facendo del fantatennis, però altre 24 ore di respiro forse avrebbero consegnato una storia diversa al buon Sonego, ben più eccitante di come è andata poi nel prosieguo stagionale. Eh sì, dato che nella seconda parte dell’anno si è discretamente afflosciato, con pochi sussulti (ed uno solo di qualità, le semifinali sulla terra di Kitzbuhel; oltre alla rivincita netta con lo stesso Granollers agli US Open, ancora primo turno, scherzi del calendario): disputare un buon Wimbledon avrebbe significato molto per il morale ed il ranking, e pure dal punto di vista economico – un bel gruzzoletto, finché non sei proprio un toppone, fa sempre comodo.

Ed eccoci allora all’assunto di partenza: meglio vincere piuttosto che perdere, perché in questo caso non vincere ha avuto conseguenze durevoli, parrebbe, tali da far sì che il classe 95 sia rimasto lontanuccio dai programmati (dal sottoscritto, ma forse pure da lui) top 30/35 alla breve pausa invernale. Vabbè, ora si riparte alla grande, in ricerca dei sei mesi… perduti: e soprattutto, in caccia del gemello diverso, che ha indicato la strada giusta.
 
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CAT_IMG Posted on 4/1/2020, 15:27     +1   -1
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Il 2020 potrebbe essere l’anno della definitiva consacrazione per Lorenzo Sonego. Il giocatore torinese ha compiuto un esponenziale salto di qualità nelle ultime due stagioni, ma il suo desiderio di continuare a migliorare è rimasto immutato. Poco prima di volare a Doha per il primo torneo stagionale, l’azzurro (insieme al suo coach Gipo Arbino) si è gentilmente concesso ai microfoni di Tennis World Italia per fare il punto al termine della preparazione invernale.

Mentre si disputa la prima edizione dell’ATP Cup, Sonego ha preferito recarsi in Qatar: “All’inizio volevo andare all’ATP Cup, ma poi – ragionandoci con il team – abbiamo capito che se Fognini e Berrettini stavano bene, sarebbe stato difficile giocare. Disputare un ATP sarebbe stato meglio per rifinire la preparazione, siamo stati tutti d’accordo. Nel momento in cui Berrettini ha annunciato il suo forfait, era ormai troppo tardi per cambiare la decisione. Sono convinto di aver fatto la scelta giusta”.

Lorenzo ha lavorato bene in ottica 2020: “Purtroppo la preparazione non è stata molto lunga, ma ho lavorato bene e nel mezzo c’è stata anche qualche esibizione di livello (tipo quella di Brescia). Ho lavorato tanto fisicamente, ma anche su quegli aspetti del mio gioco che necessitavano di essere affinati. La video-analisi ci ha fornito un aiuto davvero importante, quindi devo ringraziare Danilo Pizzorno perché è stato fondamentale”.

Con gli Australian Open alle porte, è lecito fare qualche previsione: “Innanzitutto, quest’anno sono in tabellone per la prima volta senza dover fare le qualificazioni. Purtroppo non sarò testa di serie, quindi ci vorrà anche un po’ di fortuna. Questi due tornei prima di Melbourne saranno importanti per crescere ancora, sono in forma e credo ci sia la chance di far bene. In generale, l’obiettivo è quello di stare tra i primi 50 per tutta la stagione. A parte il ranking, punto tanto sul miglioramento e sul fare partite importanti per ridurre il gap in termini di esperienza”.

La scorsa stagione è stata incredibile per tutto il tennis italiano, un exploit che ha radici molto più profonde di quanto non sia lecito immaginare. “Siamo un gruppo di ragazzi molto legati, soprattutto con Berrettini nel mio caso. Già l’anno prima la semifinale di Cecchinato a Parigi era stato uno stimolo per tutti, ognuno fa la propria strada, ma siamo sempre pungolati dal risultato degli altri. Vado avanti con la massima serenità e sportività, non ci sono invidie, anzi ci alleniamo spesso insieme e andiamo a cena fuori. Siamo un bel gruppo” – ha concluso Sonego.

Lorenzo Sonego è riuscito a togliersi delle belle soddisfazioni nelle ultime due stagioni, tra cui lo sfizio di giocare contro Roger Federer sul Campo Centrale del Roland Garros. Pur uscendo sconfitto in tre set, il giovane torinese non ha sfigurato al cospetto del 20 volte campione Slam, riuscendo anzi a far partita pari nella terza frazione.

Intervistato da Tennis World Italia poco prima di volare a Doha, l’azzurro ha ricordato quel primo turno dinnanzi alla leggenda svizzera: “Non so dire se sia stata o meno una fortuna. Da un lato ho avuto la chance di affrontare il mio idolo, ma farlo già all’esordio non è stato il massimo della buona sorte. Devo ammettere che – a parte il primo set dove ero molto emozionato – ho disputato un buonissimo match. È normale che i top players come Federer, Nadal e Djokovic abbiano quel qualcosa in più che nei momenti importanti viene fuori, anche un solo 15 giocato in maniera straordinaria fa la differenza per garantirgli un break.

Federer è quello che più di tutti ha la capacità di scherzarti, ma sulla terra me la sono giocata bene. Sono riuscito anche a fargli un break nel secondo o nel terzo. Lo stesso Federer e Ivan Ljubicic sono venuti nello spogliatoio a complimentarsi dopo l’incontro. Era da tantissimo che Federer non giocava a Parigi, quindi il pubblico era tutto dalla sua parte. Lui è entrato in campo in maniera super professionale come se stesse giocando contro Djokovic. Sapeva che su questa superficie posso dare fastidio a tutti, come già successo con Thiem. Diciamo che era molto determinato, non si aspettava una passeggiata”.

Non poteva mancare un giudizio sulla nuova Coppa Davis: “A me è piaciuta tantissimo, con delle piccole modifiche sarebbe perfetta. Magari diluire la manifestazione in 10 giorni eviterebbe che le partite durino fino alle 2-3 di notte, che è stata la cosa più grave. Per il resto, riunire tutti i migliori giocatori per la propria nazione come se fosse un’Olimpiade è grandioso. Avendo dei giorni in più a disposizione, non ci sarebbe stata alcuna lamentela”.

Edited by Giaguaro - 4/1/2020, 15:43
 
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CAT_IMG Posted on 14/2/2020, 16:17     +1   -1
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“Non so cosa mi stia succedendo“

Con queste parole a La Repubblica Torino il tennista torinese Lorenzo Sonego ha espresso le sue sensazioni sul periodo che sta attraversando. Questa settimana, Sonego è stato eliminato al primo turno di Buenos Aires dall’uruguagio Pablo Cuevas. Se la sconfitta a una prima occhiata non ha niente di strano, visto che Cuevas è una vecchia volpe della superficie, in realtà è la punta dell’iceberg di un problema più grande.

Il tennista italiano sembra essere incappato in una crisi simile a quella che ha colpito Marco Cecchinato dopo il suo trionfo a Buenos Aires, dove pochi giorni una sconfitta al primo turno ne ha sancito l’uscita dalla top 100. I numeri di Sonego parlano chiaro: l’ultima è stata l’undicesima sconfitta di fila a livello ATP, la 17° nelle ultime 28 partite. Statistiche che raccontano in maniera chiara il periodo difficile che sta vivendo Sonny. In questo caso tutto sembra essere iniziato – paradossalmente – ad Antalya, dove Sonego ha vinto il suo primo torneo nel circuito maggiore. Riavvolgiamo il nastro.

DA ANTALYA… – Sull’erba turca non ci sono particolari aspettative, visto che Lorenzo è un giocatore impostato per la terra battuta, ma la costanza al servizio e la sua solita grinta – ben esemplificata dal tie-break disputato in ogni partita – lo portano fino a sollevare il trofeo. La finale con Kecmanovic, disputata su un campo che per via del caldo e dell’usura sembra ormai più erba battuta che erba vera, è una prova di forza. Sonego salva un match point a fine secondo set, domina il terzo e firma il suo primo ingresso in top 50, seduto sul 46esimo gradino che tutt’ora corrisponde al suo best ranking.

Dopo neanche un giorno deve subito volare in Inghilterra perché a Wimbledon lo attende il primo turno contro Granollers. Lo spagnolo si rivela un ostacolo troppo duro per un Sonego stanco che si arrende in tre set lottati. La stagione prosegue, a Kitzbuhel Lorenzo sopravvive a una partita incredibile contro Delbonis (nella quale annulla 12 palle break) e raggiunge la semifinale, dove ben figura contro l’idolo di casa e principe della terra battuta Thiem. Fino a questo momento non ci sono segnali di crisi.

Il cemento americano è però amaro. Sonego vince una sola partita tra Winston-Salem e Cincinnati (perdendo contro Kyrgios e Carreno), ma la sorte prova a dargli una mano aprendogli il tabellone dello US Open fino agli ottavi di finale, in virtù della sconfitta di Thiem per mano di Fabbiano. Il torinese supera facilmente quel Granollers che lo aveva regolato a Wimbledon ma viene dominato da Andujar al secondo turno, non certo uno specialista della superficie, fallendo così il primo accesso al terzo turno di uno Slam.

La ripresa avviene al Challenger di Genova, che per qualità dei contendenti non ha troppo da invidiare ad alcuni ATP 250. Sguazzando nel suo territorio preferito, quello della lotta, Sonego vince il torneo in finale contro Davidovich-Fokina ma non convince soprattutto al servizio, considerati i cinque break subiti in finale e una seconda insolitamente leggera.

… A OGGI – Già, il servizio. Proprio il servizio era stato la chiave del suo successo ad Antalya e della sua discreta competitività sul veloce, con picchi di percentuale di ace rate del 26%, il più alto del torneo, e una media di punti vinti con la seconda di servizio superiore al 60%. La seconda è probabilmente una delle principali cause del suo periodo negativo, visto che nelle ultime uscite del 2019 e nelle prime del 2020 ha spesso avuto numeri inferiori al 50% di punti vinti.

Un piccolo segnale di ripresa incoraggiante è in realtà giunto su questo fondamentale, che contro Cuevas e Kyrgios ha superato – anche se a fatica – la soglia del 50%. La partita contro Kyrgios, a detta del suo allenatore Gipo Arbino, è stata un segnale della sua ripresa. “Lorenzo l’ha messo alle corde, avrebbe potuto fare il colpaccio e ha perso con due tie-break“. Forse dall’esterno la sensazione non è stata la stessa: per quanto il match sia stato combattuto, la differenza è sembrata evidente soprattutto sul lato del rovescio. Ma contro Kyrgios sono in pochissimi a poter comandare il gioco.

“Stiamo lavorando soprattutto sulla risposta al servizio” dice Gipo, ma alcune perplessità – espresse dallo stesso allenatore – permangono anche sotto il profilo atletico. Sonego è un ragazzo di un metro e novanta ma pesa poco più di 80 chili, numeri che configurano un fisico davvero tanto esile per un tennista di quella corporatura. “Per questo penso che avrà altri 10/12 anni di carriera davanti a sé […] ha il fisico di un ragazzo di 18 anni e penso darà il meglio a 27“. E poi c’è il rovescio, il suo vero tallone d’Achille: il colpo è ancora troppo debole in top e poco efficace in back, e per questo viene costantemente cercato dai suoi avversari. Ma anche su questo, assicura Gipo, si lavora duramente.

Emblematico è uno scambio della partita contro Balasz a Cordoba, il punto più basso di questa serie di sconfitte, riconosciuto anche dal suo team. “Non stava bene, non si era allenato e in campo non era lui”. Sul 3-2 30-30 per il tennista ungherese, Sonego inizia lo scambio con una seconda abbastanza lenta. Balasz risponde con un dritto centrale carico ma poco profondo, Lorenzo gioca un dritto in diagonale e l’ungherese colpisce un dritto lungolinea piuttosto comodo e lento. Normalmente su un colpo del genere o si gioca il rovescio (in questo caso piuttosto semplice) o un dritto inside-out. Dopo gli errori precedenti Sonego è però timoroso sul rovescio, ed è troppo lento nel girarsi sul dritto. Che il suo colpo muoia a rete è la conseguenza naturale.

La partita contro Cuevas ci ha comunque restituito un tennista in via di guarigione e che mantiene sempre la sua attitudine da fighter. Lorenzo riuscirà a riprendersi? Il suo allenatore ne è sicuro: “Sta giocando al 30-40% in meno rispetto gli avversari […] ha grinta ed è un ragazzo d’oro, risalirà”. I tempi del tennis, però, sono molto stretti. Se è vero che Sonego conserva ancora – per una manciata di punti – un posto in top 50 nonostante il periodo negativo, è anche vero che tra marzo e aprile ci saranno da difendere i punti dei quarti di finale raggiunti lo scorso anno a Phoenix (challenger), Marrakech e soprattutto Montecarlo. Per Lorenzo è arrivato il momento di tirare fuori le unghie.
 
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CAT_IMG Posted on 28/4/2020, 14:41     +1   -1
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Il tennista italiano Lorenzo Sonego, numero 46 della classifica Atp, ha parlato ai microfoni di Sportface, raccontando gli obiettivi ed il sogno della sua carriera. Nel corso dell'intervista l'atleta ha parlato anche di questo momento difficile che lo sport ed anche il tennis stanno affrontando, momento ovviamente legato all'Emergenza Coronavirus.

Ecco le sue dichiarazioni: "Il mio sogno? Partecipare alle Atp Finals di Torino. Pensarci è d'obbligo, inutile nasconderlo. Potrei uscire di casa e raggiungere la manifestazione a piedi".

Poi prosegue: "Ho visto quanto è difficile il percorso sulla scorta dell'esperienza di Matteo Berrettini ma ho cinque anni di tempo: le Atp Finals rimangono un mio sogno e obiettivo"

Su Tokyo 2021 l'atleta torinese invece dice: "Forse disputare un'Olimpiade è ancor più gratificante di giocare la Davis. Da piccolo ero completamente assuefatto da questa manifestazione: credo che incontrare e stare a contatto con atleti di altre discipline sarebbe importante per il mio processo di crescita. Il virus ha bloccato anche questo evento, spero di poter partecipare nel 2021".

Infine: "Non è certamente un momento facile per nessuno, ma bisogna necessariamente superarlo. Sto sfruttando questo periodo per recuperare da qualche acciacco fisico che mi ha limitato negli ultimi tornei. Quasi tutti i giorni vado dal fisioterapista per curare il polso sinistro, ora sto decisamente meglio. Per il resto cerco di allenarmi fisicamente sia di mattina che di pomeriggio, aiutandomi con quello che ho in casa".
 
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CAT_IMG Posted on 10/5/2020, 15:17     +1   -1
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È vero: il tennis diventa un lavoro. Un lavoro che però è strettamente legato alla passione e all’amore che ogni atleta prova nei confronti dello sport che pratica. Senza quella passione, fatta di sacrifici e sudore, è praticamente impossibile raggiugnere certi livelli ed entrare nel mondo dei grandi.

“Molto meglio che i primi giorni di scuola” . In queste parole si può intravedere tutto l’amore che Lorenzo Sonego prova per il tennis. Il giocatore italiano è tornato ad allenarsi in campo al Circolo della Stampa Sporting di Torino grazie alle nuove direttive del governo. "Vengo in macchina per comodità visto che ho il borsone, ma anche a piedi ci metterei 5 minuti. Guanti? Non è obbligatorio e, facendo il rovescio a due mani, lo trovo scomodo. Certo, le palline le toccano entrambi i giocatori, ma l’importante è disinfettarsi spesso le mani, non toccarsi la faccia o i capelli. In allenamento, non ho problemi perché indosso sempre il cappellino, mentre in partita di solito metto la fascia".

Sonego si sta allenando con Andrea Vavassori, numero 303 del ranking ATP. Entrambi rispettano rigorosamente le regole imposte dall'emergenza sanitaria in corso: spogliatoi chiusi, nessun contatto, gel igienizzante sulle mani. Regole ed abitudini a cui tutto il mondo del tennis si dovrà abituare. Proprio quel mondo del tennis che in questi giorni sta muovendo i primi passi verso il ritorno alla normalità e alla ripresa delle competizioni.
 
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CAT_IMG Posted on 3/6/2020, 14:44     +1   -1
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Non vede l’ora di tornare a competere, Lorenzo Sonego, talento torinese numero 46 della classifica Atp. Lo abbiamo incontrato al Circolo della Stampa Sporting, dov’è cresciuto e dove adesso è tornato ad allenarsi in pianta stabile assieme al suo coach Gipo Arbino: «A parte che penso sia uno dei circoli più belli d’Italia e certamente il migliore in Piemonte. Poi qui io sono cresciuto sempre con Gipo, la struttura è magnifica, ci si può allenare bene e davvero mi sembra di non essere mai andato via. Anche se i quattro anni al Green Park di Rivoli sono stati splendidi e ho avuto a che fare con persone magnifiche. Però sono felice di essere di nuovo qui allo Sporting. Anche per le Atp Finals? Beh, certo, sono un mio obiettivo. Io cerco anche di sognare in grande: questa struttura mi può permettere di migliorare».

Negli ultimi quattro anni Lorenzo è cresciuto in maniera esponenziale. Sotto la sapiente gestione di Arbino, Sonego inizia a farsi notare nel 2016 quando sconfigge un talento come Fucsovics nelle quali di un challenger a Guangzhou. Nel 2017 perde nel primo turno delle qualificazioni a Roma 7-6 al terzo set contro Almagro e tra settembre e ottobre dello stesso anno, gioca sette tornei e arriva in finale sei volte, vincendo il challenger di Ortisei, dove batte per la prima volta un top 100 (Gombos, 81 Atp).

Agli Australian Open ’18 arriva il primo grande squillo. Supera al terzo turno delle quali Tomic e vince il suo primo match in un major eliminando Haase 7-5 al quarto set, per poi perdere da Gasquet nel turno successivo.

Si rifà sul francese tre mesi dopo, eliminandolo in due set negli ottavi di Budapest (primo hurrà contro un top 30). La settimana successiva fa impazzire il Foro Italico battendo Mannarino, all’epoca 27 Atp.

Entra nel tabellone di Wimbledon e anche agli US Open, dove passa un turno dopo un’autentica battaglia contro il veterano Muller (6-2 per l’azzurro al quinto). In settembre trionfa nel challenger di Genova demolendo in finale Dustin Brown 6-2, 6-1.

Ed eccoci al 2019, dove alza ancora il livello del suo gioco. Nel Masters 1000 di Miami sconfigge Klizan in due set e cede a Isner 7-6, 7-6. Poi raggiunge i quarti nel 250 di Marrakech e soprattutto a Montecarlo, sempre passando dalle qualificazioni.

Nel Principato gioca un tennis pazzesco e si prende lo scalpo, tra gli altri, di Khachanov (12 Atp) in due set. Viene eliminato solo da Lajovic, futuro finalista e poi battuto da Fognini. Al Roland Garros gioca contro sua Maestà Roger Federer e non sfigura affatto.

Poi vola in Turchia, ad Antalya, dove batte cinque top 100 e vince il torneo in finale su Kecmanovic salvando anche un match point. Fa poi semifinale a Kitzbuhel (sconfigge Verdasco, perde lottando contro Thiem) e bissa il successo a Genova e nel 1000 di Shanghai cede solo al terzo set contro Monfils. Quest’anno, dopo aver lottato contro Kyrgios in Australia, si arrampica nei quarti del 250 di Rio de Janeiro: sconfigge Lajovic con due tie-break e cede con Coric 6-7, 3-6. In questo periodo solitamente si giocava la seconda settimana del Roland Garros, torneo in cui tu l’anno scorso hai incontrato un certo Roger Federer: «Ero abituato a vederlo fin da piccolo in televisione. Quindi giocarci contro mi ha fatto un certo effetto, soprattutto al Roland Garros, dove lui mancava da tanto tempo. Il centrale era tutto esaurito, con tutto il pubblico. Quindi non è stato facile gestire l’inizio. Poi però mi sono sbloccato e dal secondo set abbiamo fatto una partita alla pari e lui mi ha fatto anche i complimenti, cosa che mi ha fatto molto piacere. Però è una partita che mi è servita tanto per capire qual è il livello a cui voglio arrivare e cosa mi manca per ottenerlo. Mi mancano ancora tante cose e le abbiamo individuate proprio grazie a quella partita».

Poco dopo Parigi avevi trovato il tuo primo successo in un Atp 250 sull’erba a dimostrazione che puoi giocare bene un po’ su tutti i campi. «In effetti mi trovo bene su tutte le superfici. Ho vinto un torneo sull’erba ma poteva succedere anche sulla terra o sul cemento. Ovviamente sulla terra preferisco, perché sono nato su questa superfice. Magari, essendo io molto alto, posso fare un po’ più di fatica sulle superfici rapide dove la palla rimbalza poco, però in tutte le superfici ci sono pro e contro. Più sono veloci, ad esempio, e più con il mio servizio posso incidere. Mi serve solo esperienza e giocare tanti tornei ad alto livello contro i migliori».

Su cosa stai lavorando insieme a Gipo Arbino? «L’obiettivo è fare un po’ di partite per entrare di nuovo in palla e lavorare tatticamente perché non abbiamo più giocato tante partite. Stiamo lavorando tanto sul servizio, un colpo per me fondamentale: devo arrivare ai livelli di Raonic e di questi grandi battitori. E poi sul rovescio, in modo che possa comandare lo scambio anche da quella parte lì».

Un giocatore della nextgen che ti ha impressionato? «Sinner mi ha impressionato tanto mi sono allenato con lui. Di speciale ha l’atteggiamento da campione e poi ottimi colpi. Ha dritto e rovescio quasi uguali, sempre vicino al campo, fa male appena può, gioca bene nei momenti importanti che non è facile, e sa gestire la tensione».

Anche tu - penso ad esempio ai match combattuti giocati a Montecarlo l’anno scorso o alla finale di Antalya - hai mostrato una grande attitudine a lottare e a gestire i punti più delicati di un match. «Sì, sono doti che sento anch’io di avere».

Lorenzo sarà in campo a Todi per il ritorno degli Assoluti italiani, con l’obiettivo di mettere in pratica in match veri quanto sta perfezionando con il fidato maestro Gipo. Una gran bella coppia, nuovamente supportata da uno dei circoli top della nostra penisola, che ha ancora tanta voglia di crescere e stupire. E hanno tutti gli ingredienti per farlo.
 
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CAT_IMG Posted on 19/6/2020, 14:34     +1   -1
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A pochi giorni dal suo ritorno in campo, che avverrà sui campi di Todi per i Campionati Italiani Assoluti – dove si presenterà da favorito numero uno – Lorenzo Sonego ha concesso una video-intervista a Ubitennis, in compagnia di Alessandro Stella e del direttore Ubaldo Scanagatta.

Nel corso della chiacchierata, che potete rivedere integralmente qui in basso, il 25enne di Torino si è detto soddisfatto del modo in cui si è allenato in queste settimane ed è pronto a ripartire, anzi… prontissimo! “Per qualsiasi torneo, sono pronto a fare le valigie e giocare“. Il primo, o uno dei primi tornei, potrebbe essere lo US Open rispetto al quale Lorenzo ha le idee chiare: “Chi lo vince? Lo vinco io!“. Lo abbiamo messo in guardia: occhio, se poi succede davvero questo video diventerà virale…



LE PARTI SALIENTI DELL’INTERVISTA

00:49 – Il 2020 di Lorenzo Sonego, partito maluccio anche a causa di sorteggi sfortunati. “Quando sei top 50 non ci sono partite facili. Però ho fatto grandi prestazioni, sono tutte partite che mi hanno fatto crescere. L’ho vissuta in modo tranquillo, so che possono capitare momenti in cui non vinci tante partite” (nomina la sconfitta contro Kyrgios in Australia)

4:20 – Hai la sensazione di essere migliorato? Il rovescio come punto debole. “Da quando ho ricominciato (dopo il lockdown, ndr) mi sono allenamento molto tecnicamente e mi sento molto migliorato sul lato del rovescio”

5:49 – Il ritorno allo Sporting di Torino: “Mi sento a casa e mi sono sempre sentito a casa lì, è stato bello. Lì ho vinto i miei primi ‘Open’. Mi sembrava di non essere mai andato via: è uno dei circoli più belli d’Italia“

6:55 – Il rapporto quasi unico con il coach Gipo (Gianpiero) Arbino (nota di Ubaldo: non come gli altri giocatori, che cambiano coach come Liz Taylor i mariti…). Gestire il numero 46 del mondo non è come gestire il ragazzino che fa i tornei Open: “Lui sa cosa deve fare e si aggiorna tanto. Cerca sempre di fare il massimo per farmi migliorare. Per me è come un padre“

8:23 – “Il 2020 sarà l’anno di Sonego“, disse coach Arbino nel 2018… gli avrà portato sfortuna? Scherzi a parte, cosa ne pensa Lorenzo della ripresa negli Stati Uniti? Giocherà lo US Open? “Qualsiasi tornei ci sia, sono pronto a fare le valigie e giocare. Non vedo l’ora che si riparta, in qualsiasi situazione“

9:16 – Sonego ripartirà da Todi, da favorito n.1 dei Campionati Italiani Assoluti: “Il livello sarà alto e sarà comunque difficile vincere. Poi saranno le prime partite, sarà difficile ritrovare il ritmo partita“

10:34 – Discorso superfici: dove gioca meglio? “Ancora sulla terra, ma sono riuscito ad adattarmi sul veloce“

11:23 – Di recente gli è capitato di perdere qualche tie-break di troppo? Mancanza di esperienza, sente la tensione? “Ma no, il tie-break è un po’ 50-50. Magari giochi male un punto… Ne ho vinti anche tanti di tie-break, un anno dieci di fila. Ogni partita fa storia a sé”

12:50 – “Sto lavorando sulla forza, in palestra, per aumentare la massa muscolare – anche se faccio fatica! – e la forza in campo senza perdere velocità, fluidità e resistenza“, dice Lorenzo a proposito

14:20 – I match point annullati contro Kecmanovic ad Antalya e Delbonis a Kitzbuhel: “Non mollare mai è il mio punto di forza. Più le situazioni sono difficili, più mi viene da giocare il mio miglior tennis. Le sconfitte? Ne esco sempre tranquillo e vedo sempre il lato positivo“

15:56 – Il rapporto con Matteo Berrettini. “L’ho visto crescere, torneo dopo torneo. Ha avuto una costanza incredibile e ha i colpi da top 10, servizio e dritto da top 5. Proverò anche io a raggiungere quel livello, l’ho sempre creduto possibile“

18:43 – Il gioco di rete: è un po’ restio ad andarci? “Mi sto allenando ogni giorno sulla discesa a rete. Io mi ci sono sempre trovato bene, dovevo un po’ migliorare la volée di rovescio e l’ho fatto. E devo abituarmi ad andarci di più“

20:36 – Con chi si è allenato in questo periodo? “Ho la fortuna di avere Ocleppo e Vavassori vicini, che sono ottimi servitori e valgono più della classifica che hanno“

21:45 – Un parere su Jannik Sinner: “Alla sua età ero molto più indietro, è fortissimo. L’ho visto migliorare ogni settimana, è incredibile. Credo possa arrivare in fretta ai livelli di Matteo“

22:58 – Il soprannome ‘Polipo’, nato ai tempi dei Futures: “Gli avversari dicevano ‘ah, gioco col Polipo’… ero un gran lottatore e cercavo di recuperare tutto, quindi allungavo le braccia… come un polipo!“

24:00 – La passione calcistica e il passato nelle giovanili del Torino, la sua squadra del cuore. “L’ultimo anno al Toro fu difficile, ero indietro fisicamente e non mi facevano giocare molto. Poi ho iniziato col tennis, per fortuna… e mi sono innamorato!“

28:04 – La serie A con il TC Forte dei Marmi: “Siamo un’ottima squadra. La competizione mi piace abbastanza, eliminerei solo la regola dei due ‘vivaio’ in squadra“

30:09 – Lo preoccupa entrare nella ‘bolla’ di New York e rimanerci per tre settimane? “Le regole non sono bellissime, ma io vado lì solo per giocare. Alla fine anche in condizioni normali, spesso, è tutto hotel e campo“

32:15 – Ultime battute: la pausa darà più fastidio ai giovani o ai ‘vecchietti’? E chi vince lo US Open? “Secondo me più ai giovani. I big devono migliorare meno, sono già al loro apice. E gli US Open li vinco io!“
 
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