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Joao Sousa

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CAT_IMG Posted on 1/11/2015, 18:20     +1   -1
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L’ATP di Valencia incorona Joao Sousa, consegnando al portoghese il secondo titolo in carriera dopo quello di due anni fa a Kuala Lumpur. Il numero 46 al mondo centra finalmente il successo dopo le tre finali perse nel 2015 fermando Roberto Bautista Agut, per la seconda settimana consecutiva ko all’atto conclusivo. Lo spagnolo, dopo aver annullato 6 match point ieri nella sua semi con Johnson, viene rimontato sul 3-6 6-3 6-4 dopo poco più di 2 ore di battaglia.

Il padrone di casa è perfetto al servizio nel primo set, con appena 4 punti persi, ma trova l’allungo decisivo solamente sul 3-3 dopo non aver concretizzato due palle break in apertura. Sousa però non si disunisce, neanche dopo aver subito il break in apertura di secondo. Bautista resta avanti nello score sino al 3-1, poi con 5 giochi consecutivi il portoghese cambia totalmente l’inerzia della finale. La rottura prolungata dell’iberico prosegue sino allo 0-2 nel terzo, strappo che non sarà più ricucito. Anzi, il nr.7 del seeding va sotto addirittura di due break, ma dal 5-2 limita i danni sino al 5-4. Poi, con un turno di servizio tenuto a 0, Sousa chiude i conti e conquista il nuovo best ranking, che da domani lo vedrà al nr.34.
 
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CAT_IMG Posted on 2/11/2015, 18:17     +1   -1
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Il Portogallo non è di certo un paese famoso nel mondo per il tennis. Fino 3-4 anni fa il suo migliore interprete in questo sport a tratti sconosciuto era Federico Gil che nel 2011 scrisse la storia del tennis portoghese raggiungendo i quarti di finale a Montecarlo e si issò fino al numero 62 del mondo. Adesso Federico è alle prese con un periodo difficile della sua vita, anche se il peggio sembra essere passato. Gil, uomo dal volto candido e innocente, ha recentemente rivelato che ha sofferto e soffre di bipolarismo, cosa che gli ha causato non pochi problemi in campo; un caso simile a quello di Mardy Fish peraltro, protagonista di una storia di ansie e fantasmi tennistici che lo hanno perseguitato per mesi e mesi, fino a fargli concludere anzitempo la sua carriera con tanto di lettera struggente al mondo. Magari tanti all’interno del movimento tennistico portoghese sapevano che quei record non sarebbero durati a lungo poiché un mingherlino dai capelli folti e dal mento pronunciato li avrebbe frantumati di lì a qualche anno.

Il suo nome è Joao Sousa, nato il 30 marzo 1989 a Guimares, una cittadina al nord del paese, dove secondo la famiglia Sousa non ci sono abbastanza possibilità per il ragazzo di inseguire il proprio sogno, ovvero fare dello sport che ama una professione. A 15 anni decide quindi di trasferirsi a Barcellona alla BTT Tennis Academy dove tutt’ora si allena e risiede. Nell’ottobre del 2013 diventa il primo portoghese a vincere un titolo ATP: si tratta del torneo 250 di Kuala Lumpur dove in finale batte Julien Benetteau, in una delle sue 10 maledette finali perse.

Nella settimana passata ha portato a casa il secondo torneo della sua carriera vincendo l’edizione più controversa del Valencia Open. Durante questi giorni è stato così gentile da concederci sette minuti del suo preziosissimo tempo per una breve intervista.

Joao, hai giocato bene fin qui questa settimana, per te è stata un’ottima stagione. Qual è stata la chiave del tuo gioco quest’anno e in generale nella tua carriera?
Credo che sia stata un’ottima stagione, la migliore della mia carriera fin qui. Sono molto contento di come sto giocando, del mio livello e anche di finire con questi grandi risultati. Domani giocherò una finale e spero di poter concludere nella maniera migliore, vincendo il titolo.

Non sappiamo molto della tua carriera da junior, ma sappiamo che a 15 anni ti sei trasferito a Barcellona. Immagino che sia stata una scelta difficile…
In realtà non ho giocato molto da junior, mi sono trasferito a Barcellona quando avevo 15 anni per cercare di realizzare il mio sogno. Non è stato facile. I miei genitori e mio fratello hanno dovuto fare tanti sacrifici, ma credo che sia stata la scelta giusta che mi ha permesso di allenarmi con altri ragazzi e migliorare.

Cosa vuol dire essere un giocatore di tennis in Portogallo?
Beh credo che grazie a questi risultati la gente in Portogallo stia cominciando a conoscere meglio il tennis, anche grazie ai miei connazionali che stanno avendo ottimi risultati. Il tennis è sempre più popolare e non si parla più solo di calcio; sono felice di poter essere d’aiuto in questo.

Magari non avrai dei colpi perfetti, ma sei un vero combattente. È così che ti definiresti, un combattente?
Beh non penso di avere dei fondamentali scarsi, magari non avrò il servizio di Raonic, ma come ho detto sono migliorato molto, sono alla quarta finale quest’anno, mi sento bene e provo sempre a dare tutto per vincere ogni punto.

Quando non sei in campo cerchi di rimanere aggiornato con quello che succede nel circuito?
Sì, mi piace guardare altri incontri, mi piace un sacco il tennis e credo che tu debba amare questo sport per farne una professione. Ovviamente stacco anche volentieri quando posso.

Quali sono i tuoi interessi al di fuori del tennis?
Leggo molto, mi piace andare al cinema e uscire con la mia ragazza e i miei amici.

Sei a conoscenza della storia del tuo connazionale Federico Gil che recentemente ha detto di aver avuto dei problemi simili a quelli di Mardy Fish? Tu che idea ti sei fatto?
Credo che sia un peccato! Lui è un gran giocatore e sta ancora lavorando per raggiungere i suoi sogni; ha avuto, o meglio, sta avendo una bella carriera, è stato numero 62 al mondo e certamente rappresenta un’icona del tennis in portogallo. Gli auguro il meglio!

Riguardo a questi problemi di carattere mentale che abbiamo nominato, credi che siano più diffusi di quanto non sembri?
No, non credo. Non conosco molti giocatori con questo tipo di problemi, solo questi due cioè Gil e Fish. Sono cose che possono capitare e dev’essere dura conviverci.

Questa settimana Gilles Simon in un’intervista ha affermato che secondo lui i top player guadagnano troppo rispetto al numero 90 o 100 del mondo. Tu che ne pensi?
Beh sono d’accordo con lui. Tutti coloro che girano all’interno del mondo del tennis sanno quanto sia dura entrare nella top-100 e c’è un’enorme differenza tra i giocatori al top e tutti gli altri, o almeno coloro che si trovano un po’ più in basso nel ranking, perciò sì, concordo!

Che tipo di soluzioni esistono a tal proposito?
Sicuramente si potrebbero uniformare un po’ i montepremi, specialmente negli slam dove sono più alti. Abbiamo un consiglio che ci rappresenta di cui Gilles fa parte e di sicuro proverà a discuterne con gli altri giocatori per trovare una soluzione.

Hai molti amici nel tour?
Sì in generale ho dei buoni rapporti con tutti anche se poi siamo avversari sul campo.

Con quali giocatori passi la maggior parte del tempo?
Roberto (Bautista Agut, ndr) è uno di questi, per esempio, ma anche con tutti gli spagnoli e gli italiani.

Ultima domanda. Siamo alla fine della stagione, hai 26 anni… Hai un sogno per il futuro?
In realtà non mi piace pensare al futuro. Penso sempre al presente e provo a essere ogni giorno migliore, sono fatto così. Provo a sorprendermi e a migliorare il mio livello.
 
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CAT_IMG Posted on 21/12/2015, 18:36     +1   -1
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E' finita l' "esperienza bellissima" che Joao Sousa ha vissuto allenandosi con Rafael Nadal la scorsa settimana."Sono molto contento per com'è andata. E' stato tutto perfetto, con un'intensità incredibile, l'ultimo giorno ci siamo allenati solamente tre ore e mezza", ha detto il numero 33 del mondo, che l'anno scorso si è allenato con Djokovic a Monte Carlo.

Ha detto bene Sousa, "solamente tre ore e mezza". Sì perchè giovedì "ci siamo allenati al mattino dalle 9 alle 12 e poi di pomeriggio dalle 17:30 alle 20, e siamo andati anche in palestra. Abbiamo lavorato sul controllo della palla, sull'approccio a rete e sull'inizio scambio, il servizio e la risposta alla prima palla."

Rafa ha messo a disposizione la sua palestra privata a tutto il team di Sousa. "[Quando] Rafa aveva impegni personali e ho deciso di andare in palestra con il mio preparatore fisico Marc Martì e Frederick Marques, il mio allenatore. E' stato fantastico conoscere un po' di più Rafa."

Non è la prima volta che Nadal si allena con un professionista di ottimo livello nella pre-season: l'anno scorso invitò Carreno Busta e Richard Gasquet.
 
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CAT_IMG Posted on 10/8/2016, 16:45     +1   -1
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Joao Sousa è stato uno dei tanti giocatori che ha avuto da ridire sulla programmazione dei Giochi Olimpici. Il portoghese non ha digerito il fatto che puntualmente l'order of play giornaliero venga pubblicato solamente dopo le 21:00 ora locale, e inoltre ha dovuto giocare 4 match tra singolo e doppio in due giorni.

"Non ho mai visto una cosa del genere in vita mia. È la prima volta che mi capita tralasciando i Futures. Sono deluso perché penso i giocatori debbano avere i propri diritti."

"Ci sono giocatori che non hanno giocato due giorni di fila come Gastao [Elias]. Non so con quale obiettivo loro facciano la programmazione. Se devo dare un voto all'organizzazione da 1 a 10 dò 1. Queste situazioni non dovrebbero verificarsi. Bisogna tutelare di più i giocatori e non solo quelli top."
 
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CAT_IMG Posted on 6/5/2018, 19:06     +1   -1
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J. Sousa b. F. Tiafoe 6-4 6-4

ATTITUDINI DIFFERENTI – Il giovane nordamericano avrebbe potuto consegnare agli States un titolo ATP che su terra battuta manca dal 2010, quando Sam Querrey si impose sui campo di Belgrado (Serbia). Da allora tanti successi sul duro ma una scarsa attitudine per la superficie preferita nel sud Europa. D’altronde la scuola americana ha da sempre posto maggiori attenzioni a crescere giovani tennisti da veloce, superficie che per altro assegna anche molti più punti nel corso della stagione professionistica.
Il portoghese invece, proprio sulla terra esprime il suo miglior tennis e quest’oggi l’ha confermato

IL MATCH – Un Tiafoe più contratto del solito e un caldo quasi soffocante hanno permesso al padrone di casa, João Sousa, di tessere la sua tela, colpo dopo colpo, guadagnando centimetri decisivi. Il Portoghese ha insistito a colpire con il diritto a sventaglio e il giovane americano solo in alcuni scambi è riuscito a trarre vantaggio dello spazio concessogli.

Subito avanti di un break (2-1) Sousa ha poi perso il servizio ma ha immediatamente agguantato un altro break, accompagnato dal boato del pubblico presente sul Millennium Stadium. Nel decimo gioco ha tenuto duro, fronteggiano anche due palle per il 5 pari che avrebbero potuto dar la fiducia necessaria al nordamericano, quest’anno vincitore del suo primo titolo ATP a Delray Beach. Chiuso il primo set per 6-4, nel secondo ha incontrato minore resistenza e sull’onda dell’entusiasmo ha strappato subito il servizio e si è poi tornato avanti 5 a 1, a soli 4 punti dal successo. Frances Tiafoe, con le spalle al muro, ha giocato un paio di game davvero ottimi e ha ricucito il distacco, trovandosi indietro 5-4 dopo i successivi due cambi campo.

Nel momento decisivo però, Sousa ha spinto al massimo con la prima di servizio e pochi istanti dopo un vincente di diritto ha sancito il suo trionfo. Emozionato si è lasciato cadere al suolo, quasi incredulo di essere riuscito finalmente a trionfare nel torneo di casa.

PRE-MATCH – Entrambi arrivavano alla finale dopo aver annullato diversi match point nel corso del torneo, Tiafoe al connazionale Sandgren all’esordio e João all’altro Sousa presente in tabellone, Pedro. Davanti al suo pubblico il portoghese ha preso il controllo del match e sorprendentemente il NextGen Atp ha faticato ad esprimere con continuità un buon tennis, punto forte della sua settimana all’Estoril. Nel secondo il divario tra i due non ha fatto che aumentare ancora e Sousa ha completato l’impresa tanto attesa dagli appassionati lusitani.

Il miglior tennista portoghese di tutti i tempi ha scritto la storia.
 
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CAT_IMG Posted on 5/11/2018, 13:33     +1   -1
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Joao Sousa è stato ospite la settimana scorsa del programma “Mad Beauty”, condotto dal presentatore, attore e comico Rui Unas, dove ha espresso il suo punto di vista riguardo ad uno degli episodi più spinosi che sono accaduti quest’anno. Il riferimento è alla celebre polemica tra Serena Williams e Carlos Ramos in occasione della finale degli ultimi US Open.

“Conosco molto bene Carlos Ramos e ha un ottimo carattere: è molto professionale e applica le regole alla lettera. E questo è ciò che ha fatto. Intorno a Serena è stata creata un’enorme polemica, ma lei ha sbagliato, non c’è dubbio. Ha tirato in mezzo concetti relativi alla società che non avevano senso e non c’entravano nulla in quel contesto. Non è stato giusto il modo in cui ha agito” – ha spiegato il 29enne portoghese.

Sousa ha poi ammesso che spesso gli capita di arrabbiarsi con gli arbitri, ma ha specificato di non incolparli mai per le sue sconfitte. “Non incolpo mai nessuno quando perdo un match. Se un giorno l’arbitro mi fa un torto, un altro giorno mi aiuterà. La vita equilibra molto queste cose. L’arbitro può senza dubbio commettere un errore, è possibile, è umano anche lui, ed è lì per dare il meglio di sé.”
 
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CAT_IMG Posted on 29/11/2018, 14:35     +1   -1
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Intervistato dal network televisivo portoghese Sport TV, Joao Sousa ha commentato il ritorno ad alti livelli di Novak Djokovic. Il serbo occupava la 22ma posizione del ranking appena cinque mesi fa, dopo il Roland Garros, poi è riuscito a vincere quattro titoli (nell’ordine Wimbledon, Cincinnati, US Open e Shanghai) e a tornare numero 1 del mondo.

“Djokovic è venuto fuori da una situazione molto complicata” ha dichiarato Sousa. “Tutti passano questi momenti, anche i migliori. L'ho affrontato agli US Open e a Bercy, e ha giocato due grandi partite. Ha meritato di chiudere l’anno da numero 1. Sta giocando a livelli davvero alti, come qualche anno fa, e attualmente è il tennista più forte del mondo. È sopra tutti al momento” ha concluso il numero 44 del mondo.

Sousa ha poi parlato del tennis betting, un fenomeno che ha purtroppo coinvolto da vicino anche il mondo azzurro. “Non sono mai stato avvicinato da uno scommettitore” ha detto il portoghese. “So che esistono situazioni di questo tipo, specialmente nei tornei di livello inferiore, ma ogni atleta prende la decisione che vuole prendere. Sono assolutamente contrario. Lo sport deve essere onesto e pulito ad ogni livello”.
 
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CAT_IMG Posted on 8/7/2019, 14:30     +1   -1
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Joao Sousa ha battuto il giocatore di casa Dan Evans in cinque set raggiungendo gli ottavi di finale di Wimbledon. Una vittoria che vale "doppio" per il portoghese che sfiderà lunedì Rafael Nadal.

"Ora credo sia il momento di riposare e di godermi questa vittoria, perché stata molto dura. Rafa è un grande giocatore e non ci sono parole per descriverlo. Sono sicuro che avrò il pubblico contro di me. Ho fatto la storia del mio piccolo Paese e ne sono orgoglioso. Spero di giocare a un buon livello e farò il massimo per vincere", ha detto Sousa.

Sul numero 69 del mondo, Nadal ha detto: "Ha già vinto due grandi partite qui. Nel quarto turno ogni giocatore è difficile da superare. Devo giocare come quanto fatto contro Tsonga o ancora meglio. Ci conosciamo molto bene. Ci siamo allenati tante volte insieme. E' un giocatore super pericoloso contro chiunque quando inizia a vincere partite di fila. E' aggressivo e prende sempre dei rischi. A volte durante l'anno perde partite inaspettate ma quando è in fiducia, diventa un altro giocatore. L'ho visto giocare buone partite sia ad Halle che qui", ha concluso il 18 volte campione Slam.
 
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CAT_IMG Posted on 6/2/2022, 20:57     +1   -1
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J. Sousa b. [6] E. Ruusuvuori 7-6(9) 4-6 6-1

Doveva essere la gamba debole del trittico di tornei ATP in programma questa settimana e invece il Tata Open Maharashtra si è rivelato forse il più divertente dal punto di vista dell’equilibrio e del livello di tennis espresso. Anche la finale non ha fatto eccezione. Joao Sousa e Emil Ruusuvuori si sono dati battaglia per due ore e quarantacinque minuti (un’ora e quindici è servita per chiudere il solo primo set), facendo divertire gli spettatori con scambi equilibrati e spettacolari.

Alla fine l’ha spuntata il portoghese, il più esperto dei due, che è tornato a sollevare un trofeo a quattro anni dall’ultima volta (Estoril 2018). Sousa, sopravvissuto a tre match point in semifinale, è riuscito a ribaltare un primo set quasi perso, grazie anche alla complicità del giovane avversario (sanguinosi i due doppi falli di fila sul 5-3 30-30), e a non farsi scuotere dalla rocambolesca rimonta subita nel secondo. La vittoria odierna gli vale un balzo in classifica di oltre cinquanta posizioni e gli permette di rientrare in top 100 (precisamente al numero 86), mentre Ruusuvuori può parzialmente tamponare la delusione per la sua prima finale persa con un guadagno di sedici posizioni (sarà numero 71 da lunedì) che lo avvicina al suo best ranking (66).

IL MATCH – La partita si presenta fin da subito piuttosto divertente. Sousa fa meglio sulla diagonale del dritto, Ruusuvuori su quella del rovescio e questo bilanciamento produce scambi movimentati e dagli esiti alterni. Sul 2-2, Ruusuvuori sbaglia due dritti e si ritrova a fronteggiare palla break, ma rimedia proprio con il dritto che va a baciare la riga. Sul 4-3 il finlandese sorprende Sousa con il rovescio lungolinea vincente e poi lo prende nuovamente in contropiede con il dritto, procurandosi a sua volta una palla break. Ruusuvuori forza l’errore con il back dell’avversario e si guadagna l’occasione di servire per il set, ma pasticcia e rovina tutto sul più bello. Sul 30-30, a due punti dalla conquista del parziale, il finlandese commette il primo doppio fallo della partita, cui fa seguire subito dopo il secondo, regalado a Sousa un insperato controbreak. I due continuano a scambiarsi schiaffoni da fondo e approdano al tiebreak, che si rivelerà ricco di emozioni.

Ruusuvuori sale 5-3 ma restituisce il minibreak con un dritto in rete. Sousa è il primo a arrivare a set point, cancellato però dall’ace dell’avversario. Il portoghese lascia esplodere la risposta di dritto e si prende una seconda chance di chiudere, ma Ruusuvuori gli rende pan per focaccia, stampando a sua volta un drittone in risposta sulla riga. La combo servizio-dritto vale un terzo set point al portoghese, ancora annullato da Ruusuvuori con la prima. Un altro servizio robusto procura il primo set point per il finlandese, che però viene spazzato via dal campo dal dritto dell’avversario. Sousa segue a rete l’ennesimo precisissimo servizio esterno e con lo schiaffo al volo si procura il quarto set point, sul quale stavolta incassa con entusiasmo lo smash steccato di Ruusuvuori al termine dello scambio più bello del parziale.

Nel secondo set Sousa scappa subito avanti 3-0, approfittando di un altro doppio fallo dell’avversario sulla palla break. Dal 4-1 in poi però il portoghese comincia a sbagliare un po’ di più e Ruusuvuori prende piano piano coraggio, tornando a fare danni col proprio rovescio. Un punto dopo l’altro il finlandese costruisce una sorprendente rimonta e con una striscia di cinque giochi consecutivi rimanda la contesa al terzo set. Il parziale decisivo però non è all’altezza degli altri due. Ruusuvuori manca una palla break nel primo gioco e smarrisce il servizio nel turno successivo. Il finlandese avrebbe altre due occasioni per rientrare in partita sul 3-1, ma non riesce a convertirle e finisce per crollare tutto insieme nei giochi finali, subendo un 6-1 che forse non gli rende giustizia.
 
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CAT_IMG Posted on 7/2/2022, 14:50     +1   -1
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Essere freddi e lucidi nei momenti decisivi è uno dei fattori che fanno la differenza tra un buon giocatore e un campione. Nel tennis, più che in altri sport, la forza mentale gioca un ruolo importante nell’andamento di una partita, e conquistare il punto nei momenti cruciali degli incontri diventa spesso l’ago della bilancia che separa il vincitore dallo sconfitto. Ne sa qualcosa Joao Sousa, che oggi ha conquistato il quarto titolo in carriera trionfando nella finale dell’ATP 250 di Pune contro Emil Ruusuvuori. Il portoghese, che grazie a questa vittoria è diventato il giocatore col ranking più basso a vincere il torneo nei suoi 26 anni di storia, ha fatto registrare un’altra statistica interessante.

Sousa ha infatti vinto il terzo titolo della sua carriera salvando almeno un match point nel corso del torneo. A Pune, il n. 137 del ranking è riuscito ad evitare la sconfitta in ben tre occasioni nella semifinale contro Elias Ymer. É successo nel decimo game del terzo set, quando Sousa si è trovato sotto 15-40 e ad un passo dall’eliminazione. La lucidità mantenuta dal trentaduenne di Guimarães gli ha permesso di evitare la sconfitta e addirittura di strappare subito dopo il servizio a un destabilizzato Ymer, per poi conquistare la partita.

Grazie a questi tre match point annullati, Sousa è entrato a far parte della speciale classifica dei tennisti che dal 2000 ad oggi hanno vinto più tornei dopo aver salvato almeno una palla della partita. Detti dei tre titoli vinti dal portoghese, sono Novak Djokovic e Rafael Nadal a guidare questa particolare graduatoria. Sotto di loro due Andy, Murray con 6 e Roddick con 5. “Fermo” a 4 invece Roger Federer.

Questa la classifica dei giocatori che hanno vinto più titoli salvando almeno un match point nel corso del torneo dal 2000 ad oggi:

7 Novak Djokovic, Rafael Nadal
6 Andy Murray
5 Andy Roddick
4 Roger Federer, Juan Carlos Ferrero, Nikolaj Davydenko, John Isner
3 Joao Sousa, David Ferrer, Ivo Karlovic, Ivan Ljubicic, Lucas Pouille, Sam Querrey
 
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CAT_IMG Posted on 2/12/2023, 15:22     +1   -1
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La carriera di Joao Sousa sembra essere agli sgoccioli. Ex numero 28 del mondo (best ranking raggiunto nel 2016), il 34enne portoghese ha concluso con una sconfitta al secondo turno del Challenger di casa a Maia (6-4 7-6 da Ramos-Vinolas) una stagione iniziata da numero 82 del mondo e finita ampiamente fuori dai primi 200 giocatori del mondo. Dopo aver scartato i 250 punti ottenuti nel gennaio del 2022 con la vittoria a Pune, Joao ha dovuto scendere nel circuito Challenger e, in sostanza, da lì non è più risalito.

Anzi, il crollo in classifica è proseguito, eccezion fatta per una boccata di ossigeno in occasione del Challenger di Porto, dove il classe ’89 ha raggiunto la finale (persa con Nardi). “Sono in una posizione in cui devo giocarmi la qualificazione ai tornei Challenger. Ho sempre giocato tornei ATP e Slam e non può essere questo ciò a cui aspiro. Credo che l’ultima volta che sono stato in questa classifica, che al momento non so nemmeno quale sia, sia stato nel 2010”.

Queste parole, pronunciate in conferenza stampa dopo la sconfitta con Ramos, sono solo alcune tra quelle che lasciano ben intendere lo stato emotivo di Sousa, stanco per i continui acciacchi e demotivato al punto da mettere in dubbio la sua attività nella prossima stagione: “Dovrò sedermi e pensare se vale la pena continuare a fare questo sforzo o se c’è una soluzione ai problemi fisici. Dirò presto qualcosa di più concreto, ma al momento le motivazioni sono poche. L’unica cosa che mi resta è cercare di aiutare il Portogallo a raggiungere la fase finale della Coppa Davis (nei play off la sfida sarà contro la Finlandia semifinalista dell’ultima edizione, ndr).

Joao ha infatti parlato dei suoi dolori alla schiena che sono tornati a tartassarlo: “Non mi sento di nuovo bene fisicamente e questo ai massimi livelli è molto evidente perché dipendo molto da questo per imporre il mio tennis. Ho ancora mal di schiena che mi impedisce di muovermi nelle migliori condizioni e, nonostante i tanti antinfiammatori che prendo, è difficile da gestire e accettare. Il tennis è così: uno sport di accettazione”.

Uno degli ultimi obiettivi che Sousa si era posto era l’ingresso nel main draw dell’Australian Open: “A ottobre ho pensato che potesse avere senso avere questo obiettivo in testa perché questi sono i tornei a cui sono abituato e in cui voglio giocare e perché senza avere un obiettivo in testa è tutto più difficile. Sono andato in Canada con questa idea e ho perso due partite molto dure. Nel secondo torneo ho perso una partita in cui ero già parecchio acciaccato. Volevo andare a Melbourne per giocare l’Australian Open magari per l’ultima volta ma non potrò farlo”.

Il futuro fuori dal campo di Sousa, quindi, si avvicina ma il portoghese non sa ancora quale potrebbe essere il suo prossimo impegno: “Per ora non mi vedo come allenatore. Ho passato molti anni ad alti livelli e il tennis è molto impegnativo mentalmente, anche più che fisicamente. Non esiste riposo, non esistono settimane libere, non esistono settimane in cui la motivazione possa calare. Ho bisogno di una pausa da questo approccio per un po’. Penso che resterò legato al tennis, ma non so ancora in quale ruolo. Posso essere una risorsa per il tennis nazionale”.
 
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CAT_IMG Posted on 28/2/2024, 15:12     +1   -1
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Era nell’aria ma adesso è diventato ufficiale: João Sousa, il miglior tennista portoghese di tutti i tempi, concluderà la sua carriera all’Open di Estoril. Un annuncio, quest’ultimo, che si accoda a quelli di Ivo Karlovic e di Ernest Gulbis. Il giocatore di Guimarães ha annunciato la sua decisione nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso il complesso sportivo, “Jamor”.

Queste le sue parole al riguardo: “Ho avuto molti infortuni che mi hanno impedito di giocare ai massimi livelli, purtroppo” ha dichiarato il trionfatore del “Malaysian Open” del 2013, per poi aggiungere: “Ho combattuto duramente, ma il mio corpo e la mia mente hanno mostrato segni di stanchezza e di dolore quasi quotidiani. Così, dopo molte riflessioni, ho deciso che mi ritirerò dal tennis professionistico e che l’Estoril Open sarà il mio ultimo torneo da tennista professionista”.

Sousa ha anche sottolineato il suo orgoglio per aver apposto il Portogallo sulla mappa del tennis mondiale e per tutto quello che è riuscito ad ottenere durante la sua carriera. Il suo, però, potrebbe non essere un addio definitivo. “Voglio ancora sviluppare il tennis nazionale. È tempo di scegliere le mie prossime sfide, ma questi sono tempi di riflessione. Non vedo l’ora che arrivi il prossimo capitolo della mia vita”

Ciò detto, il trentaquattrenne lusitano ha anche precisato che nonostante si tratti del suo ultimo torneo ufficiale, non andrà all’Open di Estoril per fare la “comparsa” o per accomiatarsi dal circuito ATP. Tutt’altro. “Vincere delle partite. Questa è la mia ambizione e ho lavorato duramente per riuscirci. Ho un mese per prepararmi“
 
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CAT_IMG Posted on 4/4/2024, 14:31     +1   -1
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“È stato molto bello ricevere il sostegno dei tifosi e l’affetto dell’organizzazione, non potevo chiedere di meglio dalla giornata di oggi“. Ha finito con queste parole la sua carriera da giocatore João Sousa, da molti ritenuto il più grande tennista portoghese di tutti i tempi. Il lusitano appende la racchetta al chiodo al termine di una carriera cominciata nel lontano 2008, anno in cui esordì nel circuito ATP, proprio ad Estoril, con un successo contro Oliver Marach. A 16 anni di distanza, nello stesso torneo che lo ha fatto conoscere ai più, perde contro il giovane talento, così come poteva esserlo considerato lui al tempo, Arthur Fils. Corsi e ricorsi storici che danno quel tocco di magia di cui avremmo sempre bisogno nel mondo dello sport.

L’incredibile costanza di João Sousa
Il percorso nel tennis di João Sousa non ha avuto picchi particolarmente eccellenti, ma si può dire che il 35enne di Guimarães abbia fatto della costanza la sua arma migliore nel corso di questi 16 anni. Il portoghese ha giocato ben 12 finali nel corso della sua carriera, tutte rigorosamente in tornei ATP 250. La prima nel 2013 vinta a Kuala Lumpur contro Julien Benneteau, mentre nel 2014 perde a Bastad contro Pablo Cuevas e a Metz contro David Goffin. La sua stagione migliore, però, è quella successiva, in cui, pur vincendo solamente un titolo, a Valencia contro il padrone di casa Roberto Bautista Agut, se ne gioca altri tre, uscendo sconfitto a Ginevra, Umago e San Pietroburgo, rispettivamente contro Thomaz Bellucci, Dominic Thiem e Milos Raonic.

João Sousa ed Estoril: corsi e ricorsi storici
Il best ranking, un po’ a sorpresa, arriva però l’anno successivo, l’unico dal 2013 al 2018 in cui curiosamente non gioca nemmeno una finale. A maggio, infatti, il lusitano sale al n. 28 al mondo, suggellando con una top 30 una carriera fino a quel momento a buoni livelli. Nel 2017 torna a giocarsi qualcosa di importante, ma nelle due occasioni a sua disposizione non riesce a lasciare il segno nell’albo d’oro. Ad Auckland ruba un set a Jack Sock, ma esce sconfitto, così come avviene qualche mese più tardi a Kitzbuhel contro Philipp Kohlschreiber. E poi, nell’ottica dei corsi e ricorsi storici, il titolo conquistato nella ‘sua’ Estoril, contro un giovanissimo Frances Tiafoe, esattamente due settimane prima dell’unica finale di doppio giocata (e persa) agli Internazionali BNL d’Italia a Roma in coppia con Pablo Carreño Busta.

A quel punto è arrivato un digiuno di quattro anni, terminato con l’ultimo titolo della carriera nel 2022 a Pune contro Emil Ruusuvuori e seguito dalla sconfitta contro l’altro scandinavo Casper Ruud a Ginevra. Si chiude quindi dopo 16 anni indimenticabili la carriera di uno sportivo che, a modo suo, ha dato tanto al tennis, soprattutto del suo Paese. Un ritiro che succede a quello di altre due vecchie volpi di questo sport come Denis Istomin ed Ivo Karlovic, ai quali auguriamo una buona vita e che speriamo di rivedere presto, magari in altre vesti.
 
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