LA GUERRA DEI MURRAY - Tra i due fratelli, meglio quello che ha già vinto uno Slam. Così avrà ragionato Laura Robson, giovane stellina d’Oltremanica, quando ha dovuto scegliere il suo partner per il prossimo torneo di doppio misto di Wimbledon. E la scelta è caduta, per l’appunto, sul più grande dei fratelli Murray, Jamie, di fatto già vincitore a Wimbledon nel 2007, seppure proprio nel torneo di doppio misto, in coppia con una Jelena Jankovic che lo stimolava a colpi di baci promessi per ogni colpo ben eseguito. Sicuramente è il singolare l’obiettivo di Andy, già partner della Robson nella Hopman Cup di gennaio scorso: in ogni caso, si profila un bel derby in prospettiva Londra 2012…
LE AFFINITÀ AFFLITTIVE – Leggendo i giornali inglesi, ci si sente sempre meno soli al mondo. Le somiglianze con la situazione del tennis britannico, infatti, saltano subito all’occhio, basta cambiare solo qualche termine: riferendosi alla stagione sul rosso, il Times titolava, nei giorni scorsi, ‘Quando un britannico vincerà sulla terra battuta?’ e giù tutto un articolo in cui ci si lamentava del fatto che lì ci sono solo campi veloci ecc… Persino l’annus nostalgicus coincide con quello dei nostri trionfi: “Eravamo eccezionali nel 1976, con Sue Barker vincitrice del Roland Garros e Buster Mottram vincitore a Palma di Majorca”.
QUI COMANDO IO – E sempre per la serie ‘mezzo gaudio’, Patrick McEnroe spiega la rinuncia di Roddick alla Coppa Davis di quest’anno. “Non lo biasimo. Non si tratta solo di pensare alla sua programmazione. Sono sicuro che fosse anche irritato nei confronti di certi atteggiamenti della Federazione, come la cavillosa analisi delle bollette per le telefonate fatte dai giocatori, o come quando hanno insistito a far pagare il taxi per l’aeroporto alla fidanzata di Mike Bryan, quand’è dovuta partire un giorno in anticipo. Erano piccolezze, ma sono state l’occasione per la Federazione di far capire chi comanda. Ma in realtà hanno solo dimostrato di non essere prudenti nel non allontanare i top players”.
CHIARIMENTO - A semifinale conclusa, Serena si sarebbe spiegata con Jelena riguardo a un punto controverso del tie break: servizio (in campo) della Jankovic, Serena alza la mano e non risponde, l'arbitro fa ripetere. Alcune fonti riportano queste frasi da parte di Serena: "Non ho mai imbrogliato, ti assicuro che ho alzato prima la mano" e poi, avvicinandosi all'orecchio della serba: "Sai che non mi chiamo Justine". Va precisato che alcuni siti hanno rimosso il virgolettato, l'americano Tennis.com ha addirittura prima pubblicato e poi rimosso la notizia.
IL PRINCIPE E IL PIRATA – In un’intervista rilasciata durante lo scorso torneo di Indian Wells, Roger Federer si è abbandonato a pensieri romantici: “Credo sia un peccato che Rafa abbia rinunciato ai suoi pantaloni da pirata e alle magliette senza maniche. Credo che i nostri stili collidessero anche di più, allora. Si può dire che mi manchino”.
ONESTA’ – Lo stesso Roger spiega alcuni suoi atteggiamenti: “Quando sono diventato il n. 1, ho capito che essere solamente umile e fingere che ogni volta il favorito fosse qualcun altro, sarebbe suonato strano. Se sono il n.1 del mondo e dico che è un miracolo se vinco, chi lo accetterebbe?”
FORZA DELPO - E ancora, il n. 1 rende omaggio a un suo sfortunato collega: “Del Potro avrebbe potuto essere il n. 1, quest’anno. Nello scorso finale di stagione, pensavo realmente che Juan Martin avrebbe avuto la possibilità di arrivare al primo posto, nel 2010. Ha vinto lo US Open, è arrivato alla finale del Masters. Se avesse mantenuto lo stesso livello in Australia, a Indian Wells e Miami, avrebbe potuto ambire al n. 1. Ma si è infortunato, e non ha dimostrato quello che avrebbe potuto fare. È davvero un peccato per lui”. Per lui, appunto.
VISTI DA FUORI - In trasferta al Parioli di Roma per seguire come coach una comitiva di juniores, Judy Murray, madre di Andy, ha tenuto un divertente blog su questa trasferta: “In questo club ci sono 17 campi in terra battuta, campi da calcetto, ristoranti, palestre. Con club come questi, è facile capire perché in Italia il tennis sia così fiorente”. Davvero, abbiamo controllato: ha detto ‘thrives’, che significa proprio ‘prosperare, fiorire, essere fiorente, crescere robusto, crescere rigogliosamente’. Ha detto proprio così.
LA STATISTICA DELLA SETTIMANA - L’età media dei giocatori che irrompono nella top 100 si aggira intorno ai 22,3 anni, nei top 50 si abbassa a 20,9.
LICENZIATE QUEL GRAFICO – Docklands, Londra, lo scorso week-end. Esibizione di tennis a fini di beneficenza, con svariati invitati eccellenti. Ad accoglierli all’entrata, un poster gigante di 6 metri con l’immagine di un tennista, uno qualsiasi, perché l’importante è che passi il messaggio che il tennis è uno sport pulito. 6 metri di un tennista qualsiasi, dunque: per esempio, Wayne Odesnik. Complimenti per la scelta!
RI-RITORNO? – Avete già letto del ritorno in esibizione di Hingis e Kournikova a Wimbledon. La svizzera ha poi dichiarato: “Non sto pensando a un ritorno. Innanzitutto devo vedere come va. Farò qualche esibizione e poi… ma per il singolare sarebbe molto dura. Può darsi qualche doppio.”.
PIAGA PER PRAGA - Problemi finanziari per il torneo WTA ceco, che chiuderà i battenti dopo l’edizione di quest’anno. Cambio di sede, invece, per l’ATP di Lione, che si sposterà a Montpellier.
QUELLO E’ PAPA’, OK: ADESSO DAMMI ALTRO LATTE!! – Nicolas Kiefer e la sua compagna Anna avranno il loro primo figlio, quest’estate: “Non c’è niente di più bello, – dichiara il tedesco - il bambino è una nuova motivazione”. E poi aggiunge in pericoloso stile-Federer: “Voglio assolutamente che mi veda giocare”... ma siamo sicuri che i bambini siano d’accordo?
RITORNO – Rammaricato per dover saltare Wimbledon, dove lo scorso anno raggiunse le semifinali, il neo-statunitense Tommy Haas dovrebbe tornare in campo ad agosto, reduce dall’operazione alla spalla, in tempo per disputare il torneo ‘di casa’: lo US Open.
MATTEK DA LEGARE - Per la gioia dei suoi fans, Bethanie Mattek svela i retroscena del suo per niente candido abito da sposa: “Giravo per negozi con mia suocera, e ne volevo uno come quello di Jennifer Lopez ai Grammys, quello verde di Versace… qualcosa del genere, ma non così azzardato. Entriamo in un negozio, e il titolare mi chiede di provarne qualcuno. Io gli rispondo che non volevo nessun colore pastello, nè bianco, nè quasi bianco, e allora lui mi fa: “Senti, ho un abito, sul retro, è nero, ma è una linea da sera”. Lo provai: era perfetto dal primo momento, il primo abito che avevo provato e già lo comprai! Sapevo che non mi sarei vestita di bianco, ma il nero fu una decisione del momento”.
IL CARRETTO PASSAVA… - Roma, Internazionali d’Italia del 1963. Incontro tra il britannico Tony Pickard contro il neozelandese Ian Crookenden. E già ci siamo capiti sul livello del valore della partita. Ma per capire fino a che punto potesse essere scarso l’interesse per il match, bisogna ascoltare il racconto dello stesso Pickard: “Era un punto decisivo della partita. Lui servì, e la battuta finì fuori di almeno 20 centimetri. L’arbitro era lì che aspettava la chiamata del giudice di linea, ma questi era voltato dall’altra parte per comprare un gelato attraverso la recinzione!” Il suo avversario Crookenden vinse il punto e, di lì a poco, la partita. “Rimasi davvero disgustato”, conclude Pickard amaramente.
NOVAK IN GOL - A corredo dell’Open di Belgrado si è disputata una partita di calcio d’esibizione tra atleti e attori locali, finita 3-2 per i primi. Tra i partecipanti, vecchie glorie del basket come Vlade Divac o Dejan Bodiroga, e del calcio, come l’ex parmense Savo Milosevic, mentre il team degli attori era rinforzato con vecchie glorie del Partizan come – argh – Zoran Mirkovic. In campo, ovviamente, anche i tennisti Viktor Troicki, Nenad Zimonjic e Novak Djokovic, autore, tra l’altro, della rete decisiva.