Andy Roddick Italian Fans Forum - Tennis passion

BINOMI TENNISTA-COACH NEL 2023 E PREVISIONI PER IL 2024

« Older   Newer »
  Share  
CAT_IMG Posted on 19/12/2023, 15:04     +1   -1
Avatar

Senior Member

Group:
Administrator
Posts:
55,196
Reputation:
+10
Location:
Bari Palese

Status:


Manca poco all’inizio della nuova stagione. Come ogni anno il tour ripartirà dall’Australia e ogni tennista cercherà di mettere quante più partite, o allenamenti, sulle gambe per arrivare allo Slam oceanico nella migliore forma possibile. Ma non basta semplicemente giocare molto per sentirsi quanto più pronti per le grandi occasioni. Occorre farlo bene. Ed è qui che entra in gioco chi solitamente sta dietro le quinte, o nel cosiddetto ‘box’, ovvero il team del tennista e nello specifico il coach. Il circuito è colmo di storie avvincenti di allenatori – talvolta super coach con esperienza da vendere – che hanno portato il proprio pupillo dall’essere sconosciuto al pubblico sino all’élite del tennis mondiale, o quantomeno a raggiungere risultati che neanche l’atleta stesso si sarebbe mai immaginato. Di esempi così ce ne sarebbero da citare a decine nel corso degli anni (qui un articolo di approfondimento sul tema), ma concentriamoci su chi si è fatto notare in questo 2023 e chi con un proficuo e saggio lavoro sulle spalle potrebbe iniziare a brillare nel 2024.

Jannik Sinner – Simone Vagnozzi/Darren Cahill
Partiamo da questa squadra non tanto per sentimento patriottico (un po’ forse sì), quanto per il successo esponenziale della stagione 2023, iniziata con le sempre importanti conferme da parte di Sinner e terminata con un vero e proprio salto di qualità dello stesso. E non è un caso che Vagnozzi e Cahill siano stati riconosciuti dai propri colleghi allenatori come ‘Coach dell’anno’ del ‘Giocatore più migliorato dell’anno’. C’è chi fa i complimenti e poi ha da ridire… ma solo un folle affermerebbe che 20 partite vinte – e tra queste: 2 su Djokovic, 1 su Alcaraz, 3 su Medvedev, 1 su Rublev, 1 su Tsitsipas e 1 su Rune – su 22 post US Open appartengono a un buon periodo di forma a cui mettere un fiocco e poi… punto e a capo. I miglioramenti sono innegabili ed evidenti, e questi premi di fine anno ne sono la prova.

Nello specifico, il tennista altoatesino ha lavorato molto dal punto di vista fisico potenziando la sua struttura corporea; ha trovato più stabilità, potenza e maggiori percentuali al servizio cambiando più volte il movimento sino a trovare quello più efficace; ha acquisito maggior confidenza nei pressi della rete; ha migliorato la velocità negli spostamenti, la resistenza in campo e ha anche rinforzato la sua mentalità e il suo approccio già ferreo e ultra-concentrato al match (qui Vagnozzi spiega nel dettaglio i vari miglioramenti). Chiaramente sono tutte migliorie che Jannik è riuscito ad apportare a mano a mano col passare dei mesi e che hanno ancora ampi margini di miglioramento come affermano entrambi i suoi coach. L’anno prossimo sarà quello della conferma per Sinner, capace quest’anno di scalare il ranking sino alla quarta piazza, di vincere un 1000, di raggiungere la prima semifinale Slam e di portare in Italia la Coppa Davis dopo 47 anni da trascinatore indiscusso della nazionale azzurra. Non sappiamo se riuscirà a fare altrettanto o persino meglio nel 2024, ma i suoi prematuri e volenterosi allenamenti ad Alicante lasciano presagire che lui, da stacanovista qual è, ce la metterà tutta, cascasse il mondo.

Novak Djokovic – Goran Ivanisevic
A trentasei anni non si capisce come si possa ancora migliorare e men che meno vincere così tanto. Nole e il suo fidato coach Goran, però, sono ancora lì ad alzare trofei, insaziabili. Tre Slam vinti su quattro, un’amarissima finale di Wimbledon persa sul filo del rasoio, due 1000 messi in saccoccia giusto per mostrare di saperci fare anche nel due set su tre, le Finals di fine anno a Torino bissate dopo la benedizione di Sinner e per concludere il trofeo di numero 1 al mondo a fine stagione. Meglio ripeterlo, trentasei anni.

Il nocciolo della questione sta nella spasmodica brama di aggiungere il proprio nome in quante più caselle possibili della storia e Nole, insieme a Goran, ce la sta facendo settimana dopo settimana. Record di Slam messi in tasca, di ATP Finals portate a casa e di settimane come numero 1 al mondo. Giusto per citare qualche record raggiunto dalla belva serba in questo 2023. Una ricerca continua di stimoli individuali e condivisi quindi, senza fondo, perché ci sarà sempre qualche motivo per lottare. E Djokovic lo troverà. Bisognerà capire per quanto riuscirà ancora a farlo, perché gli anni passano e la concorrenza si fa sempre più agguerrita nelle retrovie. Certo è che, se si vincono tre Slam su quattro, due 1000 e se si finisce l’anno ancora come numero 1 al mondo, non c’è motivo di smettere, ma anzi si cerca di porre l’asticella sempre più in alto. E Nole non ha sicuramente paura di farlo.

Carlos Alcaraz – Juan Carlos Ferrero
L’anno della conferma è sempre il più difficile. Eppure, Alcaraz ha superato a pieni voti l’esame del ‘devo difendere punti un po’ dappertutto’, nonostante un inizio stagione posticipato a causa infortunio e una fine dell’anno un po’ più in sordina rispetto agli standard a cui ci sta abituando. Rimane il fatto che ha chiuso la stagione nel secondo scalino della classifica. “Ferrero mi ha aperto la mente”ha rivelato il giovane murciano qualche settimana fa a Torino, e i risultati lo confermano senza ombra di dubbio. Spicca il titolo Slam a Wimbledon in chiusura di una stagione sull’erba da imbattuto, i 1000 conquistati in quel di Indian Wells e la conferma nella propria terra a Madrid, le due semifinali Major al Roland Garros e allo US Open – oltre a quella alle ATP Finals – da cui trarre insegnamenti importanti e in chiusura i trofei 500 a Barcellona e al Queen’s.

Un ragazzo iper-motivato, molto amato dal pubblico, apprezzato dai suoi avversari – non a caso il premio Sportmanship è stato assegnato a lui quest’anno – e che “crede di poter vincere con chiunque” ha svelato qualche mese fa coach Ferrero. Quest’ultimo guida e sprona il proprio allievo dall’alto della sua esperienza, esaltando e limando le sue doti innate di talento e prestanza fisica che nei migliori giorni di forma lo portano a essere quasi ingiocabile per la stragrande maggioranza degli avversari. Staremo a vedere cosa combinerà Alcaraz nella prossima stagione – nella quale partirà senza Ferrero -, ma con il suo sorriso e la sua voglia di performare al massimo in tutti i tornei a cui partecipa ne vedremo delle belle.

Stefanos Tsitsipas – Apostolos Tsitsipas
Non si può di certo affermare che il 2023 del tennista greco abbia confermato le aspettative iniziali. Dopo la finale agli Australian Open, un infortunio ha rallentato la stagione del 25enne di Atene che poi, dopo essersi ripreso, non ha più giocato ai suoi ritmi più alti. Complice un viavai nel suo angolo che ha visto più volte alternarsi suo padre Apostolos e l’australiano ex giocatore Mark Philippoussis. Risultato? Solamente confusione, poiché nel box ora siede stabile Tsitsipas senior, deciso più che mai a far tornare il sorriso a suo figlio nel campo da gioco. Paula Badosa ci è già riuscita, ma con la brutta figura a Torino e gli avversari sempre più agguerriti il sentiero sarà più ripido che mai.

Ben Shelton – Bryan Shelton
Fino a metà del 2022 nessuno aveva mai sentito nominare Ben Shelton. Ora, a distanza di un anno e mezzo, è la promessa statunitense numero uno. A fianco di suo papà Bryan (intervistato in esclusiva), sempre pronto a incitarlo e a regalargli un sorriso a trentadue denti a bordo campo, la stella americana è entrata nel tennis che conta a partire prima da un ottimo exploit all’Australian Open nel quale si è spinto sino ai quarti di finale. A seguire, la storica semifinale allo US Open a suon di missili terra aria da fare impazzire i tifosi e per concludere il primo titolo in quel di Tokyo. Best ranking al numero 15 e non ci ferma qui. La top 10 chiama e Ben è pronto a rispondere quanto prima nel 2024.

Holger Rune – Boris Becker
Ci voleva un intervento invasivo e immediato per risollevare la stagione di Holger Rune. Partito in quarta con le finali a Montecarlo e a Roma e i quarti al Roland Garros e a Wimbledon, il giovane danese, vuoi per un infortunio, vuoi per un periodo no, da luglio in poi ha fatto veramente molta fatica a reggere i ritmi di chiunque. Arrivato Bum Bum Becker nel suo angolo, le cose sono cambiate nel giro di poche settimane. Qualificatosi in extremis per le Finals di Torino, il livello di Rune si è decisamente alzato nel fine anno, tanto da potersela giocare sia con Djokovic che con Sinner. I margini di miglioramento ci sono e Boris li ha scovati. La voglia di lavorare c’è e le ambizioni sicuramente non mancano al danese. Anche lui sarà da tenere d’occhio il prossimo anno.

Arthur Fils – Sebastien Grosjean/Sergi Bruguera
Anche qui c’è molta carne al fuoco. Il francese Arthur Fils si è fatto notare in questo 2023 – ha scalato vertiginosamente il ranking e ha conquistato il suo primo titolo ATP a Lione – non solo per i successi raggiunti, ma anche per le impressionanti doti che a occhio nudo si possono notare appena sferra uno dei suoi dritti a sventaglio. Semplicemente esplosivo e con una tonicità che, se ben contenuta e utilizzata a proprio vantaggio, potrà dare del filo da torcere a molti il prossimo anno. Grosjean e Bruguera hanno notato qualcosa in lui e sono pronti a plasmarlo per permettergli di fare il salto di qualità nel 2024. Arthur ci crede, loro anche e non dimentichiamoci di tutto il pubblico francese, bisognoso da anni di una stella transalpina a cui affidare le proprie speranze. Ci si riaggiorna tra dodici mesi.

C’è anche chi ritorna…
Rafael Nadal – Carlos Moya
Pochi ci credevano, ma tutti ci speravano. Rafa compreso. Il campione iberico tornerà in pista a partire dall’ATP 250 di Brisbane a seguito di un 2023 che l’ha visto iniziare in vetta al ranking, per poi infortunarsi, sperare in un improbabile rientro in terra europea, a seguito operarsi come ultima spiaggia, vivere la convalescenza con flebili seppur vive speranze di rientrare e, infine, tornare a calcare il rettangolo da gioco tanto amato. E Carlos Moya c’è sempre stato per lui. Gli allenamenti nelle ultime settimane procedono bene, tutti non vedono l’ora di ammirare il mancino di Manacor all’opera e lui stesso si considera pronto per tornare alle competizioni. Con molta probabilità questo sarà il suo ultimo anno da professionista della racchetta e non si sa se effettivamente tornerà a potersela giocare con i top in cima alla classifica. Lui però dice di sentirsi pronto e l’informazione è già arrivata a tutti. Circuito avvisato, mezzo salvato.

Matteo Berrettini – Francisco Roig
Che sia un nuovo inizio? Tutti noi azzurri appassionati di tennis lo speriamo di cuore. Sia per poter tornare a vedere il martello funzionare come negli antichi fasti – giusto per rinfrescare la memoria: ex numero 6 al mondo, finale a Wimbledon, semifinali all’Australian Open e allo US Open, doppio titolo al Queen’s e due qualificazioni alle ATP Finals -, sia perché Matteo Berrettini se lo merita. Gli infortuni hanno ampiamente condizionato la carriera del giocatore romano, recentemente separatosi dal suo mentore Vincenzo Santopadre per unirsi a Francisco Roig (ex coach di Rafa Nadal), che si spera possa regalargli una nuova stagione della sua vita tennistica. Rivederlo in top 10 a giocarsela con tutti e, ancora di più, con l’Insalatiera in mano sarebbe il giusto premio per la tenacia e la perseveranza che Matteo ha nei confronti di questo sport. Speriamo quindi che l’aria fresca gli faccia bene e che non ci siano altre pesanti ricadute. Ad maiora.

Altre novità nelle squadre degli italiani
È chiaro a tutti che i picchi italiani di queste ultime stagioni hanno come volto quello di Sinner e Berrettini, ma subito dietro a loro c’è un’armata azzurra pronta a darsi da fare e ispirata a raggiungere grandi risultati quanto prima. Ad esempio, un’aggiunta del calibro di Corrado Barazzutti potrà fare solo bene a fianco di Lorenzo Musetti e Simone Tartarini nelle prime settimane del 2024. La stagione del tennista carrarino non è stata all’altezza delle aspettative, ma non si può di certo buttare via una 27esima posizione in classifica a fine anno. I margini per costruire un gioco più efficace e una mentalità glaciale ci sono tutti; del talento non serve dire più di tanto. Lo possiede di natura e dovrà imparare a utilizzarlo a suo vantaggio quanto più spesso possibile.

Parlando di Matteo Arnaldi, invece, la sua crescita è stata importante in tutto il 2023. Partito abbondantemente fuori dalla top 100 e terminato tra i primi 50, passando per i primi exploit ATP sino agli ottavi Slam allo US Open, il 22enne sanremese ha terminato la stagione regalando un punto fondamentale all’ItalDavis poi vincitrice dell’Insalatiera. Alessandro Petrone, suo coach, ha informato che stanno lavorando molto in queste settimane della off season per prepararsi al meglio in vista della trasferta oceanica. Matteo Civarolo (già aiutante di Matteo a Sanremo) darà un supporto fondamentale per la crescita di Arnaldi e tutti noi siamo curiosi di vederlo all’opera nel circuito ATP torneo dopo torneo. Ultimo ma non per importanza è Luca Nardi, recentemente protagonista alle Next Gen ATP Finals di Gedda in compagnia del suo fidato amico Flavio Cobolli. A sgrezzare il diamante pesarese ci penserà Giorgio Galimberti, consapevole delle qualità del giovane tennista. Quest’anno il classe 2003 marchigiano ha fatto fatica a salire in cattedra tra i più grandi, ma vedendolo giocare e sapendo i miglioramenti che può apportare al suo gioco e al suo approccio al match, la top 100 nel 2024 ci auguriamo possa essere solo il primo traguardo di tanti.
 
Top
0 replies since 19/12/2023, 15:04   3 views
  Share